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Storia dell'auto elettrica

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Storia dell'auto elettrica
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Questa pagina è un breve riassunto della storia dell'auto elettrica.

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La Jamais Contente
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Manifesto pubblicitario del 1912 Detroit Electric
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Thomas Edison ed un'auto elettrica nel 1913 (cortesia del National Museum of American History)

Introduzione

Riepilogo
Prospettiva

L'auto elettrica a batteria (BEV, a inizio '900 chiamata anche "elettromobile"[1]) fu una tra i primi tipi di automobile ad essere inventata, sperimentata e commercializzata. Tra il 1832 ed il 1839 (l'anno esatto è poco certo), l'imprenditore scozzese Robert Anderson inventò la prima carrozza elettrica, nella sua forma più rozza. Il professore Sibrandus Stratingh di Groningen, nei Paesi Bassi, progettò una piccola auto elettrica, costruita dal suo assistente Christopher Becker nel 1835.

Il miglioramento delle batterie, dovuto ai francesi Gaston Planté nel 1865, consentirono nel 1867 la produzione del primo veicolo a trazione elettrica inventata dall'austriaco Franz Kavogl, che venne presentato all'Esposizione Universale di Parigi, successivamente altro contributo sulle batterie venne da Camille Faure nel 1881, consentì il fiorire dei veicoli elettrici, tra cui nello stesso anno (1881) si ha un triciclo elettrico guidato da Gustave Trouvé a Parigi, pochi mesi dopo a Berlino viene sperimentato un autobus, mentre nel 1885 il francese Jeantaud produce e vende vetture elettriche con una autonomia di 30 Km e una velocità di 20 Km/h.[2] Francia e Gran Bretagna furono le prime nazioni testimoni dello sviluppo del mercato delle auto elettriche.[3]: tra le aziende produttrici vi fu la francese Kriéger. La prima auto elettrica in Italia venne realizzata nel 1891 dal conte Giuseppe Carli a Castelnuovo di Garfagnana.

Pochi anni prima del 1900, prima della preponderanza del potente motore a combustione interna, le auto elettriche detenevano molti record di velocità e di distanze percorse con una carica. Tra i più notevoli di questi record è stato l'infrangere la barriera dei 100 km/h di velocità, raggiunta il 29 aprile del 1899 da Camille Jenatzy nel suo veicolo elettrico 'a forma di razzo', La Jamais Contente, che raggiunse la velocità massima di 105,88 km/h. Per i modelli stradali la velocità massima di questi primi veicoli elettrici era ben oltre 32 km/h, velocità eccezionale per il tempo.

I veicoli elettrici a batteria (BEV), prodotti dalle ditte Anthony Electric, Baker Electric, Detroit Electric ed altre, nel corso dei primi anni del XX secolo per un certo tempo vendettero di più rispetto ai veicoli a benzina. A causa dei limiti tecnologici e costi delle batterie, e della mancanza di una qualsiasi tecnologia di controllo della carica e della trazione (a transistor o a valvola termoionica) persero interesse. In seguito questi veicoli vennero venduti con successo come town car (veicoli di quartiere o di paese) a clienti delle classi agiate, e venivano spesso commercializzati come veicoli appropriati al sesso femminile, a causa della loro operatività semplice, pulita e poco rumorosa, che non necessitava di frequenti rabbocchi dell'acqua del radiatore, dell'olio o sostituzioni delle candele o fermi mensili o annuali in officine specializzate come per il grafitaggio e la pulizia motore e molto altro.

Alcuni modelli di veicoli elettrici prodotti

Sono inclusi alcuni veicoli elettrici molto popolari presso il pubblico, che sono stati venduti, oppure dati in leasing, a flotte di vari comuni, oppure a trasporti interni di fabbriche, ospedali, università, ecc. (in ordine cronologico):

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