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Il film American Beauty, uscito nelle sale nel 1999, ottenne un ampio successo di pubblico e di critica, con un incasso di oltre 350 milioni di dollari in tutto il mondo. Annovera tra i suoi maggiori riconoscimenti 5 Oscar vinti su 8 candidature e 3 Golden Globe su 6 nomination.
Premi assegnati a American Beauty[1] | ||
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Alan Ball, la cui sceneggiatura si aggiudicò numerosi riconoscimenti. | ||
Premio | Vinto | Nominato |
5 | 8 | |
1 | 1 | |
0 | 1 | |
1 | 3 | |
1 | 1 | |
|
0 | 1 |
|
1 | 1 |
0 | 1 | |
6 | 14 | |
|
1 | 1 |
0 | 5 | |
1 | 1 | |
1 | 1 | |
0 | 1 | |
1 | 1 | |
1 | 1 | |
1 | 1 | |
4 | 7 | |
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1 | 7 |
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0 | 1 |
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1 | 1 |
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1 | 1 |
0 | 1 | |
3 | 3 | |
0 | 1 | |
1 | 1 | |
0 | 4 | |
0 | 1 | |
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1 | 1 |
2 | 2 | |
3 | 6 | |
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1 | 1 |
1 | 2 | |
0 | 1 | |
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0 | 1 |
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1 | 1 |
1 | 1 | |
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3 | 3 |
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1 | 1 |
2 | 10 | |
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5 | 5 |
1 | 1 | |
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1 | 1 |
0 | 1 | |
2 | 2 | |
2 | 2 | |
1 | 1 | |
4 | 12 | |
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1 | 1 |
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1 | 1 |
1 | 1 | |
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1 | 1 |
4 | 4 | |
0 | 7 | |
3 | 4 | |
4 | 4 | |
0 | 3 | |
1 | 1 | |
1 | 1 | |
1 | 1 | |
1 | 1 | |
2 | 2 | |
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1 | 1 |
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Totale | 86 | 159 |
Inizialmente la pellicola di Sam Mendes non venne considerata la principale favorita per dominare la stagione di festival cinematografici. Diversi film che uscirono sul finire del 1999 riuscirono a strappare il consenso della critica statunitense nelle cosiddette "liste di fine anno"[2]. Sebbene la Chicago Film Critics Association e la Broadcast Film Critics Association nominarono American Beauty "miglior film dell'anno", altre associazioni specializzate come il New York Film Critics Circle, la National Society of Film Critics e la Los Angeles Film Critics Association lo citarono tra i migliori[3], ma consegnarono il massimo riconoscimento a pellicole differenti[2]. Il triplice successo in gennaio ai Golden Globe 2000 (miglior film drammatico, miglior regista, migliore sceneggiatura) fu, pertanto, inaspettato, giacché precedentemente erano trapelate notizie su una sconfitta certa del film[3][4].
Tra i candidati alla 72ª edizione degli Oscar non emerse alcun favorito in particolare[2]. La DreamWorks, casa di produzione di American Beauty, aveva già sponsorizzato il proprio lavoro cinque settimane prima che i 5600 membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences ricevessero le schede per la votazione. Tale campagna affiancò alla pubblicità tradizionale delle strategie più mirate. Gli elettori vennero informati nelle loro zone mediante la promozione in «ambienti adeguati e casuali», nonostante fosse stato proibito l'avviso selettivo tramite posta elettronica. Il candidato al miglior film del 1998 della DreamWorks, Salvate il soldato Ryan, aveva perso il confronto con Shakespeare in Love; ciò spinse i dirigenti a puntare su un approccio completamente differente, assumendo personalità emergenti assieme a tre consulenti esperti, che, dal canto loro, raccomandarono la casa di produzione di «pensare in piccolo». Nancy Willen spinse lo studio a realizzare uno speciale sulla lavorazione della pellicola e a organizzare un botta e risposta con Mendes per la British Academy of Film and Television Arts; Dale Olson suggerì di far circolare il film, oltre che sulle testate giornalistiche principali, su pubblicazioni gratuite a Beverly Hills, città di residenza di molti votanti. Egli stesso fu responsabile della proiezione di American Beauty davanti a circa 1000 componenti dell'Actors Fund of America, tra i quali si nascondevano anche membri dell'Academy. Bruce Feldman, infine, accompagnò Mendes al Santa Barbara International Film Festival, durante il quale il regista partecipò a una cena privata in onore di Anthony Hopkins, in compagnia di alcuni degli elettori degli Oscar[5].
Nel febbraio 2000 il film venne candidato a 8 Premi Oscar, mentre i suoi contendenti più vicini, Le regole della casa del sidro della Miramax e Insider - Dietro la verità della Spyglass Entertainment, ricevettero 7 nomination per parte. Il mese seguente, le principali organizzazioni sindacali cinematografiche (Writers Guild of America, Screen Actors Guild, Producers Guild of America, American Society of Cinematographers, Directors Guild of America) gli assegnarono le maggiori onorificenze. Fu allora che si iniziò a pensare che il film di Mendes avrebbe potuto imporsi in più categorie alla cerimonia degli Oscar[2]. Per far crollare le possibilità residue de Le regole della casa del sidro, la DreamWorks acquistò il 38% di spazio pubblicitario in più rispetto alla Miramax su Variety[6]. Il 26 marzo allo Shrine Auditorium di Los Angeles American Beauty si aggiudicò 5 statuette: miglior film, miglior regista a Sam Mendes miglior attore a Kevin Spacey, migliore sceneggiatura originale a Alan Ball e migliore fotografia a Conrad L. Hall[7]. La campagna di promozione del film nei confronti della critica, che peraltro contribuì al conseguimento di sei British Academy Film Awards su 14 nomination[3], valse alla DreamWorks un riconoscimento dalla Publicists Guild of America[8].
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