Stefanio Fedeli

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Stefanio Fedeli

Stefanio Fedeli (Asti, 10 febbraio 1895Rapallo, 8 gennaio 1961) è stato un generale e aviatore italiano, pluridecorato ufficiale della prima guerra mondiale, prese poi parte alla guerra di riconquista della Cirenaica e alla seconda guerra mondiale. Rimasto a prestare servizio in Africa Orientale Italiana, durante la seconda guerra mondiale partecipò ai combattimenti in quel teatro operativo fino alla resa del maggio del 1941.

Fatti in breve Nascita, Morte ...
Stefanio Fedeli
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Stefanio Fedeli nel 1918
NascitaAsti, 10 febbraio 1895
MorteRapallo, 8 gennaio 1961
Cause della morteembolia
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaArma del genio
CorpoServizio Aeronautico
SpecialitàCaccia
Reparto47ª Squadriglia
Anni di servizio1914 - 1958
GradoGenerale di squadra aerea
ComandantiItalo Balbo
Amedeo di Savoia Duca d'Aosta
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Africa Orientale Italiana
Comandante di9ª Squadriglia da ricognizione e combattimento
Decorazionivedi qui
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

L'infanzia

Nacque ad Asti, città d'origine della madre Amalia, il 10 febbraio 1895, secondo di cinque fratelli; il padre Angelo Napoleone, direttore dell'Officina del Gas della città, proveniva da una storica famiglia monzese (come si evince da una ricerca d'archivio condotta presso la Parrocchia San Biagio di Monza). Pochi anni dopo, nel 1900, la famiglia Fedeli si trasferì inizialmente a Cesena poi a Ravenna, dove il padre svolgeva lo stesso incarico lavorativo. I quattro fratelli furono educati dai genitori secondo i più alti principi di cristianità ed onestà, valori che delinearono il sereno cammino di vita dei fratelli Fedeli.[N 1]

Frequentò con passione la scuola elementare ottenendo eccellenti risultati. Alle scuole medie confermò la sua passione per lo studio accrescendo però la propria abilità sportiva, iscritto alla Società Sportiva del Rev.mo Don Giuseppe Lugaresi di Cesena, disputò infatti competizioni a livello regionale nelle varie discipline dell'atletica leggera. La licenza media la ottenne col massimo dei voti; si iscrisse poi all'Istituto Tecnico di Ravenna con indirizzo per ragionieri diplomandosi nel 1914. Allo studio abbinò, insieme ai fratelli, lo studio della musica apprendendo a suonare il pianoforte.

Fin dalla tenera età seguì le prime prodezze del volo, sia in campo sportivo che in campo militare; fu infatti la guerra italo-turca del 1911-1912[1] che vide il Regio Esercito schierare per primo nell'arma del genio, aeroplani da combattimento.[2] E fu proprio seguendo gli sviluppi del volo che egli maturò l'idea di prendere il brevetto di aviatore.

Volontario nel Regio Esercito

Appena diplomato prese la decisione di presentarsi volontario nel Battaglione aviatori[3] del Genio militare,[N 2] nel settembre del 1914[4], contraendo una ferma triennale in qualità di Ufficiale di Complemento. Ascritto nella prima categoria della classe 1894, fu promosso caporale e poi sergente nel breve volgere di tre mesi. Il 22 aprile 1915, al termine del corso di Allievo Ufficiale Pilota, fu promosso sottotenente entrando in forza al Battaglione Squadriglie Aviatori[5] con brevetto militare numero 253.

Conseguì il brevetto di pilota militare su velivolo Maurice Farman MF-1914,[6] un apparecchio da bombardamento di costruzione francese, entrando in servizio effettivo nel Battaglione il 2 maggio 1915.[7]

La grande guerra

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Il Tenente Pilota Stefanio Fedeli nel 1918.

Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò in guerra contro l'Austria Ungheria,[7] ed egli partì per la zona di operazioni. Nell'agosto di quell'anno ricevette il "battesimo del fuoco", ed i rapporti testimoniarono subito che era un pilota e ufficiale di grande valore. Assegnato alla 9ª Squadriglia da ricognizione e combattimento[8] Farman di Santa Caterina di Pasian di Prato,[N 3] al comando del capitano Giorgio Chiaperotti.[9] A fine anno il comando interinale passa al Sottotenente Fedeli che al 1º gennaio 1916 dispone di altri 4 piloti e 4 osservatori fino al 1º febbraio quando cede il comando al cap. Luigi Chiappelli. Ben presto tale unità fu decimata e lui ed i compagni superstiti furono inquadrati nel 2º Reggimento del genio. Al fronte ebbe poi l'opportunità di seguire Gabriele D'Annunzio in numerose azioni di bombardamento. Il 10 febbraio 1916 ebbe uno scontro con un apparecchio nemico che fu allontanato dal suo mitragliere: il tenente Giovanni Pirelli.[N 4]

Il suo valore e la sua abilità arrivarono fino al arrivare al Comando supremo, e il Capo di stato maggiore dell'Esercito, generale Luigi Cadorna, gli conferì la Medaglia di bronzo al valor militare "sul campo". All'inizio del 1916 ricevette il distintivo d'onore per le "fatiche di guerra", ed ai primi di aprile dello stesso anno passò in forza alla 47ª Squadriglia,[10] sempre equipaggiata con velivoli Farman, il cui compito era quello di regolare i tiri dell'artiglieria sul fronte dell'Isonzo.[11]

Il 15 novembre la squadriglia si trasferì a Taliedo da dove partì per l'Albania[12] il 10 gennaio 1917[N 5] ed il 7 febbraio successivo posero il campo a Dudular (nei pressi di Giannina) per occupare successivamente anche il poco distante campo di Krumian. Il 13 aprile su velivolo Farman matricola 1969 (Osservatore Tenente Appio Monti) lanciò manifestini sulle trincee di Dobromir, e in quello stesso mese egli fu decorato con una seconda Medaglia di bronzo al valor militare e poi promosso tenente per meriti di guerra. La 47ª Squadriglia fu sciolta nel settembre 1917, ed i suoi componenti rientrarono in Italia alla fine dello stesso mese. Ferito durante azioni aeree in Macedonia fu ricoverato all'Ospedale Militare di Torino rifiutando la concessione del distintivo di ferita e del vitalizio annuo che lo accompagnava.

Dimesso, fu posto a riposo prendendo servizio come istruttore di volo presso il Deposito d'aeronautica a Torino, ma poche settimane dopo, l'11 novembre 1917, fu trasferito al campo d'aviazione di Cascina Costa, nei pressi di Torino. Dopo la disfatta di Caporetto fece domanda per rientrare al fronte, ma richiesta fu respinta a causa della recentissima ferita subita e del lungo periodo trascorso ininterrottamente al fronte. Rimase a Cascina Costa, in qualità di istruttore di volo, fino al termine delle ostilità.

Gli anni '20

Nel 1920[13] gli furono conferite le decorazioni commemorative della Grande Guerra e la Croce al merito di guerra. L'anno successivo, dopo essere stato inquadrato nel 3º Raggruppamento aeroplani, partì alla volta della Cirenaica.[14] Quella remota regione della Libia riversava in un grave stato di crisi sfuggita al controllo delle autorità italiane, e le forze armate furono costrette ad intervenire per assumere il controllo della regione.[15] Partecipò alla campagna di riconquista della colonia eseguendo numerose missioni di ricognizione e bombardamento. Con l'istituzione della Regia Aeronautica, il 28 marzo 1923,[16] gran parte dei piloti del Genio e della Cavalleria furono inquadrati nell'Arma Azzurra, ed egli effettuò il passaggio all'aeronautica il 10 ottobre 1923. Rientrato in Italia il 16 ottobre 1924, fu assegnato al neocostituito 20º Stormo Aeroplani da Ricognizione, ma il 21 marzo 1925 fu trasferito alla Scuola d'aviazione Breda di Sesto San Giovanni con il ruolo di comandante di squadriglia e istruttore militare e professionale di volo.

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Il Maggiore Fedeli con Italo Balbo e Benito Mussolini ad Orbetello nel 1927.

La notevole esperienza accumulata durante la guerra e il servizio in Libia gli valsero l'apprezzamento di Amedeo di Savoia e di Italo Balbo. Fu quest'ultimo, incontrato durante la permanenza in Libia, che lo fece trasferire nel 26º Stormo Idrovolanti dove fu pilota collaudatore e venne abilitato come istruttore per il pilotaggio degli idrovolanti. In quello stesso periodo conobbe la sua futura moglie, Carmen Giudici,[N 6] una ragazza proveniente da una nobile famiglia di industriali cremaschi. Nel 1927 fu promosso maggiore e gli fu assegnata una seconda Croce al merito di guerra relativa alla partecipazione alla campagna libica. Poche settimane dopo fu trasferito al comando dell'Idroscalo di Orbetello dove ricoprì l'incarico di comandante logistico dello scalo di partenza nelle Crociere Aeree del Mediterraneo Occidentale e Orientale.

Gli anni '30

I primi anni '30 lo videro impiegato in importanti incarichi tra l'idroscalo di Vigna di Valle e quello di Passignano sul Trasimeno. Nel gennaio 1930 partecipò alle nozze del Principe di Piemonte Umberto di Savoia con la principessa Maria José del Belgio, e l'anno successivo fu promosso tenente colonnello ed assegnato alla base aerea di Sesto Calende in qualità di direttore del magazzino aeronautico centrale.

Per i numerosi meriti acquisiti nel corso delle Crociere Aeree e l'importante sviluppo dato alla specialità degli idrovolanti, gli furono conferite le onorificenze di Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia e Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Nel 1934 ricevette, la Medaglia d'oro di lunga navigazione aerea per venti anni di volo.

Il 16 dicembre 1936, fu nominato comandante del 18º Stormo Bombardamento Terrestre con sede ad Aviano, venendo promosso colonnello il 24 maggio 1937.

Ad Aviano ebbe modo di coltivare l'intima amicizia con il Duca d'Aosta, Amedeo di Savoia, e con l'ordinario militare dei cappellani il generale monsignor Bartolomasi. Durante il suo comando ebbe modo di compiere i voli di collaudo, per l'immissione operativa, del velivolo Piaggio P.32.

L'Africa Orientale e la guerra

Nel 1938 gli fu conferita la commenda dell'Ordine della Corona d'Italia, e il 27 settembre di quell'anno, il Duca d'Aosta, divenuto nel frattempo viceré d'Etiopia, lo volle con sé nell'Aeronautica dell'Africa Orientale Italiana. Trasferitosi con la famiglia ad Asmara,assunse tra il 1938 e 1939 il comando del locale aeroporto (poi Aeroporto Internazionale di Asmara).

Nel 1940 nacque il secondogenito, Jacopo. Nel giugno di quell'anno l'Italia entrò in guerra contro la Gran Bretagna e la Francia, e l'Africa Orientale Italiana, circondata da colonie britanniche, fu ben presto messa a dura prova dalla potenza avversaria. La base di Assab era un facile obbiettivo della Royal Air Force inglese e fu bombardata più volte.

Al comando delle basi aeree di Assab e, successivamente di Gura, Stefanio Fedeli si comportò con il sangue freddo e il coraggio che lo avevano contraddistinto nel primo conflitto mondiale. Nel mese di settembre fu decorato sul campo con la Croce di guerra al valor militare.[N 7]

Come riportato nel volume di Nino Arena "La regia aeronautica, 1939-1943: 1941: L'anno della riscossa" (Uff. Storico Aeronautica Militare, 1982), nella primavera 1941 il Generale di Brigata Aerea Pietro Piacentini affidò al Colonnello Fedeli il comando del Settore Nord dell'Aeronautica dell'Africa Orientale. L'ufficiale rimase al suo posto, in qualità di rappresentante del comando del settore nord, fino alla conquista inglese della città di Dessié.

Poco prima della caduta della città, nell'aprile 1941, il Colonnello Fedeli inviò al Generale Piacentini un telegramma che recitava: "Da questo momento cessa il comando di settore nord dell'Aeronautica dell'AOI. È imminente la consegna di Dessié nelle mani dei rappresentanti inglesi. Con un grande dolore eseguiamo l'ordine di consegnarci al nemico, fieri però di aver compiuto fino all'ultimo il nostro dovere di aviatori e di soldati. A te ed ai camerati fortunati auguriamo molta gloria. Viva l'Italia, Viva il Re Imperatore, Viva il Duce. Colonnello Fedeli.".

Lo stato di servizio del Generale Fedeli riporta tuttavia il 10 luglio 1941 come data di cattura da parte delle truppe britanniche nei pressi di Dembidolo.

La prigionìa

Il 10 luglio 1941 fu catturato ed inviato in un campo di prigionia a Nairobi (Kenya), ma dopo la morte del Duca d'Aosta, nel 1943, fu trasferito in India sotto diretto controllo inglese.[N 8] La moglie Carmen con i figli Loris e Jacopo, rimasti ad Asmara, furono rimpatriati nel corso del 1942 con i convogli della Croce Rossa. Contratta la malaria durante la detenzione, in precarie condizioni di salute, venne liberato nel giugno del 1946.

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La fototessera del Colonnello Fedeli prigioniero inglese (P.O.W.)

Il difficile rientro e gli ultimi anni di carriera

Rientrato dalla prigionia, venne promosso al grado di Generale di Brigata Aerea con decorrenza retroattiva al 1945 e, accordatagli un lungo periodo di licenza, giunse a Baveno (sul Lago Maggiore) dove si stabilì con la famiglia.[N 9]

Rientrato in servizio effettivo nel 1948 rimase nello Stato maggiore della 1ª Zona Aerea Territoriale, e per un breve periodo fu posto al comando dell'aeroporto di Cameri. Nel 1953 fu promosso generale di divisione aerea rimanendo in servizio presso 1ª ZAT cessando il pilotaggio di aeroplani.

Il congedo e la morte

Nel 1958, promosso generale di squadra aerea, fu collocato in Riserva e pensionato.[N 10] La dipartita lo colse l'8 gennaio 1961 a Rapallo.

I funerali si celebrarono a Rapallo alla presenza di un folto gruppo di alti ufficiali dell'Aeronautica Militare e di un picchetto d'onore pluri-arma.[N 11] La salma fu traslata al cimitero di Ravenna. La tomba di famiglia sita nel cimitero di Baveno (VB), che recava l'epitaffio e una grande aquila bronzea, simbolo degli aviatori, è stata deturpata e oggetto di vandalismo da parte ignoti nel dicembre 2020.

Onorificenze

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano eseguiva numerose ricognizioni in zona montuosa e spesso in condizioni atmosferiche difficili sfidando audacemente il fuoco dell'avversario che gli colpì più volte il velivolo, si portava sempre a bassa quota sulle posizioni nemiche, riuscendo sempre e con ottimi risultati nel mandato affidatogli. Il 4 maggio durante l'osservazione di posizioni nemiche continuò due ore consecutive a volare sopra lo Slene sebbene l'apparecchio fosse colpito più volte da fuciliera e pallottole avesse l'ungherone di coda rotto. Cielo del M. Nero e della Bainsizza ottobre 1915 agosto 1916.»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano eseguiva numerose ricognizioni, bombardamenti ed osservazioni di tiro affrontando audacemente il fuoco nemico che colpì più volte il suo apparecchio. Cielo della Macedonia, aprile 1917.»
Croce al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di base operativa e logistica di grande importanza dislocata in clima torrido esposta continuamente a bombardamenti notturni e diurni, dava prova di mirabile resistenza, sangue freddo e serenità esponendosi personalmente alle offese avversarie per dirigere sgombri di mole imponente e di interesse vitale per l'Arma. Al suo personale era costante esempio di sereno coraggio e sprezzo del pericolo. Assab 11 giugno-29 luglio 1940.»

Note

Bibliografia

Altri progetti

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