Il premio Pulitzer per il miglior giornalismo di critica (Pulitzer Prize for Criticism) è uno dei quattordici premi Pulitzer per il giornalismo che vengono conferiti ogni anno in America. Viene assegnato a partire dal 1970 a un giornalista che si sia distinto per aver fornito un meritorio esempio di critica attraverso un qualsiasi strumento giornalistico.[1]
Ulteriori informazioni I premi Pulitzer ...
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La selezione del vincitore viene fatta da un comitato di giurati indipendenti amministrato ufficialmente dalla Columbia University.
Anni 1970
- 1970: Ada Louise Huxtable, The New York Times, per i suoi articoli di critica del 1969
- 1971: Harold C. Schonberg, The New York Times, per i suoi articoli di critica musicale del 1970
- 1972: Frank Peters Jr, St. Louis Post-Dispatch, per la sua critica musicale del 1971
- 1973: Ron Powers, Chicago Sun-Times, per la sua critica televisiva del 1972
- 1974: Emily Genauer, Newsday, per i suoi articoli di critica d'arte
- 1975: Roger Ebert, Chicago Sun-Times, per la critica cinematografica del 1974
- 1976: Alan M. Kriegsman, The Washington Post, per i suoi articoli di critica sulla danza del 1975
- 1977: William McPherson, The Washington Post, per i suoi contributi a 'Book World'
- 1978: Walter Kerr, New York Times, per i suoi articoli di critica teatrale del 1977
- 1979: Paul Gapp, Chicago Tribune, per i suoi articoli di architettura
Anni 1980
- 1980: William A. Henry III, The Boston Globe, per la critica televisiva
- 1981: Jonathan Yardley, Washington Star, per le recensioni di libri
- 1982: Martin Bernheimer, Los Angeles Times, per la critica di musica classica
- 1983: Manuela Hoelterhoff, The Wall Street Journal, per la sua critica d'arte e temi vari
- 1984: Paul Goldberger, The New York Times, per i suoi articoli di architettura
- 1985: Howard Rosenberg, Los Angeles Times, per la critica televisiva
- 1986: Donal Henahan, The New York Times, per la critica musicale
- 1987: Richard Eder, Los Angeles Times, per le recensioni di libri
- 1988: Tom Shales, The Washington Post, per la critica televisiva
- 1989: Michael Skube, The News & Observer (Raleigh, North Carolina), per gli articoli su temi letterari
Anni 1990
- 1990: Allan Temko, San Francisco Chronicle, per i suoi articoli di architettura
- 1991: David Shaw, Los Angeles Times, per la sua denuncia su come i media e il suo stesso giornale presentarono il Caso McMartin
- 1992: non assegnato
- 1993: Michael Dirda, The Washington Post, per le recensioni di libri
- 1994: Lloyd Schwartz, Boston Phoenix, per la sua critica di musica classica
- 1995: Margo Jefferson, The New York Times, per le recensioni di libri e gli articoli di critica culturale
- 1996: Robert Campbell, The Boston Globe, per i suoi articoli di architettura
- 1997: Tim Page, The Washington Post, per la critica musicale
- 1998: Michiko Kakutani, The New York Times, per le recensioni di libri e gli articoli di critica letteraria
- 1999: Blair Kamin, Chicago Tribune, per i suoi articoli di architettura urbana, compresa una serie sullo sviluppo del lungolago di Chicago
Anni 2000
- 2000: Henry Allen, The Washington Post, per i suoi articoli di fotografia
- 2001: Gail Caldwell, The Boston Globe, per i suoi articoli su letteratura e vita contemporanea
- 2002: Justin Davidson, Newsday, per la critica di musica classica
- 2003: Stephen Hunter, The Washington Post, per la critica cinematografica
- 2004: Dan Neil, Los Angeles Times, per i suoi articoli sulle automobili
- 2005: Joe Morgenstern, The Wall Street Journal, per i suoi articoli di critica cinematografica
- 2006: Robin Givhan, The Washington Post, per i suoi saggi che trasformano il giornalismo di moda in critica culturale e di costume
- 2007: Jonathan Gold, LA Weekly, per i suoi articoli su gastronomia e ristoranti
- 2008: Mark Feeney, The Boston Globe, per i suoi articoli sulle Arti visive
- 2009: Holland Cotter, The New York Times, per le sue recensioni sull'arte, da Manhattan alla Cina[2]
Anni 2010
- 2010: Sarah Kaufman, The Washington Post, per il suo approccio fresco e pieno di immaginazione alla critica della danza
- 2011: Sebastian Smee, The Boston Globe, per i suoi articoli d'arte
- 2012: Wesley Morris, The Boston Globe, per i suoi articoli di critica cinematografica
- 2013: Philip Kennicott, The Washington Post, per i suoi saggi sull'arte e sulle forze sociali ad essa collegate
- 2014: Inga Saffron, The Philadelphia Inquirer, per la sua critica di architettura
- 2015: Mary McNamara, Los Angeles Times, per i suoi articoli di critica televisiva
- 2016: Emily Nussbaum, The New Yorker, per la critica televisiva
- 2017: Hilton Als, The New Yorker, per la critica teatrale
- 2018: Jerry Saltz, New York, per un robusto lavoro di critica che ha trasmesso una prospettiva audace sulle arti visive in America
- 2019: Carlos Lozada, The Washington Post, per la critica letteraria
Anni 2020
- 2020: Christopher Knight, Los Angeles Times, per la sua critica d'arte
- 2021: Wesley Morris, The New York Times, per una critica rilevante e profonda sull'intersezione tra razza e cultura in America
- 2022: Salamishah Tillet, The New York Times, per una critica colta ed elegante sulle storie nere nell'arte e nella cultura popolare
- 2023: Andrea Long Chu, New York, per la critica letteraria
- 2024: Justin Chang, Los Angeles Times, per la critica cinematografica
Criticism, su The Pulitzer Prizes. URL consultato il 16 febbraio 2017.