Sessi (torrente)
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Il Sessi è un torrente che percorre (dandovi il nome) la valle omonima, ed è affluente di sinistra della Dora Riparia. Il suo corso si svolge interamente in provincia di Torino, e idrograficamente fa parte del bacino del Po.
Sessi | |
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Il torrente Sessi a Caprie | |
Stato | Italia |
Lunghezza | 9,8 km[1] |
Portata media | 0,76 m³/s[2] |
Bacino idrografico | 26,2 km²[2] |
Altitudine sorgente | 2 084 m s.l.m. |
Nasce | Tomba di Matolda, massiccio del Civrari |
Affluenti | Rio Tomba, Rio Garnero, Rio Freddo |
Sfocia | Dora Riparia presso Caprie 45°06′37″N 7°19′50″E |
Nasce presso il "panettone" detto Tomba di Matolda (sede di antiche leggende su un tesoro longobardo), a 2.081 metri di quota, nel massiccio del Monte Civrari e lungo la strada che porta al Colle del Colombardo[3]. Nel primo tratto non si chiama ancora Sessi, ma Rio della Tomba, per l'appunto; è quando, poco oltre, raccoglie le acque del Rio Garnero[4], sempre proveniente dal Civrari, che si può parlare di torrente Sessi.
L'unico ulteriore contributo significativo alla portata del corso d'acqua è quello del Rio Freddo, sulla sua destra orografica. Altri affluenti sono infine il Rio di Pera Bruna, il Rio di Pietra Bianca, il Rio del Salto del Bue e il Rio Giën[5].
L'andamento, in direzione Nord-Sud, bagna i territori delle frazioni di Pratobotrile, Lajetto, Celle, Coindo, Sigliodo e via via delle altre frazioni che si susseguono; mai direttamente gli abitati, che sorgono ad una certa distanza dal greto a causa della forte pendenza che questo determina su entrambi i lati della valle. Fino ad alcuni decenni addietro, prese d'acque permettevano di irrigare i coltivi dei vari borghi, tramite canali realizzati all'uopo[6].
Il corso del Sessi si caratterizza per la varietà di "forme" che ha realizzato nel suo letto, ricco di cascate, vasche, salti e infine di un vero canyon, la falesia di Caprie[7]. Poche centinaia di metri dopo aver attraversato il comune, la sua breve vita come torrente di fondovalle finisce nella confluenza con la Dora Riparia.
L'origine del nome è incerta: le ipotesi vanno dal personale gentilizio "Sessius" ad un'idronimia precedente (secondo l'ipotesi del substrato vasconico) quale "Sessis".[8].
Nei pressi della confluenza nella Dora avvennero gli scontri culminati con la Battaglia delle Chiuse fra Carlo Magno e il re longobardo, Desiderio. Fra gli sconfitti in fuga, su per la Val Sessi nel tentativo di ricongiungersi con i connazionali in Val di Viù, anche la regina Matolda, che trovò la morte presso il suddetto colle[9], quasi in corrispondenza della sorgente del torrente. Le voci sul presunto "tesoro" con lei sepolto sembrano aver trovato, in tempi attuali, alcune parziali conferme[10] In realtà testimonianze più recenti fanno derivare il toponimo Matolda dal soprannome dei Cargnino, una famiglia di allevatori di Viù proprietari di parte dei pascoli sfruttati dall'alpeggio nei pressi della cima.[11] Tomba potrebbe invece derivare dalla forma a tumulo arrotondato che caratterizza il rilievo, ma potrebbe anche essere la trasformazione del termine locale Comba[12] (conca, avvallamento) inizialmente riferito al vicino alpeggio e poi, per estensione, alla cima.
La storia del Sessi è per il resto legata al secolare fiorire, e recente spopolamento, della montagna italiana; le numerose bealère che irrigavano i campi coltivati sono una delle poche testimonianze oggi visibili dell'importanza vitale rivestita per lungo tempo dal torrente per una vasta popolazione contadina[4] Gli ultimi eventi ad aver incrociato la grande storia, sulle sponde del Sessi, sono quelli legati alla Resistenza[13]
Il Sessi è uno degli ormai rari corsi d'acqua italiani dove viva il Gambero di fiume[14], specie in via d'estinzione e pertanto protetta.
Anticamente, nel bacino del Sessi furono impiantate diverse miniere (anche d'oro)[15]; oggi il greto del torrente regala ai mineralogisti campioni di zoisite e di granato, in parte destinati a fondi per la ricerca[16].
Le acque del Sessi sono sfruttate per l'ottenimento di energia idroelettrica, grazie ad una centrale installata non lontano dall'abitato di Lajetto[17], mentre è allo studio la realizzazione di una seconda centrale posta più a valle[18].
Il torrente conosce una varietà di utilizzi a fini turistici, prestandosi infatti - dove presenta ampie vasche - al nuoto[19] e ad attività di canyoning[20]
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