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Regicidi di Carlo I d'Inghilterra

59 commissari del processo a Carlo I d'Inghilterra che ne decretarono la morte Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Regicidi di Carlo I d'Inghilterra
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I regicidi di Carlo I d'Inghilterra, sulla base dell'Indemnity and Oblivion Act del 1660, furono i 59 commissari (giudici) che fecero parte dell'Alta Corte di Giustizia per il processo di Carlo I d'Inghilterra e che siglarono il suo atto di condanna a morte nel 1649, assieme ad altri ufficiali che presero parte al processo o all'esecuzione e a Hugh Peters, influente predicatore repubblicano.

Voce principale: Carlo I d'Inghilterra.
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Il decreto di esecuzione di re Carlo I con i sigilli in ceralacca dei 59 commissari che lo firmarono

Il tribunale era composto da tre membri della Paria d'Inghilterra, quattro membri del consiglio della City of London, ventidue tra baronetti e cavalieri, tre generali, trentaquattro colonnelli, dodici giudici dell'Alta Corte di Giustizia, tre serjeants-at-law e vari rappresentanti della Camera dei Comuni inglese.[1]

Con la restaurazione del 1660, sei di questi commissari e altri quattro presenti all'atto di condanna a morte del sovrano vennero riconosciuti colpevoli di regicidio e a loro volta condannati a morte; uno venne impiccato e gli altri nove vennero impiccati, decapitati e squartati come la legge prevedeva per i regicidi. Nel 1662 altri tre regicidi vennero puniti con quest'ultima pena esemplare. Altri vennero successivamente perdonati, mentre diciannove vennero condannati al carcere a vita, oltre a tre che si trovavano già defunti al momento della restaurazione, i cui corpi a ogni modo vennero profanati.[2]

Dei regicidi che sfuggirono alla purga voluta da Carlo II, sette si erano rifugiati in Svizzera, quattro nei Paesi Bassi e quattro in Germania. Tre commissari, John Dixwell, Edward Whalley e William Goffe, si riunirono a New Haven, nel Connecticut, nel 1661, morendo poi di morte naturale e sono ancora oggi ricordati in America.

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Commissari

Riepilogo
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In ordine di firma del decreto di condanna a morte, i commissari furono:

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Commissari che si rifiutarono di firmare

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Associati

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Altri

  • John Lambert non si trovava a Londra per il processo di Carlo I. Alla restaurazione venne riconosciuto colpevole di alto tradimento e rimase imprigionato nel Guernsey per il resto della sua vita.
  • Sir Henry Vane il Giovane prestò servizio nel Consiglio di Stato durante l'Interregno anche se si rifiutò di approvare espressamente l'esecuzione del re. Alla restaurazione, dopo un lungo dibattito in parlamento, venne esentato dall'Indemnity and Oblivion Act. Nel 1662 venne riconosciuto colpevole di alto tradimento e decapitato a Tower Hill il 14 giugno 1662.

Poco dopo la restaurazione in Scozia il parlamento scozzese passò l'Act of indemnity and oblivion che fu simile all'omonimo atto emesso dal parlamento inglese, ma con molte più eccezioni che puntavano più al fattore pecuniario delle punizioni e con l'esecuzione di soli quattro condannati (tutti non per regicidio, ma per tradimento) dei quali il marchese di Argyll fu uno dei rappresentanti più illustri. Venne riconosciuto colpevole di collaborazionismo col governo di Cromwell e decapitato il 27 maggio 1661.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

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