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sequestro di persona Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il sequestro Soffiantini è stato un sequestro di persona a scopo di estorsione avvenuto in Italia nel 1997 del quale fu vittima l'imprenditore Giuseppe Soffiantini (Manerbio, 6 marzo 1935 – Brescia, 12 marzo 2018), operante nell'ambito del settore tessile italiano.[1]
Soffiantini fu il fondatore nel 1961, e poi il titolare per oltre 50 anni del Gruppo Manerbiesi nel distretto dell'omonima città bresciana[2][3]. Molto noto nella zona, la sua ditta giunse a contare 400 operai[4]. Diresse un consorzio di importanti ditte tessili del luogo.
Il 17 giugno 1997, tra le 22:30 e le 23:00, l'imprenditore tessile sessantaduenne Giuseppe Soffiantini venne rapito dalla sua casa di Manerbio da una banda capeggiata da Mario Moro[5][6], ex pastore nativo di Ovodda da tempo residente a Ginestreto (FC), e composta da due rapinatori pregiudicati, Giorgio Sergio[7] e Osvaldo Broccoli[8], ambedue di Cesena, che, dopo aver legato e imbavagliato la collaboratrice domestica e la moglie, Adele Mosconi, e averle rinchiuse in cantina, lo caricano a forza su un'auto Fiat Croma guidata da Agostino Mastio[9], originario di Galtellì ma trasferitosi a Perugia. Il rapimento era stato architettato da Mario Moro con la collaborazione di un altro basista, Pietro Raimondi[10][11][12], a sua volta di Manerbio e conosciuto in prigione. Dopo il sequestro, i banditi consegnarono l'ostaggio ad Attilio Cubeddu e Giovanni Farina, che lo rinchiudono in diversi covi tra le montagne della Calvana e le campagne fra Grosseto e Siena[13][14].
Il 17 ottobre 1997 ci fu una fallita operazione contro i rapitori a Riofreddo delle teste di cuoio dei NOCS. Quella notte avvenne un conflitto a fuoco che portò alla morte dell'ispettore Samuele Donatoni. Solo dopo un tentativo di fuga, molteplici problemi di salute e il taglio della cartilagine di entrambe le orecchie (una delle quali venne recapitata con una lettera negli studi del TG5, e la sera stessa la missiva fu letta in diretta da Enrico Mentana)[15], i sequestratori rilasciano Soffiantini che venne ritrovato in località Impruneta (FI) il 9 febbraio 1998, dopo 237 giorni di prigionia e previo pagamento di un riscatto di 4 milioni di dollari USA, pari 5 miliardi di lire dell'epoca[16][17].
In seguito all'arresto di Giovanni Farina in Australia, Soffiantini ha preteso la restituzione del denaro versato, ma non ha mai riconosciuto in Giovanni Farina il suo carceriere, nonostante la condanna[18]. Negli anni si è ritenuto che Cubeddu sia stato ucciso dallo stesso Farina, intenzionato a non dividere i soldi del riscatto[19]. ma nel 2012 sono state avviate indagini a tappeto in Ogliastra per cercarlo nella convinzione che vivesse lì con la complicità di diverse persone[20] Nell'occasione del sequestro ci fu anche un presunto tentativo di estorsione ai figli di Soffiantini da parte del generale dei carabinieri Francesco Delfino, poi condannato a 4 anni e 3 mesi per truffa.[21] Giuseppe Soffiantini muore a Brescia il 12 marzo 2018.[22]
Lo stesso Giuseppe Soffiantini ha composto alcune opere ispirate all'episodio:
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