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Il tempo di riverbero secondo Sabine (detto anche T60 o RT) è il tempo in cui prima del transitorio di estinzione la densità di energia sonora diminuisce di 60 dB rispetto al massimo valore raggiunto. Questo parametro consente di valutare in quanto tempo un suono si estingue in un ambiente chiuso.
Il tempo di riverbero è un parametro estremamente importante nella qualità acustica ambientale. Questo perché, ad esempio, con due segnali in rapida successione, se il tempo di riverbero fosse alto, accadrebbe che il transitorio di estinzione del primo segnale potrebbe interferire con il transitorio iniziale del suono seguente causando problemi nella percezione acustica ambientale.
La formulazione matematica si regge su tre principi:
La formula si ricava in base alle caratteristiche della stanza:
dove α 1 ,α 2 ,… , α n sono i coefficienti di assorbimento acustico, cioè la frazione di energia assorbita rispetto all'energia incidente. Tali coefficienti adimensionali vengono consultati, caso per caso, attraverso una tabella che contiene alcuni dei materiali più usati, in funzione alla frequenza che si sta andando a studiare (di solito si assumono le frequenze centrali di bande separate da un'ottava).
Ad ogni coefficiente di assorbimento corrisponderanno le superfici S1, S2, etc… .cioè la dimensione che fornisce l'area di una finestra "equivalente" in grado di assorbire la stessa quantità di energia sonora dell'arredo in questione.
Pertanto l'intero denominatore rappresenta l’area di assorbimento, misurata in Sabine.
Da questo ne deriva che la misurazione accurata della stanza è certamente tra i fattori fondamentali del suo calcolo.
Coefficienti di assorbimento α in funzione della frequenza | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|
Frequenze centrali in bande di ottava | ||||||
Materiale | 125 | 250 | 500 | 1000 | 2000 | 4000 |
Apertura condotti di ventilazione | 0.75 | 0.8 | 0.8 | 0.8 | 0.85 | 0.85 |
Apertura del proscenio | 0.3 | 0.35 | 0.4 | 0.45 | 0.5 | 0.55 |
Ghiaia spessore 150 mm | 0.15 | 0.3 | 0.8 | 0.42 | 0.61 | 0.72 |
Sabbia asciutta spessore 150 mm | 0.24 | 0.34 | 0.45 | 0.62 | 0.76 | 0.95 |
Intonaco acustico, spessore 10 mm, applicato direttamente alle pareti | 0.08 | 0.15 | 0.3 | 0.5 | 0.6 | 0.7 |
Intonaco, marmo, piastrelle | 0.01 | 0.01 | 0.02 | 0.02 | 0.02 | 0.03 |
Pavimento in legno (parquet) su calcestruzzo di cemento | 0.04 | 0.04 | 0.07 | 0.06 | 0.06 | 0.07 |
Pavimento in piastrelle, linoleum, asfalto, gomma su calcestruzzo di cemento | 0.02 | 0.03 | 0.03 | 0.03 | 0.03 | 0.02 |
Superfici di strutture compatte e dure | 0.02 | 0.02 | 0.03 | 0.03 | 0.04 | 0.05 |
Superfici fortemente vibranti
(pannelli di legno con intercapedine d'aria, ecc.) |
0.40 | 0.20 | 0.12 | 0.07 | 0.05 | 0.05 |
Nel calcolo del T60 è altrettanto importante tener conto del potere di assorbimento delle persone presenti nella stanza: la loro superficie totale, misurata in quella di una persona adulta di normale corporatura è di circa due metri quadrati.
Il calcolo del T60 si usa quando:
È importante inoltre tenere in considerazione ulteriori parametri ambientali per un calcolo più preciso:
Un Sabine', inteso come unità di misura, vale su un m2 di superficie aperta, in quanto una stanza con un’area equivalente pari a N Sabine può essere pensata come una stanza perfettamente riflettente. Questo fatto fa però sorgere un problema: in una stanza perfettamente assorbente il T60 non vale zero ma:
Pertanto Norris ed Eyring studiarono una forma alternativa che fosse di tipo statistico
Questa formula mantiene le prime due caratteristiche della formula di Sabine, alle quali aggiungono la necessità di definire il libero cammino medio delle onde sonore, ovvero il tempo medio in cui un’onda viaggia liberamente, tra due interazioni successive alle pareti.
Secondo alcuni studi la riverberazione ottimale per musica e parlato può essere calcolata da una formula empirica, quando queste vengono emesse a 500 Hz:
In cui n vale sempre 8, mentre K può valere 0,5 per la musica o 0,35 per il parlato.Sull’andamento ottimale nella frequenza i pareri non sono univoci; alcuni studiosi ritengono la soluzione migliore sia l’uniformità mentre altri consigliano di ricavare i valori del T 60 graficamente.
Da questa formula è derivata poi quella che ci aiuta a conoscere le unità assorbenti relative al tempo ottimale:
Un risultato acustico ottimale si ottiene trovando una media tra i tempi di riverbero brevi (utili per garantire chiarezza sia nel suono che nel parlato, facendo sì che non si verifichi una sovrapposizione di suoni o sillabe emessi in momenti nettamente divisi nel tempo) e quelli più lunghi (che invece sono particolarmente importanti per donare carattere pieno e vivido alle sonorità.
Per farlo, si è in possesso di più metodi che variano sia in base alla destinazione d'uso (ad esempio per auditorium, per sale conferenze o d'opera, per teatro di concerti sinfonici o per quelli deputati alla musica da camera) o al tipo di sonorità che verrà eseguita.
Da questo si può dedurre, attraverso i diversi studi degli esperti del settore circa il tempo di riverbero, che il T60 dovrebbe essere:
Il tempo di riverberazione non è certo l'unico fattore per la resa acustica ottimale di un ambiente.
Uno dei casi più ecclatanti è certamente quello riguardante la Philharmonic Hall del Lincoln Center a Manhattan. La sala, pur avendo un tempo di riverberazione sostanzialmente corretto, risultò letteralmente disastrosa dal punto di vista delle qualità acustiche. Alcuni dei suoi difetti erano:
La sala fu successivamente migliorata con ingenti spese (oggi prende il nome dal finanziatore Avery Fisher) ma rimase come monito a non abbandonare la sperimentazione su modelli in scala e quella assistita dal computer.
La misurazione del T60 è regolata da due norme ISO:
La misurazione del T60 si effettua con:
Esistono 3 modi di misurare il T60:
Dal grafico del livello si rileva il tempo necessario all’ambiente per far sì che il livello si attenui di 60 dB.
Le caratteristiche di questo metodo sono:
Inoltre, se il decadimento ha smorzamenti uguali per tutti i modi, in tutte le frequenze non ci sono differenze, mentre se alcuni modi hanno smorzamenti diversi (come nel caso di superfici hanno coefficienti di assorbimento molto diversi), metodi diversi non daranno lo stesso risultato, per via di decadimenti multipli. A causa della scomodità di questo metodo, dovuta alla presenza di rumori di fondo o limiti nella strumentazione, si preferisce spesso misurare il tempo di decadimento relativo a 20 o 30 dB da cui successivamente si estrapola il T 60. Nel particolare: durante il primo caso si misura il tempo di decadimento da -5 dB a -25 dB, estrapolato a 60 dB, e viene indicato come T 20 mentre nel secondo caso si misura il tempo di decadimento da -5 dB a -35 dB, sempre estrapolato a 60 dB, e viene indicato come T 30.
Dato che questo metodo usa un impulso come segnale di eccitazione, in questo caso si sfrutteranno le proprietà matematiche della funzione Delta di Dirac, in particolare la sua caratteristica di avere spettro uniforme su tutte le frequenze. Naturalmente è impossibile ottenere fisicamente una funzione Delta ideale, e i mezzi che si utilizzano tipicamente sono: pistola, clappatore, scoppio di palloncini, impulso emesso da un altoparlante. I colpi di pistola presentano un transitorio sufficientemente breve (1-3 m/s) mentre nel dominio delle frequenze risultano leggermente deboli al di sotto dei 100 Hz e al di sopra dei 5000 Hz.
Lo scoppio dei palloncini, particolarmente quelli di elevate dimensioni, risulta adatto per lo studio delle basse frequenze. L’impulso emesso da un altoparlante risulta essere invece meno breve e non possiede una potenza confrontabile con quella del colpo di pistola.
Le caratteristiche della misurazione attraverso le tecniche impulsive sono:
Il filtro inverso di uno sweep è lo sweep stesso invertito temporalmente.
Le riflessioni che arrivano prima dei 35 ms vengono interpretate dal nostro sistema nervoso come suono diretto, la teoria dell'effetto Haas dice che il cervello identifica come sorgente quella più vicina e non quella più forte. Per questo, l'effetto Haas viene chiamato anche “effetto di precedenza”.
Il raggio sonoro che incide contro una parete la sua energia si divide tra le tre componenti dell’onda: riflessa, assorbita, trasmessa:
Dividendo per l’energia totale E otteniamo:
Che riscriviamo nel modo seguente:
Per studiare il campo sonoro interno i due coefficienti di assorbimento e trasmissione vengono unificati in un coefficiente unico di assorbimento Quindi:
Dal momento che i coefficienti di assorbimento in una stanza sono normalmente diversi per le pareti, conviene definire un coefficiente di assorbimento medio:
dove α1, α2, …, αn sono i coefficienti di assorbimento acustico delle corrispondenti superfici S1, S2, …, Sn.
Immaginiamo di essere in una stanza nella quale viene accesa una sorgente sonora che irradia in tutte le direzioni.
L’ascoltatore, dopo un tempo pari a v/d verrà raggiunto dal suono che percorre il percorso più breve, ovvero il suono diretto. A seguire, le onde che hanno effettuato una riflessione alle pareti o al pavimento, poi due, ecc, le quali vengono denominate prime riflessioni.
Una possibile descrizione fa uso delle sorgenti immagini, ovvero di sorgenti virtuali che si immagina che potrebbero generare i vari suoni riflessi. Ovviamente ad ogni riflessione il numero di sorgenti immagini aumenta:
al primo ordine sono 6 (una per ogni parete) al secondo ordine 30 (6 x 5: ogni sorgente ne genera una sulle 5 pareti libere) al terzo ordine 150.
Si può dimostrare che l’aumento della densità di sorgenti immagini è proporzionale a r2.
Nel caso di ambiente perfettamente riflettente, questo andamento compensa esattamente la divergenza sferica del campo acustico, per cui il livello è costante.
Se ciascuna parete è caratterizzata da un coefficiente di assorbimento αn , ad ogni riflessione l’onda cederà parte della sua energia per assorbimento della parete.
In regime stazionario (con una sorgente che immette energia costantemente) l’espressione del campo riverberante è:
Analizziamo più in dettagli ciò che succede nel regime stazionario. Se disegniamo su di un grafico l’andamento temporale del livello di pressione sonora otteniamo un andamento di questo tipo:
Inizia il transitorio d'attacco
In un ambiente chiuso è possibile che si formino onde stazionarie tridimensionali, analogamente ai casi mono e bidimensionali già visti (corde, tubi, membrane). Ad esempio, considerano una stanza avente forma di parallelepipedo, con pareti parallele a coppie, essendo le coppie ortogonali fra loro data la forma rettangolare (si prende in oggetto questa particolare forma di ambiente perché quella più vicina agli ambienti reali di sale da concerto, chiese, uffici, sale per conferenza, teatri ecc. e permette quindi un interesse sia teorico che pratico:[1]
Le soluzioni dell’equazione d’onda daranno modi di vibrazione che si disporranno secondo le tre dimensioni spaziali:
Le frequenze di risonanza avranno quindi tre indici (n x , n y , n z ):
A seconda dei valori degli indici modali è possibile distinguere tre tipi di modi:
Questo fa sì che l'energia risulti elevata.
I punti in cui la pressione è sempre nulla formano tre insiemi di piani equidistanti ortogonali fra loro (piani nodali). Nx, Ny e Nz sono il numero di piani nodali ortogonali agli assi x, y e z.
La distribuzione della pressione sonora nel piano z=0 nel caso nx=3, ny=2.
Possiamo quindi notare che:
Si deduce quindi che la relazione:
nello spazio di rappresentano geometricamente una sfera di raggio k e volume . I valori di interesse sono quelli contenuti nel primo ottante, di volume πk3/6. Le distanze del generico punto dai suoi vicini nelle tre direzioni sono rispettivamente, a cui
corrisponde un volume , essendo V il volume geometrico della stanza.
Quindi il numero di modi nella banda di frequenza delimitata da f (ovvero da 0 Hz a f Hz) è
dato da:
In cui: V è il volume, S la somma delle superfici interne, L la somma della lunghezza degli spigoli.
Per ambienti abbastanza grandi è sufficiente considerare il primo termine, in quanto il secondo e il terzo vengono rispettivamente destinati ai modi tangenziali e assiali.
Il fattore di sovrapposizione modale (modal overlap factor):
indica il numero di modi presenti nella banda di larghezza ∆f centrata su f . Vediamo che questi fattori crescono con il volume V e con il quadrato o il cubo della frequenza f.
Il comportamento di un ambiente varia moltissimo a seconda della quantità di modi presenti, e del fatto che essi siano separati o sovrapposti. È possibile individuare una frequenza che segna il confine tra la zona a predominio modale e la zona a comportamento statistico, detta frequenza di Schroeder:
per Schroeder il comportamento è modale (Small rooms)
per Schroeder il comportamento è statistico (Large rooms)
Il criterio di Bonello stabilisce la bontà di una distribuzione di modi graficamente, tramite un diagramma che riporta il numero di modi che cadono entro lacorrispondente banda di un terzo d’ottava in funzione della frequenza centrale della banda. Il criterio dice che il grafico deve soddisfare due condizioni:
In questo caso le frequenze permesse costituiscono, al di sopra del limite inferiore (20 Hz) delle frequenze udibili, un continuum. Le dimensioni della stanza sono tali da non selezionare bande di frequenza privilegiate. È per tale motivo che negli auditorium le cause della eventuale non omogeneità del campo sonoro riflesso, possono imputarsi solo in minima parte alla formazione di onde stazionarie.
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