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15ª lettera dell'alfabeto latino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Q o q (pronuncia italiana /ku/) è la quindicesima lettera dell'alfabeto italiano e la diciassettesima dell'alfabeto latino. In italiano il suo nome esteso è cu o qu.[1]
Q q lettera dell'alfabeto latino | |||||
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Q in caratteri senza e con grazie | |||||
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Alfabeto NATO | Quebec | ||||
Codice Morse | ––·– | ||||
Bandiera marittima | |||||
Alfabeto semaforico | |||||
Braille | ⠟ |
/q/ rappresenta anche una consonante occlusiva uvulare sorda nell'alfabeto fonetico internazionale.
ק |
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Fenicio ed ebraico qof | Arabo qāf | Greco arcaico qoppa | Latino qu |
La lettera Q deriva dalla lettera dell'alfabeto greco Qoppa (maiuscolo Ϙ, minuscolo ϙ) (poi caduta in disuso in greco e usata solo come segno numerico per 90), tramite una variante usata dagli Etruschi e dagli abitanti della Magna Grecia. A sua volta la qoppa derivava dalla lettera fenicia qof, che ha dato origine anche alla qof ebraica e alla qāf araba.
La lettera Q nelle parole italiane è sempre accompagnata dalla lettera U nella sequenza grafematica fissa QU + vocale, la pronuncia è sempre /kw + vocale/; dove la Q rappresenta il fonema [k] e la U il fonema semivocalico [w]. Le sequenze cqu e qqu (quest'ultima esclusivamente in soqquadro, beqquadro e derivati) rappresentano il suono /kkw/.
Essendo il valore fonologico della Q lo stesso della lettera C quando seguita da U, essa viene definita da Luca Serianni un grafema "sovrabbondante", almeno per quanto riguarda l'ortografia italiana[2]; e sempre tale identità di valore fonetico può creare a volte difficoltà nella scrittura della corretta grafia di una parola, non essendoci regole che permettano la predicibilità dell'uno o dell'altro grafema.
Per quanto riguarda le parole come cuore, cuoio, scuola, l'uso della lettera c è dovuto a ragioni etimologiche, in quanto queste parole derivano da termini latini privi della lettera u dopo il suono /k/, quindi in origine non richiedevano la lettera q e oggi mantengono queste caratteristiche; cuore, per esempio era cor, cuoio era corium e scuola era schola.
Solitamente in italiano il raddoppiamento della q avviene anteponendovi una c, come nel vocabolo acqua e nei suoi derivati. Eccezioni sono taccuino, che deriva dall'arabo taquîm[3] e soqquadro, la quale è l'unica parola italiana con due Q di seguito (oltre a beqquadro che è una variante rara di bequadro) e deriva dalla locuzione sotto squadro[4]. Per motivi di tradizione cancelleresca locale non segue le comuni regole ortografiche sul raddoppiamento il raro cognome di origine veneta Scquizzato, variante del cognome Squizzato dalla grafia regolare.
La Q è, insieme alla J, una delle due uniche lettere che non compaiono nella tavola periodica degli elementi. È comparsa temporaneamente a indicare l'ununquadio, elemento transuranico sintetico con il simbolo Uuq, per poi essere modificato dalla IUPAC in Flerovio.
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