Simone Boccanegra

doge della Repubblica di Genova Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Simone Boccanegra

Simone Boccanegra (Genova, 1301Genova, 14 marzo 1363) fu il 1º e il 4º doge della Repubblica di Genova.

Disambiguazione – Se stai cercando informazioni sull'opera lirica verdiana, vedi Simon Boccanegra.
Fatti in breve Doge della Repubblica di Genova, Durata mandato ...
Simone Boccanegra
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Doge della Repubblica di Genova
Durata mandato23 dicembre 1339 
23 dicembre 1345
Predecessorecarica inesistente
SuccessoreGiovanni da Murta

Durata mandato15 novembre 1356 
3 marzo 1363
PredecessoreBernabò e Galeazzo II Visconti
SuccessoreGabriele Adorno

Dati generali
Partito politicoghibellini
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È considerato uno dei padri della città di Genova al tempo della Repubblica marinara.

Biografia

Riepilogo
Prospettiva
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Stemma nobiliare dei Boccanegra
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Ritratto di Simone Boccanegra, XIX sec.

I Boccanegra erano di nobiltà recente; il primo di loro ad emergere fu Guglielmo Boccanegra, nominato Capitano del popolo, che fece erigere nel 1260 il palazzo San Giorgio, sede della massima autorità Comunale; da fuoruscito in Francia, ad Aigues-Mortes progettò le mura di quella città per il re di Francia Luigi IX.

Simone Boccanegra ebbe a Genova un ruolo analogo, se non ancora più ampio di questo suo antenato.

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Grosso di Simone Boccanegra
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Monumento sepolcrale di Simone Boccanegra
Genova, Museo di Sant'Agostino

Fu il primo doge della Repubblica, acclamato a vita il 23 dicembre 1339. Il titolo della Repubblica di Genova a quel tempo era, in realtà, più propriamente chiamato - in lingua genovese - Duxe (Duce).

Con la nomina di Boccanegra ebbe inizio l'età dei dogi perpetui e della cosiddetta "egemonia popolare" che avrebbe contraddistinto il governo nella Repubblica di Genova.

Contrastato dai nobili, perse anche l'appoggio del popolo e nel 1344 rinunciò al dogato riparando a Pisa.

Nel 1356, con l'appoggio dei Visconti rientrò a Genova riassumendo la carica di doge.

Nel 1363 Boccanegra morì, forse avvelenato per mano di sicari delle famiglie Adorno e Fregoso che da quel momento acuirono la loro lotta per contendersi il controllo del dogato.[1]

Venne inumato nella chiesa di San Francesco di Castelletto.[2]

Un'immagine di Simone Boccanegra sarebbe raffigurata sul prospetto principale di palazzo San Giorgio. Secondo taluni l'immagine potrebbe riferirsi invece a un altro Boccanegra, Guglielmo Boccanegra, Capitano del Popolo e committente del palazzo stesso, ma una lettera "S" davanti al nome Boccanegra rinvenuta fra gli appunti di Lodovico Pogliaghi, restauratore del prospetto del palazzo, fa supporre che l'affresco si riferisca proprio al primo doge genovese.

Fu il padre di Egidio Boccanegra, sposato a Richetta Riccio, e il nonno di Ambrogio Boccanegra.

Giuseppe Verdi ha musicato[3] il libretto di Francesco Maria Piave, tratto dalla tragedia Simón Bocanegra di Antonio García Gutiérrez.

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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