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specie di pianta della famiglia Fabaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La ginestra bianca (Retama raetam (Forssk.) Webb & Berthel., 1842) è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabacee.[1]
Ginestra bianca | |
---|---|
Retama raetam | |
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Fabidi |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Sottofamiglia | Faboideae |
Tribù | Genisteae |
Genere | Retama |
Specie | R. raetam |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Genere | Retama |
Specie | R. raetam |
Nomenclatura binomiale | |
Retama raetam (Forssk.) Webb & Berthel., 1842 | |
Sinonimi | |
Genista raetam |
L'etimologia del nome scientifico del genere Retama: sia in ebraico che in arabo rotem, retem o retama, definisce una corda legata al dito come un promemoria. Nella tradizione araba, inoltre, il nome Retam è un nastro che gli arabi usavano legare intorno ad un arbusto di ginestra bianca prima di partire; se al loro ritorno il nastro era al proprio posto erano certi di non essere stati traditi; in caso contrario il segno era quello, evidente, di un avvenuto tradimento[2].
È una pianta diffusa in Israele e citata nella Bibbia come genista raetam[3][4], secondo alcuni anche tra le specie presenti nel giardino dell'Eden[5].
È una specie a portamento arbustivo, che può raggiungere altezza di 1–2 m.
I fiori, di colore bianco, sono riuniti in racemi densi.
Il frutto è un baccello ellissoide.
Fanerofita cespitosa con fioritura da marzo ad aprile. I semi, che vengono generati al termine della fioritura, hanno vitalità sufficiente a garantire la sostituzione degli individui senescenti. Numerose plantule sono state osservate tra le ramificazioni basali di individui maturi che fungono probabilmente da nursery per i giovani individui. Ciò indicherebbe un meccanismo di disseminazione per gravitocoria[6].
La riproduzione avviene per seme, in natura solo nell'habitat dunale di riferimento; la riproduzione in vivaio ed il successivo impianto sono estremamente difficili; per le ginestre autoctone siciliane sono state effettuati del progetti di ricerca per lo studio dell'introduzione e delle potenzialità che hanno avuto successo, ma solo attraverso una opportuna scarificazione dei semi e delle accorte tecniche di crescita in vaso[7].
Psammofita specializzata nella colonizzazione e stabilizzazione delle dune. In condizioni ecologiche idonee l’entità mostra la capacità di penetrare all’interno fino a 800 m dalla linea di costa nelle stazioni calabresi e fino a 7 km in alcune stazioni siciliane. Lungo la costa siciliana è stata descritta l’associazione Asparago horridi-Retametum gussonei Brullo, Asparago stipularis-Retametun gussonei riferibile al Periplocion angustifoliae. Mentre per quelle calabresi è stata proposta l’associazione Pistacio lentisci-Retametum gussonei[6].
Retama raetam è diffusa nelle isole Canarie e in parte del bacino del Mediterraneo (Spagna, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele, Giordania e Libano).
In Italia è presente unicamente la sottospecie R. raetam subsp. gussonei, in passato ritenuta un endemismo esclusivo della Sicilia orientale (distretto camarino-pachinense), nella fascia costiera tra Licata e Gela. È tuttavia presente anche in Calabria, principalmente nella duna di Marinella nel territorio di Cirò (KR).[6][8] In tale sito costituisce la specie di riferimento dell'area Sic IT9320100 "Dune di Marinella"[9]. Recentemente sono state scoperte altre presenze in Calabria sulla costa tirrenica a nord di San Ferdinando (RC) e Nicotera (VV)[6].
Sono note tre sottospecie:[1]
Sono in corso progetti di ricerca sulle proprietà farmacologiche di Retama retam[10], in particolare sugli effetti diuretici. Gli utilizzi diretti possono però anche essere tossici, allucinogeni o letali[11].
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