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saggista e giornalista italiano (1920-2018) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Silvio Bertoldi (Verona, 18 luglio 1920 – Milano, 12 gennaio 2018) è stato un giornalista e saggista italiano.
Nato a Verona nel 1920, laureato in Lettere presso l'Università di Padova, Silvio Bertoldi lavorò inizialmente al quotidiano L'Arena di Verona diventandone capocronista, quindi si trasferì a Milano chiamato da Emilio Radius: fu inviato di Oggi,[1] diresse poi i settimanali Epoca e La Domenica del Corriere[2] e ha collaborato per decenni con il Corriere della Sera.
Alla passione per il giornalismo abbinò quella per la storia, dedicandosi ben presto a una copiosa e fertile produzione di saggi storici, in gran parte incentrati sul ventesimo secolo[3] al punto da essere considerato tra i maggiori divulgatori del novecento.[4] Un compito svolto con professionalità, dalla lunga intervista (raccolta in 10 audiocassette) che gli concesse Dino Grandi, il protagonista del 25 luglio 1943, sulle vicende che portarono alla fine del fascismo, all'incarico che gli affidò Angelo Rizzoli, l'editore, di verificare nel 1967 a Londra l'autenticità di alcuni diari attribuiti a Mussolini: Bertoldi si fece accompagnare da Giorgio Pini, che aveva una pagina di diario autentico, riuscendo a smascherare il falso.[4]
Pubblicò oltre una quarantina di volumi dedicati alla seconda guerra mondiale, al fascismo, alla guerra civile. Numerose le biografie di protagonisti della storia italiana ed europea, quali Pietro Badoglio, Vittorio Emanuele III, Umberto II, altri membri della dinastia Savoia[5] e di Adolf Hitler.
Nel 1967 vinse il Premio Saint-Vincent per il giornalismo.
Morì a 97 anni, nel gennaio 2018, nella sua casa di Milano in via Anelli.[6]
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