Étienne Gilson (1884 − 1978), storico di filosofia medievale e filosofo francese.
- Abelardo dissimula il suo matrimonio, per poter essere ancora creduto un Seneca o un san Gerolamo; Eloisa offre il concubinato per permettergli di ridiventarlo; la tragicità del dramma sta nella sincerità perfetta con cui l’uno e l’altra si recitano la commedia della santità.[1]
- Chesterton è stato uno dei pensatori più profondi che siano mai esistiti. (citato in Gilbert Keith Chesterton, Il pugnale alato e altri racconti, BUR, a cura di Stefano del Magno e Davide Rondoni, introduzione di Stratford Caldecott, p. IV)
- Ciascuno deve accettarsi come Dio l'ha fatto, e nessuna persona è senza valore. (da una lettera a Jacques Maritain, 29 gennaio 1953)[2]
- È dal Medioevo che escono direttamente le dottrine filosofiche e scientifiche sotto le quali si pretende di subissarlo. (da La filosofia nel Medioevo, La Nuova Italia, 1990)
- Il solo fatto che tanti uomini credano ancora utile fare professione di ateismo e giustificare la loro incredulità con argomenti quali, ad esempio, l'esistenza del male, lascia abbastanza vedere che la questione rimane ancora viva. Se la morte di Dio significa la sua morte finale e definitiva nello spirito degli uomini, la vitalità persistente dell'ateismo costituisce per l'ateismo stesso la sua più seria difficoltà. Dio sarà morto negli spiriti solo quando nessuno penserà più a negare la sua esistenza. Nell'attesa che l'ateismo finisca con lui, la morte di Dio rimane un rumore che aspetta ancora conferma. (da L'ateismo difficile)
- Molti mi hanno attaccato attraverso Blondel, che non contento di sbagliarsi, si erge a Padre della Chiesa e a Grande Inquisitore. [2]
- Nessuno può cadere vittima del proprio genio senza averne; ma quelli che non ne hanno sono pienamente giustificati nel rifiutarsi di rimanere vittime del genio altrui. (da The Unity of Philosophical Experience, Sheed and Ward, Londra 1938)
- Per lui [Duns Scoto], Enrico di Gand era più importante di Tommaso d'Aquino; per noi, e in sé, è vero il contrario. (citato in Olivier Boulnois, Duns Scoto: il rigore della carità, p. 18, traduzione di Costante Marabelli, Jaca Book, Milano 1999)
- Senza la filosofia greca il Vangelo non avrebbe prodotto filosofia tra i cristiani, come la Bibbia non l'aveva prodotta tra gli ebrei. Come vi esprimete voi la "filosofia cristiana" è la "filosofia" nel suo "stato cristiano". (da una lettera a Jacques Maritain, 21 aprile 1931)[2]
- A novant'anni Étienne era ancora in grado di recitare a memoria lunghi brani delle opere greche, latine e francesi che aveva studiato quando era champiste. Vi erano pochi passi importanti dei grandi capolavori della letteratura francese ai quali egli non potesse attingere per la citazione giusta. Tali citazioni le recitava spesso per intero, compiacendosi di pronunciarle bene, con chiarezza e precisione, e senza nascondere l'orgoglio e il piacere che provava nel farlo. (Laurence Kennedy Shook)
- I primi contatti che Étienne ebbe con Bergson non furono né molto personali né molto calorosi, ma dal punto di vista intellettuale furono importantissimi. Étienne dirà che il corso di Bergson fu «l'avvenimento culminante della mia vita».In Bergson incontrò per la prima volta un autentico filosofo nell'atto stesso di filosofare. (Laurence Kennedy Shook)