Santuario del Nome di Maria
chiesa a Lodrone, Storo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il santuario del Nome di Maria, detto popolarmente della Madonna dell'Aiuto, è una chiesa cattolica situata a Lodrone, frazione del comune di Storo, in provincia di Trento; è sussidiario della parrocchiale dell'Annunciazione di Maria di Lodrone e fa parte dell'arcidiocesi di Trento[1][2][3].
Santuario del Nome di Maria | |
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Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Lodrone (Storo) |
Indirizzo | Via 24 Maggio - Fraz. Lodrone |
Coordinate | 45°49′35.26″N 10°31′53.29″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Santissimo Nome di Maria |
Arcidiocesi | Trento |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio costruzione | XVI secolo |
Completamento | XVIII secolo (ricostruzione) |
L'epoca di fondazione di questa chiesa è incerta: una prima cappella venne forse eretta nel Cinquecento, presumibilmente per volontà dei conti Lodron, ma la prima citazione documentale è soltanto del 1694[1][3]. La chiesa venne ricostruita in forme barocche tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento; secondo alcune fonti fu in occasione del matrimonio tra Sebastiano Francesco Lodron e Anna Margherita Kuhen-Belasi (fine Seicento)[3], mentre secondo altre fu per iniziativa di Girolamo Giuseppe Lodron, allora curato di Lodrone, nel 1725[1]. Danneggiata da un'alluvione nel 1969, venne restaurata nel 1974 (contemporaneamente venne realizzato l'adeguamento liturgico) e poi ancora nel 1983[2].
La chiesa venne annoverata tra i santuari mariani del Trentino nel 1928, durante una visita pastorale di Celestino Endrici; vi si venera infatti un quadro raffigurante la Madonna dell'Aiuto, probabilmente risalente al Cinquecento; la tela venne vandalizzata e poi riparata nel 1866 (la parte centrale venne tagliata e rubata, per poi essere rinvenuta in Val Vestino). Già anticamente la Madonna era festeggiata l'8 settembre (ricorrenza della Natività di Maria), data in cui si teneva anche un grande mercato a Ponte Caffaro, oltreconfine; nel 1930 l'allora parroco don Valentino Morelli spostò la celebrazione al 12 settembre (festa del Nome di Maria) proprio per staccarla dal mercato[3][4].
Il santuario sorge all'estremità meridionale del paese di Lodrone, a poca distanza dal fiume Caffaro, che segna il confine con la provincia di Brescia[1]; nei pressi si trovano anche il Palazzo Caffaro e l'ex chiesa di Santa Croce. L'edificio, orientato verso nord-ovest, si affaccia sulla strada statale 237 e, con il suo sagrato, si trova alcuni gradini al di sotto del piano stradale.
L'edificio, più largo che alto, si presenta con facciata a capanna suddivisa in tre parti uguali da arcate a pieno centro (richiamo alle tre navate interne): la sezione centrale ospita il portale d'accesso, affiancato da due finestrelle rettangolari sdraiate e coronato da un bassorilievo in stucco raffigurante la Madonna dell'Aiuto, ed è aperta in alto da una finestra a lunetta; quelle laterali hanno ciascuna una finestrella rettangolare in basso, e una a lunetta in alto[1][3].
Dalla fiancata destra emerge la sagrestia, allineata alla facciata, e sul bordo del tetto svetta un doppio campanile a vela, disposto lateralmente; è presente un'unica finestra lunettata in corrispondenza della seconda campata dell'interno, mentre sulla fiancata sinistra le finestre sono tre: una a lunetta e due rettangolari; altre due finestre a lunetta si aprono sul presbiterio[1].
L'interno è composto da tre brevi navate voltate a crociera, ciascuna suddivisa in due campate da archi a sesto ribassato poggianti su pilastri cruciformi con capitelli compositi. La navata centrale termina con il presbiterio, rialzato di un gradino e delimitato da una balaustra settecentesca[1]: vi si trova l'altare maggiore moderno e, in una cornice affissa alla parete di fondo, il quadro votivo cinquecentesco raffigurante la Madonna dell'Aiuto[4]. Le navate laterali si concludono invece con cappelle simmetriche assai poco profonde[1]: ospitano due altari barocchi, coevi alla ricostruzione settecentesca della chiesa e attribuiti ai "Boscaì" di Levrange, restaurati nel 2008[3][4].
La chiesa conserva alcune opere provenienti dall'ex chiesa di Santa Croce: due tele di Nicolò Dorigatti con scene del ritrovamento della Vera Croce, appese alle pareti laterali, e due statue poste ai lati del presbiterio, raffiguranti i santi Girolamo e Sebastiano, opera di Sebastiano e Cristoforo Benedetti di Castione[3].
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