Prospero Balbo
intellettuale e politico italiano (1762-1837) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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intellettuale e politico italiano (1762-1837) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Prospero Balbo, conte di Vinadio (Chieri, 1º luglio 1762 – Torino, 14 marzo 1837), è stato un politico italiano, sindaco di Torino, presidente perpetuo dell'Accademia delle Scienze di Torino, rettore dell'Università di Torino e ministro del Regno di Sardegna.
Prospero Balbo | |
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Ritratto di Prospero Balbo, 1821 | |
Ministro del Regno di Sardegna | |
Monarca | Vittorio Emanuele I di Savoia |
Sindaco di Torino | |
Durata mandato | 1789 – 1789 |
Torinese di nascita, prese parte all'Accademia delle Scienze dal 1783, anno della sua fondazione. Nel 1788 ne fu nominato segretario aggiunto e dal 25 novembre 1815 presidente perpetuo.
Tra il 1789 e il 1791, partendo dal lavoro fatto da Gian Francesco Galeani Napione, scrisse cinque saggi di aritmetica politica.
In qualità di politico, ebbe un ruolo di mediazione tra partito del legittimismo monarchico (conservatore) ed il partito filo-francese (innovatore).
Il 22 febbraio 1789, dopo un trascorso nella giunta comunale, divenne sindaco di Torino e si sposò con Enrichetta Tapparelli d'Azeglio (Torino 4 aprile 1772-marzo 1792) di appena diciassette anni. Da lei ebbe tre figli: il primo fu Cesare Balbo (21 novembre 1789), futuro primo ministro del Regno di Sardegna, poi Ferdinando (27 gennaio 1791) e Paolina (4 marzo 1792).
Nel 1796, per volere di Vittorio Amedeo III, partì alla volta di Parigi in qualità di ambasciatore, mentre nel 1805 per volere di Napoleone fu nominato Rettore dell'Università, ma con l'avvento della restaurazione, nel 1814 fu allontanato dalle cariche.
Fu richiamato da Vittorio Emanuele I con l'obiettivo di sistemare le finanze e nel 1819 fu ministro della Pubblica Istruzione, mentre tra il 1820 ed il 1821 fu ministro degli Interni, ma a seguito della bozza di costituzione che presentò al Re l'11 marzo 1821 divenne nemico di Carlo Felice chiudendo così la sua carriera politica.
Dal 1821 al 1831 dedicò il suo impegno agli studi, dopodiché ebbe un altro incarico come capo della sezione di finanze del Consiglio di Stato ma si dimise nel 1834. Fu il primo presidente della Regia Deputazione di Storia Patria (poi Deputazione Subalpina di Storia Patria), istituita da Carlo Alberto nel 1833 per sviluppare gli studi sulla storia dei suoi domini e della dinastia[1].
Morì nel 1837.
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