Stefano Galletti
scultore italiano (1832-1905) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Stefano Luigi Maria Gasparo[1] Galletti (Cento, 15 giugno 1832[2] – Roma, 5 luglio 1905) è stato uno scultore italiano, considerato uno tra i migliori scultori emiliani del secondo Ottocento[3].

Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Di modeste origini (al limite della povertà dopo la decaduta agiatezza della famiglia) e terzo degli otto figli di Giuseppe e Maria Soffritti[4] si trasferì con la famiglia a Bondeno nel 1836, restandovi per un decennio.[5] Dopo un primo apprendistato, si trasferì nel 1847 a Bologna per studiare all'Accademia dove fu allievo del canoviano Cincinnato Baruzzi,[6] ottenendo premi per il Nudo nel 1849 e 1850,[7] riuscendo a proseguire gli studi artistici grazie ad una sovvenzione dell'amministrazione comunale. Dal 1853, usufruendo di un nuovo aiuto economico, poté studiare all'Accademia di San Luca a Roma dove perfezionò la sua tecnica sotto la guida di Pietro Tenerani, uno dei firmatari del manifesto del purismo italiano. Nella città capitolina strinse amicizia con Degas[8] ed ebbe contatti con Moreau[9] e Bizet.[10]
L'apice della sua carriera fu il 1899 quando ricevette l'elezione, rinnovata nel 1900, a Presidente di quella stessa Accademia di San Luca che lo vide giovane allievo.[10]
Nel 1904 fu tra i fondatori dell'Unione Artisti di Roma, avente sede a Palazzo Colonna, assieme tra gli altri a Rosina Mantovani e Leonardo Bistolfi.[7]
Per quanto riguarda i suoi vari allievi, Galletti tra il 1881 e 1882 raccomandò all'Amministrazione Provinciale di Ferrara l'intagliatore centese Stefano Schiavini[7] mentre affidò ad un altro suo allievo, il romano Antonio Buttinelli, l'esecuzione della propria tomba di famiglia.[11]
Morì a causa di un attacco cardiaco, mentre lavorava al gruppo Bruto e i figli di Tarquinio.[10]
Sulla casa natale a Cento, nel 1931 fu posta la targa recante l'iscrizione:[12]
«Il giorno XV giugno MDCCCXXXII nasceva in questa casa Stefano Galletti ornamento e decoro dell'arte scultoria italiana che, nei sublimi concepimenti di Fabiola e del Tobia dell'Ezechiello e del Redentore, fu interprete ispirato di Antonio Canova. Morì a Roma il V luglio MCMV - Il Patrio Municipio a perenne ricordo questa memoria pose.»
Lo stile
Nonostante fosse autore di monumenti celebrativi, ritratti, busti e statuette di genere inseribili nella corrente del Realismo bolognese,[6] in generale si può dire che il suo stile sia stato incline a seguire, in base all'occasione, l'ispirazione artistica, le richieste della committenza o le linee guida dei concorsi.[10]
Principali concorsi e commissioni
- 1865: incarico da parte di Pio IX per il San Lorenzo[10]
- 1871: vittoria al concorso per il monumento ferrarese a Girolamo Savonarola
- 1882: oltre a porre a San Marino il primo Garibaldi eseguito e posizionato appena dopo la morte dell'Eroe,[13][14] vinse il III° premio al primo Concorso per l'erezione del monumento romano a Vittorio Emanuele II (presentando due bozzetti, il primo col motto Alleanza[15]) e partecipò alla progettazione di Piazza Venezia[10]
- 1885: vittoria al concorso per il Cavour romano[6][10]
- 1887: fece parte della commissione per il monumento a Garibaldi a Pisa[7]
- 1903: ricevette dal suo paese natale la commissione per un monumento dedicato ad Ugo Bassi (bozzetto del 1891-92, opera rimasta irrealizzata[16])[10]
- 1905: fece parte della giuria per il monumento a Garibaldi a Massa.[11]
Esposizioni
Socio dal 1870, Galletti partecipò alle Mostre della Società Benvenuto Tisi da Garofalo nel 1872 (L'Odorato, presumibilmente era l'opera poi chiamata Fanciulla delibante profumo di fiori[13].) e nel 1882 (due busti in terracotta).[7]
- 1869: Monaco di Baviera[6]
- 1870: Roma, premiato (Fabiola)[6]
- 1873: Bondeno (busto di Teodoro Bonati poi lasciato al Municipio)[7]
- 1878: Esposizione Universale, Parigi (Putto, bronzo, Giuseppe Mazzini, marmo)[17]
- 1883: Esposizione di Belle Arti, Roma (Michelangelo e Bramante)[18]
- 1904: Londra.[6]
Ottenne favorevoli recensioni nel 1861 a fronte di un'esposizione nella quale parteciparono anche altri suoi concittadini, tra cui Ambrogio Zuffi.[19]
Le opere più note

- 1861-62: Guercino, Cento, opera premiata all'Esposizione di Firenze[12]
- 1865: San Lorenzo, bronzo, statua posta sulla sommità di una colonna di granito nel piazzale antistante la basilica di San Lorenzo fuori le mura[6][20]
- Dante Alighieri, 1865, medaglione in marmo, Palazzo comunale, Cento[21]
- 1875: Monumento a Girolamo Savonarola, nell'omonima piazza ferrarese[6]
- 1876: Statua della Libertà, marmo, San Marino, piazza della Libertà (ed una copia alla Biblioteca di Stato[22])[23] con medaglione a Ottilia Heyroth-Wagener[24] nel basamento[25]
- 1878: Vittorio Emanuele II, medaglione in marmo, Cento, Palazzo Comunale[26]
- 1882: Busto di Garibaldi, San Marino
- 1895 (iniziato nel 1885): Monumento a Cavour, nell'omonima piazza romana.[27][28][29]
Altri monumenti
Dedicati a:[6]
- 1870: P. Gioacchino Ventura, Sant'Andrea della Valle
- 1872 e 1874: Monumenti di Nicola Modetti[30] e della moglie Maria Belli, Santa Maria in Aquiro.[31]
Opere funerarie
Riepilogo
Prospettiva

Certosa di Bologna, cinque monumenti:[32]
- Monumento del marchese Michele Rusconi, 1864 ca., marmo[33]
- Bolognini Amorini, 1864, marmo[34]
- Monumento a Stefano Tavecchi, 1870, marmo[35]
- Monumento Bevilacqua Ariosti, 1877, marmo[36]
- Monumento Bevilacqua Vincenzi, 1896, marmo e mosaico.[16]
- Medaglione di Maria Zamboni-Finali.[7]
- Il profeta Ezechiele e la Resurrezione dei morti, 1861, marmo[37]
- Il Redentore, 1861, marmo[38]
- Il Divino Maestro accarezza un pargolo, 1865 ca., marmo[39]
- La pittura, 1866 ca., marmo[40]
- L'Agricoltura, 1872, marmo[41]
- L'Addolorata, 1874 ca., marmo[42]
- Monumento funebre della famiglia Galletti, 1906, marmo e bronzo, eseguito da A. Buttinelli su progetto di Galletti[43]
- Tomba Barbantini, Medaglione di Antonietta Barbantini, 1879-82, marmo,[7][44] con decorazione bronzea di Ernesto Maldarelli e Giuseppe Mentessi, su progetto ascrivibile a Mentessi o Luigi Barbantini.[45]
Opere in collezioni pubbliche
Riepilogo
Prospettiva
Pinacoteca civica Guercino di Cento:[46]
- Una dea del mare, primi anni '50, gesso.[47]
- La strage degli innocenti, 1853 ca., bassorilievo in gesso[48]
- Tobiolo e l'angelo, 1857, marmo[49]
- Fabiola, 1857, marmo[50]
- Immacolata Concezione, 1857 ca.,bronzo[51]
- Putto che preme col piede destro un otre detto La Lavina (detto anche Putto che preme l'otre o Putto che calpesta un otre[52]), 1869, bronzo e marmo[53]
- Michelangelo Buonarroti assorto nel progetto di una statua, 1882, gesso[54]
- La Primavera (o La Giovinezza), 1883, marmo[55][56]
Michelangelo e Bramante, 1883, marmo, Palazzo delle Esposizioni, Roma.[44]
Bruto schernito dai figli di Tarquinio, 1900, gesso, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma (in deposito alla Pinacoteca di Ascoli Piceno[6] dove sono presenti altre sue opere.[7][57]
A Bologna, i busti in marmo di Pellegrino Rossi nella sede centrale dell'Università degli Studi,[33] all'Accademia quello di Agostino Carracci (1852),[58] del marchese Carlo Bevilacqua (1876) nella Sala delle Assemblee della Cassa di Risparmio;[36] una copia del Putto che calpesta un otre (1875) nel cortile del Museo Civico Archeologico ed il Ritratto di G. B. Fabri alle Gallerie d'Arte Moderna.[59]
A Ravenna, Il Genio della Pesca, Museo della città.[60]
Opere varie
- Raphael, Gabriel, primi anni '50, marmo, Roma, collezione eredi Galletti[62]
- San Matteo, San Marco, San Luca, San Giovanni, 1856 ca., stucco, Chiesa di Gesù Bambino all'Esquilino[63]
- Fanciulla delibante profumo di fiori, 1859, Galeazza Pepoli, Castello[13]
- Ritratto di Giuseppe Borselli, 1868, marmo, Cento, Cassa di Risparmio[64]
- Busto di Teodoro Bonati, marmo, posto nel 1873 ed ora presente nell'atrio del Municipio bondenese[5]
- Giuseppe Mazzini, 1878, ubicazione ignota[36]
- San Giacomo, 1884, basilica di San Paolo fuori le mura[10]
- Maria Bonaparte Campello con la figlia Giacinta, Spoleto, collezione privata.[65]
- Michelangelo, Roma, collezione privata[66]
Disegni
Nel 1857 ne eseguì diversi per gli Uffizi, raccomandato da Arcangelo Michele Migliarini, all'epoca direttore del civico Museo archeologico.[7] Altri suoi disegni, anche a carattere funerario, sono conservati alla Pinacoteca Civica di Cento.[7]
Onorificenze
Oltre ai numerosi riconoscimenti ricevuti in varie esposizioni, che gli procurarono anche la nomina sia di cavaliere della Corona d'Italia che di ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro,[67] nel 1876 fu eletto professore onorario dell'Accademia di Belle Arti di Rio de Janeiro[7] e nominato Presidente dell'Accademia di San Luca nel 1899 e nel 1900.[67]
Galleria d'immagini
- Guercino
- Bolognini Amorini
- Garibaldi
- Cavour
- Bevilacqua Ariosti
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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