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Anticorpo monoclonale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il tocilizumab, o atlizumab, è un anticorpo monoclonale umanizzato sviluppato dalle case farmaceutiche Hoffmann-La Roche e Chugai e posto in vendita con i nomi commerciali Actemra e RoActemra.
Tocilizumab | |
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Caratteristiche generali | |
Massa molecolare (u) | ca. 145 kDa |
Numero CAS | |
DrugBank | DBDB06273 |
Dati farmacologici | |
Categoria farmacoterapeutica | Immunosoppressore - anticorpo monoclonale umanizzato |
Indicazioni di sicurezza | |
È un farmaco immunosoppressore, studiato soprattutto per il trattamento dell'artrite reumatoide[1][2][3] e dell'artrite idiopatica giovanile sistemica,[4] una grave forma di artrite reumatoide dei bambini.
Il farmaco è stato infine approvato dall'OMS nel luglio 2021 per il trattamento dei malati di COVID-19 assieme al cortisone e sarilumab.[5]
Il tocilizumab è attivo contro il recettore dell'interleuchina 6 (IL-6R). L'interleuchina 6 (IL-6) è una citochina che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria ed è implicata nella patogenesi di molte malattie, quali le malattie autoimmuni, le malattie autoinfiammatorie, il mieloma multiplo e il cancro della prostata.
Nel 2016 è stato oggetto di un trial, con riscontri positivi, per il trattamento di gravi casi di asma con componente immunodegenerativa;[senza fonte] tuttavia, non è stato ancora approvato per il trattamento di tale patologia.
Il tocilizumab è stato sperimentato in Cina e in Italia contro gli effetti del virus SARS-CoV-2 nel corso della pandemia di COVID-19.[6] Il trattamento viene effettuato tramite un'unica somministrazione, senza interferire con il protocollo terapeutico basato sulla somministrazione di altri farmaci antivirali.[7][8]
In Italia, nell'ambito di una collaborazione tra l'Azienda Ospedaliera dei Colli (Ospedale Monaldi), la Fondazione IRCCS Istituto nazionale dei tumori Fondazione Pascale e l'Università di scienze e tecnologia della Cina, sono stati trattati con tocilizumab due pazienti affetti da polmonite severa da COVID-19. A distanza di 24-48 ore dall'infusione, sono stati evidenziati nei pazienti trattati dei miglioramenti definiti «incoraggianti» dai medici curanti.[9]
In Cina sono stati trattati ventuno pazienti, che hanno mostrato importanti segni di miglioramento del quadro clinico già nelle prime 24-48 ore dall'inizio della terapia. Ai primi di marzo 2020, le autorità sanitarie hanno approvato l'uso di questo farmaco inibitore dell'interleuchina-6, una citochina coinvolta nell'infiammazione sistemica secondaria derivante dall’artrite reumatoide.[10] Il Paese rappresentava il secondo mercato mondiale per la casa farmaceutica Roche che lo commercializzava a un prezzo compreso fra i 20 000 e i 30 000 dollari per un anno di trattamento contro l'artrite reumatoide.[11] Il 7 marzo 2020, pur essendo già nella fase calante della curva di diffusione, la Commissione Nazionale di Sanità ha pubblicato le linee guida per l'impiego contro la COVID-19.[12][13]
Al 14 marzo 2020, è stata avviata una sperimentazione off-label su 50 pazienti in tutto il territorio italiano.[14][15] A Cosenza è stato somministrato con successo per via sottocutanea in assenza del farmaco somministrabile per via endovenosa.[16]
La Roche ha dichiarato all'AIFA la propria disponibilità ad avviare uno studio clinico sui pazienti affetti da COVID-19 in Italia ed ha annunciato la cessione gratuita sul territorio italiano:[17][18]
«Il gruppo si impegna a fornire gratuitamente per il periodo dell’emergenza, tocilizumab (RoActemra) a tutte le Regioni che ne facciano richiesta, fatte salve le scorte necessarie a consentire la continuità terapeutica ai pazienti affetti da patologie per cui il prodotto è autorizzato. Il farmaco, attualmente impiegato per il trattamento dell’artrite reumatoide, non è indicato per il trattamento della polmonite da Covid-19, ma la comunità scientifica sta dimostrando interesse al suo utilizzo dopo l’inserimento nelle linee guida cinesi.»
Il 14 marzo 2020, l'AIFA ha autorizzato l'avvio della sperimentazione in 5 ospedali del nord.[20] Il 17 giugno 2020, l'AIFA ha interrotto la sperimentazione per valutare l’efficacia della somministrazione in fase precoce.[21]
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