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La scrittura collettiva è una forma di scrittura di testi che coinvolge più autori. Normalmente si parla di scrittura collettiva in riferimento alla composizione di testi narrativi, mentre si preferisce usare la dizione più generica scrittura collaborativa per testi di altro tipo.
Il fenomeno della scrittura collettiva, per lungo tempo relegato al rango di gioco letterario, in Italia ha una forte tradizione[1] e negli ultimi anni ha assunto dignità artistica e commerciale[2], grazie soprattutto al successo dei romanzi del collettivo Wu Ming, al quale si sono affiancati i collettivi Kai Zen e Paolo Agaraff, quest'ultimo anche con l'eteronimo Pelagio D'Afro.[3]
Nel 2006, un gruppo di operatori romani ha registrato il marchio "Scrittura Collettiva" per una serie di progetti di scrittura in contemporanea in ambito sociopedagogico (scuole, carceri, ospedali).
Nel 2007, gli scrittori Gregorio Magini e Vanni Santoni hanno fondato il SIC (Scrittura Industriale Collettiva), un metodo scientifico di scrittura collettiva per la stesura partecipata di racconti e romanzi da parte di gruppi e masse, che ha finora prodotto otto racconti[4] (compresi tra le dodici e le venti mani) e un romanzo (a 230 mani).[5]
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