Il regno dei cieli (in greco: ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν, he basileia tōn ouranōn) oppure il regno di Dio (in greco: ἡ βασιλεία τοῦ Θεοῦ, he basileia tou Theou) è un concetto chiave del cristianesimo basato su un'espressione attribuita a Gesù e riportata nei Vangeli.
A volte è indicato anche come regno di Cristo o, più semplicemente, il Regno. A Dio Padre nel regno dei cieli è riservata l'invocazione iniziale del Padre nostro[1][2]. Sia per la seconda parusia di Cristo che per il progredire del Regno di Dio nel tempo presente (Catechismo della Chiesa cattolica (CCC), 2859)[3].
Nei Vangeli
Differenti espressioni
La parola regno ricorre nel Nuovo Testamento più di 100 volte ed è utilizzata soprattutto dai Vangeli sinottici. Il termine greco "basileia", come quello italiano "regno" indica sia la potestà e dignità regia, la regalità, sia concretamente il reame su cui è esercitata la signoria. L'ampiezza semantica del termine originario e di quello tradotto rende talvolta possibile utilizzi ed interpretazioni differenziate del termine "regno di Dio". Perciò nel Nuovo Dizionario Teologico di Herbert Vorgrimler (EDB 2004) la voce "regno di Dio" è sostituita dalla voce "signoria di Dio".
L'evangelista Matteo nel suo vangelo preferisce il termine basileia tōn ouranōn, che è stato comunemente tradotto come regno dei cieli, mentre Luca e Marco nei loro vangeli preferiscono l'espressione Basileia tou Theou, che viene comunemente tradotto in italiano come regno di Dio.
In ebraico l'espressione "i cieli" è un comune eufemismo per indicare Dio senza nominarlo esplicitamente. L'uso si è trasmesso anche all'italiano in espressioni come "se il ciel lo vuole..." ecc. Perciò l'espressione di Matteo, il cui vangelo è indirizzato prevalentemente a cristiani di origine ebraica, è equivalente a quelle di Luca e Marco.
All'inizio della predicazione
Soprattutto all'inizio della sua predicazione Gesù sottolinea l'imminenza di questo regno dei cieli (o di Dio). All'inizio del Vangelo di Marco Gesù dice:
« Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo » ( Marco 1,15, su laparola.net.) |
All'inizio del Vangelo di Matteo Giovanni il Battista dice:
« Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! » ( Matteo 3,2, su laparola.net.) |
Sempre nel Vangelo di Matteo Gesù stesso dice:
« Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! » ( Matteo 4,17, su laparola.net.) |
Le parabole sul Regno
In molte parabole Gesù cerca di illustrare le caratteristiche di questo regno. Ecco un elenco di parabole di Matteo in cui si illustra il regno dei cieli:
- Parabola del seminatore - il regno è paragonato al seminatore che sparge il grano e questo fruttifica dove più e dove meno - 13,1-9[4];
- Parabola del granello di senape - il regno è paragonato ad un piccolo seme che diventa una pianta grande - 13,31-32[5];
- La parabola del lievito - il regno è paragonato al lievito che fermenta tutta la pasta - 13,33-35[6];
- Parabola del tesoro nascosto - il regno è paragonato ad un tesoro nascosto in un campo; chi lo trova compra il campo per diventarne legittimo proprietario - 13,44[7];
- Parabola della perla preziosa - il regno è paragonato ad una perla preziosa; il mercante che la trova vende tutti i suoi averi per poterla comperare - 13,45-46[8];
- Parabola della rete - il regno è paragonato a una rete che raccoglie pesci buoni e pesci cattivi; una volta a terra i pescatori dividono gli uni dagli altri - 13,47-50[9];
- Parabola del servo senza pietà - il regno è paragonato ad un padrone che fa i conti con i suoi servi e condona volentieri i debiti a chi è pronto lui stesso al condono - 18,23-25[10];
- Parabola dei lavoratori della vigna - il regno è paragonato ad un padrone che assolda a tutte le ore dei lavoratori per la sua vigna - 20,1-16[11];
- Parabola del banchetto di nozze - il regno è paragonato ad un re che organizza un banchetto per il suo figlio che si sposa ed invita tutti al banchetto stesso - 22,1-14[12];
- Parabola delle dieci vergini - il regno è paragonato a dieci vergini di cui cinque prudenti e cinque stolte - 25,1-13[13].
Queste parabole vengono chiamate allora Parabole del regno.
Significato
Con questa espressione Gesù si riferiva al regno o alla sovranità di Dio su tutte le cose. Questo concetto era in contrapposizione a quello di regno dei poteri terreni, specialmente l'Impero romano, che aveva occupato le città di Nazaret e Cafarnao, dove Gesù viveva, ma anche la città più importante della Giudea, Gerusalemme.
Nella tradizione cristiana il Regno dei Cieli (o di Dio) è stato accostato al concetto di Paradiso.
Il concetto di Regno dei Cieli o Regno di Dio, si può esprimere in questi termini: "la diffusione e la pratica dei Principi cristiani nella società umana, con i quali Principi inizia la realizzazione, già in questa terra, della vita eterna."
Il Regno è vicino
Nel rivolgersi a Ponzio Pilato, Gesù ha affermato :
« «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui». Allora Pilato gli disse: «Ma dunque, sei tu re?» Gesù rispose: «Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». » ( Gv18,36-37, su laparola.net.) |
In molte occasioni precedenti il Cristo aveva parlato del Regno che sarebbe venuto:
« Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». » ( Mt4,17, su laparola.net.) |
« E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza». » ( Mc9,1, su laparola.net.) |
Non è tuttavia evidente cosa intendesse Gesù per "morire" in questa affermazione, poiché egli si rivolgeva non solo agli apostoli ma anche "alla folla" (Mc 8:34[14]), a cui aveva detto anche:
« In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». » ( Gv8,51, su laparola.net.) |
« In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. » ( Gv5.24, su laparola.net.) |
Il Regno è presente
In alcune occasioni, Gesù parlerà del Regno anche come di una realtà presente:
« «curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». » ( Lc10,9, su laparola.net.) |
« «Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio». » ( Mt12,28, su laparola.net.) |
« Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: 21 «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». » ( Lc17,20, su laparola.net.) |
Regno di Dio, Regno di Cristo
Nell'udienza generale del 4 settembre 1991[15], Papa Giovanni Paolo II dirà:
«Il nuovo regno ha un carattere eminentemente spirituale... La natura spirituale e trascendente di questo regno è espressa anche nell’equivalente linguistico che troviamo nei testi evangelici: “Regno dei cieli”...Ma pur attuandosi e sviluppandosi in questo mondo, il Regno di Dio ha la sua finalità nei “cieli”. Trascendente nella sua origine, lo è anche nel suo fine, che si raggiunge nell’eternità... È il regno del Padre, entrato nel mondo con Cristo; è il regno messianico che per opera dello Spirito Santo si sviluppa nell’uomo e nel mondo per risalire nel seno del Padre, nella gloria dei cieli.»
Le chiavi del Regno
Nel Nuovo Testamento viene descritto l'annuncio della consegna delle chiavi del Regno dei Cieli da Gesù al suo apostolo Pietro:
« «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». » ( Mt16,18-19, su laparola.net.) |
Ebraismo
« Il Suo Regno è eterno, il Suo Dominio dura per tutte le generazioni » ( Daniele 3.33, su laparola.net.) |
Per la tradizione ebraica con le locuzioni Regno di Dio e Regno celeste si intende il legame stretto con Dio nell'ascolto e nell'osservanza dei precetti della Torah che i maestri ebrei hanno sempre insegnato venga rivelata ogni giorno: si parla di giogo del Regno di Dio con riferimento all'accettazione della Volontà divina nell'attaccamento a Dio, solo modo attraverso cui la libertà spirituale e la libertà materiale sono possibili e vissute unitamente; analogo è il giogo della Torah. Esistono differenti motivazioni per accettare il giogo del Regno dei Cieli (in ebraico Qabalat ol Malkhut Shamayim) iniziando con le forme più semplici di fede del timore e dell'amore per Dio, per le punizioni ed i meriti, quella dell'apporto spirituale migliorativo di sé e del Mondo ed infine, quella più elevata, per eseguire l'ordine impartito da Dio ed attenersi al Suo volere: la linea e lo scopo di ciò è ottenere o mantenere il legame e l'attaccamento a Dio nel servizio spirituale anche tramite l'osservanza dei precetti vivendo le Sue vie nell'assunzione consapevole delle norme etiche e spirituali.
«Sia benedetto il grande nome del Suo regno, d'eternità in eternità»
La Qabbalah ebraica narra della connessione di questo principio con quelli del Mondo Superiore, quello spirituale, e del Mondo Inferiore, quello materiale, che nel loro legame rivelano anche la vicinanza tra la Gerusalemme Celeste e la Gerusalemme Terrena.
«...il Suo regno e la Sua verità durano in eterno»
Diffusa l'espressione leShem Shamayim che significa In nome del Cielo e che si riferisce ad un'azione o una volontà compiute con bontà ed integrità secondo un'intenzione eticamente e moralmente alta e santa ed eseguite in modo disinteressato per volontà divina. Per esempio è scritto che un fastidio/conflittualità in nome del Cielo pone una separazione in nome del Cielo; altra cosa, sempre in nome del Cielo, furono le opinioni divergenti tra Shammai ed Hillel.
Di Regno celeste si parla anche a proposito degli angeli quando ne accettano il giogo proclamando la Qedushah di Dio assieme al popolo d'Israele.
Analoga è la locuzione Cieli superni.
Note
Bibliografia
Voci correlate
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