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avvocato e politico italiano (1931-2024) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Vincenzo Maria Siniscalchi (Napoli, 7 agosto 1931 – Napoli, 12 febbraio 2024) è stato un avvocato e politico italiano.
Vincenzo Siniscalchi | |
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Siniscalchi negli anni 2000 | |
Componente del Consiglio superiore della magistratura | |
Durata mandato | 12 aprile 2006 – 5 luglio 2010 |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 25 ottobre 1995 – 27 aprile 2006 |
Legislatura | XII, XIII, XIV |
Gruppo parlamentare | XII: Progressisti XIII-XIV: DS-L'Ulivo |
Coalizione | XIII-XIV: L'Ulivo |
Circoscrizione | Campania 1 |
Collegio | 2 (Napoli-Vomero) |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | PDS (1995-1998) DS (1998-2007) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Professione | Avvocato |
Figlio dell’insigne penalista Francesco Saverio Siniscalchi (Venosa 1887-Napoli 1966) e di Fanny Ferrante (Domicella,1906-Roma 1980), si forma come avvocato sulle orme del genitore, del quale riprende lo studio napoletano in occasione dell’improvvisa tragica morte nel 1966. Il giovane Siniscalchi, che aveva già vinto i premi di Eloquenza Rossi e Nicola Amore (alla presenza di Porzio e De Nicola) è immediatamente ammesso al patrocinio in Cassazione. Allo stesso tempo, è assistente di Diritto romano (con il Prof. Antonio Guarino) e di Diritto Penale (con i Proff. Remo Pannain ed Enrico Contieri) presso l’Università “Federico II” di Napoli e porta avanti con passione la parallela attività di pubblicista, che proseguirà per tutta la vita, spaziando dai temi sociali e del diritto alla critica cinematografica. Sotto questo profilo, è stato componente della giunta esecutiva della federazione della Stampa italiana.
Nel corso degli anni Settanta e Ottanta si consolida la sua fama di difensore impegnato in casi giudiziari emblematici delle lacerazioni e dei fermenti politici e di costume della società italiana dell’epoca, nel contesto di un difficile passaggio verso l’inveramento dei valori costituzionali nel processo penale. Frequenti sono i processi di questo periodo che vedono un’attività difensiva imperniata sui valori della libertà di espressione artistica, che aprono la strada a una progressiva eliminazione, lungo un arco di ben cinque decenni, della censura cinematografica. Questo periodo è inoltre caratterizzato dalla attività difensiva a sostegno di rivendicazioni sociali, in linea con l’impegno per l’effettiva attuazione del dettato costituzionale sul diritto al lavoro. Di particolare rilievo, in questo periodo, la difesa, coronata da assoluzione, degli autori della pubblicazione “L’ape e il comunista”; la difesa di numerosi imputati di associazione terroristica, nonché di imputati in casi giudiziari che hanno mobilitato e diviso l’opinione pubblica (il delitto del DAMS di Bologna, ) in un periodo di crescente influenza dei media sul processo; l’attenzione ai temi sociali oltre l’ambito della professione e la profonda cultura cinematografica gli consentono di affrontare il delicato passaggio dei rapporti tra processo, stampa e televisione con l’equilibrio e la prudenza necessari al ruolo del difensore. In questo periodo è Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli (1987-1989).
Al contempo, la notorietà a livello nazionale e la stima condivisa da avvocatura e magistratura, nonché da colleghi impegnati in processi a sfondo politico in Francia e Svizzera, lo rendono il difensore di personaggi celebri del mondo dello spettacolo, del giornalismo e dello sport, coinvolti, (spesso loro malgrado) in gravi vicende giudiziarie (processi alla Nuova Camorra Organizzata), nonché, sempre più frequentemente, della politica. Frequenti i processi per diffamazione a mezzo stampa intentati da noti esponenti politici, che prefigurano l’imminente scontro tra politica e media. Vincenzo Siniscalchi è consapevole di questa tendenza, cerca di contrastarla nell’unica sede possibile, che è quella dell’aula giudiziaria; si menziona qui soltanto la sua difesa di parte civile nel processo contro il giornalista più famoso e mitizzato dell’Italia di quegli anni, che dovette assumersi la piena responsabilità di affermazioni gridate e massimaliste il cui contenuto diffamatorio venne confermato: era il 1989.
Al centro dell’attenzione dei media è, sempre di più, la politica, o meglio, l’intreccio tra pubblica amministrazione e politica: comincia la stagione dei processi ai “colletti bianchi”, amministratori pubblici accusati di infedeltà a vario titolo, rapporti tra mondo della finanza e delle imprese e il sistema dei partiti. Moltissime sono le difese di protagonisti, persone fisiche e giuridiche, di queste vicende drammatiche, in cui un solco sempre più profondo sembra dividere avvocatura e magistratura, in un contesto che vede spesso confliggere il vecchio e il nuovo processo penale.
È la metà degli anni Novanta quando l’avv. Siniscalchi offre la propria generosa disponibilità alla rappresentanza politica: viene infatti eletto per la prima volta (in elezioni suppletive) nel 1995 (XII legislatura), per essere riconfermato per le due legislature successive (XIII e XIV) per la durata di un decennio. Il sistema maggioritario enfatizza la stima bipartisan e la notorietà professionale raggiunta non solo nei tribunali ma nella sua città di Napoli.
Gli incarichi parlamentari confermano l’impegno e la passione del giurista e del penalista: presiede la Giunta delle autorizzazioni dal 2001 al 2005, e il Comitato per la legislazione dal 2005 al 2006. È relatore e proponente di numerosissimi testi legislativi.
Si susseguono gli impegni da difensore: vicende giudiziarie oscure che coinvolgono imputati giovanissimi in delitti inspiegabili con immensa eco mediatica: i meccanismi del nuovo processo penale pongono in risalto la scienza del penalista e l’oratoria concreta e al contempo appassionata, retaggio della nobile tradizione di Castel Capuano, che ha saputo trasformare in potente strumento di comunicazione.
Dal 2006 al 2010 è membro “laico” del Consiglio Superiore della Magistratura (il Parlamento lo vota con 710 voti a favore) confermando la sua capacità di essere promotore di dialogo tra avvocatura e magistratura; alla cessazione dell’incarico ritorna con rinnovato vigore alla professione forense, che proseguirà con passione quasi febbrile fino alla morte improvvisa, parlando in pubblico dei valori della Costituzione, la bussola della Sua esistenza, il 12 febbraio 2024, a Napoli.
“Ho assistito innocenti e colpevoli, donne e uomini, poveri e potenti, professionisti, politici, capi di governo, attori, registi, giornalisti, sacerdoti, grandi gruppi industriali accusati di reati economici, finanzieri, banche, campioni dello sport, società calcistiche. Tante volte ho sostenuto il ruolo della parte civile in processi di natura sociale. Questo caleidoscopio mi si affolla a volte nella mente e mi rende soddisfatto di tutte queste impareggiabili esperienze di vita in tantissimi tribunali italiani ed a volte all’estero. Ho vissuto anche, come difensore, la difficile stagione del terrorismo assistendo in Italia e in Germania numerosi appartenenti ai gruppi di rivolta armata. Devo dire che in quella stagione elaborai le esperienze di un garantismo come regola assoluta di garanzia e dei diritti delle parti nel processo e non regole per presidiare solo i diritti di qualche privilegiato” (V.M.Siniscalchi, intervista a “il Roma” di Mimmo Sica, 27.11.2017)
Tra le sue difese vi sono quelle in favore del calciatore Diego Armando Maradona in processi penali e di giustizia sportiva, Franco Califano nel processo Cutolo-Tortora, Gigi Sabani, Tinto Brass, Michelangelo Antonioni e numerosi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. Nel processo per l'omicidio di Marta Russo, ha difeso Salvatore Ferraro dall'accusa di favoreggiamento. Negli anni '70 è stato impegnato nella difesa di imputati per reati connessi alle attività dei NAP (Nuclei Armati Proletari) e di Autonomia operaia, in particolare la cittadina tedesca Petra Krause. Negli anni '80 ha difeso i politici Ciriaco De Mita, Vincenzo Scotti, Antonio Cariglia (segretario del PSDI) e in numerosi altri processi di Tangentopoli. Ha assistito e assiste numerosi gruppi imprenditoriali, tra i quali Impregilo, Lega delle Cooperative, La Fondiaria Assicurazioni, Ansaldo. Al suo attivo vi sono numerose pubblicazioni e relazioni congressuali sui problemi della difesa nel processo penale, sulla libertà di stampa e di diritto dello spettacolo, oltre a quelle di carattere politico parlamentare.[1]. Si è spento a Napoli il 12 febbraio 2024, colto da un improvviso malore mentre partecipava all'inaugurazione della sede ANPI al Vomero.
Il 22 ottobre 1995 alle elezioni suppletive della Camera dei deputati nel collegio "Napoli-Vomero", viene eletto deputato con una coalizione RC-PDS, aderisce al gruppo misto, ma nel febbraio 1996 passa ad Alleanza dei Progressisti[2]. Rieletto nel 1996 con il Partito Democratico della Sinistra-Ulivo,[3], e dal 2001 al 2006 con i Democratici di Sinistra-Ulivo, sempre nel maggioritario, ed è eletto presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera[4].
È stato proponente e relatore di numerose leggi in materia di Legislazione Penale anti-corruzione anche in qualità di vicepresidente della Commissione speciale anticorruzione (1997-2001). Ha presieduto il Comitato per la Legislazione nonché organismi interparlamentari.
È stato eletto, in quota DS, componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura[5] per il quadriennio 2006-2010 con 710 voti a favore espressi dal Parlamento italiano.
Come pubblicista è stato critico cinematografico e ha collaborato alle pagine culturali del Paese Sera, del Mattino, del Corriere di Napoli e altre numerose riviste. Ha collaborato[non chiaro] alla realizzazione di film e sceneggiati televisivi tra i quali La vacanza di Tinto Brass, La Scena di Napoli e Il Processo Cuocolo, di Riccardo Tortora e Marisa Malfatti, Il Caso Graziosi, con Jean-Pierre Cassel e Diego Gullo, e numerosi altri.
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