scrittore, poeta e diplomatico messicano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Alfonso Reyes Ochoa (1889 – 1959), scrittore, poeta e diplomatico messicano.
Il patrimonio dell'antica cultura sfocia nella costruzione imperiale dello Stagirita. E quando questi, come gli eroi tragici, subisce lo smembramento o sparagmos per mano dei suoi discepoli o successori, la sostanza già da lui unificata si sparge e si canalizza in diverse specializzazioni, per fecondare diverse aree dello spirito.
El acervo de la antigua cultura desemboca en la edificación imperial del Estagirita. Y quando éste, como los héroes trágicos, sufre el despedazamiento o sparagmos a manos de sus discípulos o sucesores, la sustancia ya unificada por él se derrama y canaliza en diversas especializaciones, para fecundizar varias zonas del espíritu. (p. 13)
L'Antichità classica aveva distillato una quintessenza dello spirito rinchiudendola in una preziosa e minuta fiala. Alessandro ruppe la capsula e gli aromi concentrati si spanderono. L'Oriente comincia a respirarli e successivamente le legioni romane li trasportano nella raffica delle loro conquiste.
La Antigüedad clásica había destilado una quintaesencia del espíritu, encerrándola en una preciosa y diminuta redoma. Alejandro rompió la cápsula, y los concentrados aromas se difundieron. El Oriente empieza a respirarlos, y luego las legiones romanas los transportan en la ráfaga de sus conquistas. (p. 18)
Di questo principe greco e barbaro, occidentale e orientale, chiaro e misterioso, benigno e crudele; sicuramente per metà pazzo e non soltanto agli occhi del suo maestro Aristotele; prodigo di umanità e creatore di popoli, capace di trascinare le sue truppe per modo di un'orgia militare senza oggetto né termine definito, come per il gusto delle emozioni meravigliose, attraverso insospettate regioni; che inventò con le sue catapulte da assedio la spaventosa tecnica delle preparazioni di artiglieria e che piangeva poi di orrore di fronte ai suoi massacri, si è potuto dire con ragione che apparteneva alla famiglia di Napoleone e a quella di Amleto.
De este príncipe griego y bárbaro, occidental y oriental, claro y misterioso, benigno y cruel; seguramente medio loco y no sólo a los ojos de su maestro Aristóteles; despilfarrador de humanidad y creador de pueblos; capaz de arrastrar a sus tropas en una manera de orgía militar sin objecto ni término definitivo, como per el gusto de las emociones maravillosas, a través de insospechadas regiones; que inventó con sus catapultas de sitio la espantosa técnica de las preparaciones de artillería, y luego llorava de horro ante sus matanzas, se ha podido decir con razón que pertenecia a la familia de Napoleón y a la de Hamlet. (p. 24)
Nel campo della cultura ogni ibridismo risulta in fecondità, per molto che nell'immediato perturbi le consuetudini stabilite. È legge dello spirito. Di più: è il destino della vita.
En el campo de la cultura, todo ibridismo acaba en fecundidad, por mucho que de momento perturbe los hábitos establecidos. Es ley del espíritu. Más aún: es el destino de la vida. (p. 25)
Accanto a DiogeneAntistene sembra timido. La Antichità lo chiamò "il Socrate furioso". Il poeta Cercida lo tramuta nella costellazione del Cane. Nel secolo IV d.c., l'imperatore Giuliano l'Apostata cui ripugnava il cinismo, faceva rispettose eccezioni per la persona di Diogene. "Sono convinto – diceva Barbey d'Aurevilly – che Diogene era, di suo, una persona geniale e ammodo, ma il Faubourg Saint-Germain di Atene lo aveva fatto disperare."
Junto a Diógenes, Antístenes parece tímido. La Antigüedad lo llamó "el Sócrates furioso". El poeta Cércidas lo confunde con la constelación del Can. En el siglo IV d. c., el imperador Juliano el Apóstata, a quien repugnaba el cinismo, hacía salvedades respetuosas para la persona de Diógenes. "Estoy convencido – decía Barbey d'Aurevilly – de que Diógenes era, de suyo, una persona ingeniosa y conveniente, pero el Faubourg Saint-Germain de Atenas lo había desesperado." (pp. 77-78)
[Enesidemo] Anche se, da buon scettico, trovava gli stoici troppo dogmatici, proponeva, alla maniera degli stoici e seguendo in questo Pirrone, una dottrina della felicità e atarassia, giacché il convincerci che non c'è certezza alcuna nella sensazione né nel pensiero ci emancipa da tutte le dolorose apparenze. Si veda come lo scetticismo, al contrario di quello che oggi intendiamo, si sforzava fra i greci di apparire una filosofia allegra.
Aunque, como buen escéptico, hallaba a los estoicos demasiado dogmáticos, proponía al modo de los estoicos, y siguiendo en esto a Pirrón, una doctrina de la felicidad y ataraxia, pues el convencernos de que no hay certeza alguna en la sensación ni en el pensamiento nos emancipa de todas las dolorosas aparencias. Véase cómo el escepticismo, al contrario de lo que hoy entendemos, se esforzaba entre los griegos por parecer una filosofía alegre. (p. 95)
[Pirrone diede prova di un'inesplicabile indifferenza per l'arte e la poesia, cause di una sia pur fugace felicità.] Concediamo che il vecchio Pirrone, come comunemente si dice, non voglia chiudersi le dita nella porta. Nemmeno si spiega che, solo per cautela, faccia a meno dei godimenti estetici. Il "che so io" di Montaigne è perfettamente compatibile con il buon gusto letterario, in cui diverrebbe il "non so che" di Feijóo. Va bene sospendere il giudizio. Ma, allora, possiamo ammettere quella "sospensione volontaria dell'incredulità", formula con la quale Coleridge ha definito per sempre la funzione della poesia.
Concedamos que el viejo Pirrón, como se dice en vulgar, no quiera cogerse los dedos en la puerta. Tampoco se explica que, sólo per cautela, prescinda de los goces estéticos. El "qué sé yo" de Montaigne es perfectamente compatible con el buen gusto literario, donde vendría a ser el "no sé que" de Feijóo. Bien está suspender el juicio. Pero, entonces, podemos admitir aquella "suspención voluntaria del descreimiento", fórmula con que Coleridge ha definito, para siempre, la función de la poesía. (p. 98)
Alfonso Reyes, La filosofía helenística, Fundo de Cultura Economica, 1965, Messico.