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vino DOCG lombardo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lo Sforzato o Sfursat di Valtellina è un vino, passito secco, DOCG la cui produzione è consentita in provincia di Sondrio[1]
Sforzato o Sfursat di Valtellina | |
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Dettagli | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Resa (uva/ettaro) | 8,0 t |
Resa massima dell'uva | 50,0% |
Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 11,0% |
Titolo alcolometrico minimo del vino | 14,0% |
Estratto secco netto minimo | 27,0 g/l |
Riconoscimento | |
Tipo | DOCG |
Istituito con decreto del | 30/11/11 |
Gazzetta Ufficiale del | nº 295 del 20 dicembre 2011 |
Vitigni con cui è consentito produrlo | |
| |
MiPAAF - Disciplinari di produzione vini[1] |
Comprende parte dei territori dei comuni di Albosaggia, Ardenno, Berbenno di Valtellina, Bianzone, Buglio in Monte, Caiolo, Castione Andevenno, Chiuro, Montagna in Valtellina, Piateda, Poggiridenti, Ponte in Valtellina, Postalesio, Sondrio, Teglio, Tirano, Tresivio e Villa di Tirano, tutti in provincia di Sondrio.
La Valtellina (valle dell'Adda) è una valle alpina che ha un poco usuale andamento est-ovest. Essa si trova a nord del lago di Como (latitudine 46,0-46,5º) ed è racchiusa a nord e ad est dalle Alpi Retiche e a sud dalle Alpi Orobie (tutte cime oltre i 2 000 m). I vigneti occupano la fascia pedemontana (fra i 300 ed i 700 m) delle Alpi Retiche e, in misura minore, il fondovalle a sinistra dell'Adda. Essi pur essendo costantemente ventilati perché situati in una valle, risultano protetti sia dai venti freddi del nord che da quelli caldo-umidi del sud. Godono inoltre dell'effetto termoregolatore del lago di Como.[1]
Durante il periodo vegetativo (aprile-ottobre) la temperatura è compresa fra i 5 ed i 35 °C con scarse precipitazioni ed umidità relativa dell'aria fra il 65 e l'80% La notevole pendenza dei terreni (fin oltre il 70%) e la presenza dei muretti dei terrazzamenti (si stima una lunghezza complessiva di oltre 2 500 km) incrementano l'effetto dell'insolazione (oltre 1 900 ore/anno) preservando i vigneti dalle gelate e favorendo la maturazione dell'uva.[1]
Infine, le considerevoli escursioni termiche giornaliere (8-20 °C) nel periodo finale della maturazione concorrono a migliorare le qualità organolettiche dei vini prodotti. Alla stregua dei terreni prevalentemente sabbiosi (circa 70% di sabbia, 18% di limo e 10% di argilla), con assenza di calcare, molto permeabili, con scarsissima ritenzione idrica e per lo più poco profondi.[1]
Nell'antichità la Valtellina è stata in successione abitata da Celti, romani e Longobardi: tutti popoli che conoscevano e praticavano la viticoltura per cui resta difficile datare la introduzione della vite nella zona. La sua intensificazione però è sicuramente riconducibile all'epoca romana, poi ripresa nel medioevo (sec. X e XI) dai “magistri comacini” e dai monaci benedettini in quanto il Monastero Sant'Ambrogio di Milano era proprietario di vigne nella zona. Dal 1550 al 1797, la Valtellina fu occupata dagli svizzeri della Lega Grigia (oggi Cantone dei Grigioni) che diedero grande impulso alla viticoltura ed all'esportazione dei vini prodotti verso le corti del centro e nord Europa[1]
La zona si presta molto bene all'appassimento del nebbiolo che infatti produce il vino passito secco, insieme all'Amarone della Valpolicella, più rinomato tra quelli italiani.
Precedentemente l'attuale disciplinare DOCG era stato:
Il disciplinare del 1968 prevedeva:
Il disciplinare del 2003 prevedeva:
Lo Sforzato, vino complesso e strutturato, si abbina con particolare felicità a piatti di carne importanti e salsati. Selvaggina di pelo e di piuma e brasati sono ideali. Ottimo con i formaggi a pasta dura.
Provincia, stagione, volume in ettolitri
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