Via etrusca del ferro
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La Via Etrusca del ferro è un'antica strada etrusca risalente al VI secolo a.C.. È stata definita dall'archeologo Michelangelo Zecchini[1], che nel 2004 ne trovò trecento metri ben selciati e glareati[2] in località Frizzone a Capannori, quale una “superstrada del lontano passato”.[3]
L'associazione culturale omonima che ha sede a Prato, è nata per tentare di ritrovarne altri tratti, utili a certificarne l'esistenza reale. L'importante arteria risulta essere certamente la più antica strada selciata d'Europa[senza fonte].
Narrano gli storici antichi, fra cui Plinio il Vecchio, che questa terra, era ricca di molte materie prime quali minerali di ferro, rame e argento, utili per estrarne i relativi metalli, allora molto importanti, in quanto, come egli asseriva: "erano alla base dei prezzi di ogni merce" e quindi avevano lo stesso valore che il petrolio ha ai nostri giorni.
La strada collegava i porti di Pisa, sul Tirreno e di Spina (Comacchio), sull'Adriatico ed aveva nelle città pedemontane di Gonfienti (Prato) e Kainua (Marzabotto vicino a Bologna), i due grandi empori commerciali situati nei contrapposti versanti appenninici.[4]
A detta dello storico greco Scilàce di Cariànda (V sec. a.C.) che ne parla nel suo Periplo di Scilace, pare che la si potesse percorrere in soli tre giorni: "Dopo gli Umbri, i Tirreni. Anch'essi vanno dal Mar Tirreno all'Adriatico; e qui si trova una città greca (Spina) e un fiume: la navigazione verso la città tramite il fiume è di venti stadi: questa città si raggiunge da Pisa in tre giorni di cammino".[5][6][7]
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