Postumia (comune)
comune sloveno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Postumia[1] (in passato anche Adelsberga[2][3], Pastoina[4] o Postoina[5], desueti; in sloveno Postojna; in tedesco Adelsberg) è un comune di 16 442 abitanti[6] nel Carso settentrionale della Slovenia sud-occidentale.
Postumia comune | |
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(SL) Postojna | |
Localizzazione | |
Stato | Slovenia |
Regione statistica | Carniola Interna-Carso |
Amministrazione | |
Sindaco | Igor Marentič |
Territorio | |
Coordinate | 45°47′N 14°13′E |
Altitudine | 520 m s.l.m. |
Superficie | 269,9 km² |
Abitanti | 16 442 (2020) |
Densità | 60,92 ab./km² |
Altre informazioni | |
Lingue | sloveno |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | SI-094 |
Targa | PO |
Nome abitanti | (IT) Postumiani (SL) Postojnčan o Postojnec |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Per lunghi secoli appartenuta al ducato austriaco della Carniola, Postumia fino ad allora modesto villaggio, iniziò a prosperare nel XIX secolo con l'avvento della ferrovia Vienna-Lubiana-Trieste che permise un maggiore sfruttamento delle risorse turistiche del circondario. In seguito alla prima guerra mondiale e alla dissoluzione dell'Impero austro-ungarico la città fu occupata nel novembre 1918 dall'esercito italiano in forza degli accordi dell'armistizio, e nel 1920 fu riconosciuta al Regno d'Italia[7] assieme al resto della Venezia Giulia.
Durante il periodo di appartenenza all'Italia fece parte della provincia di Trieste e si trovò nei pressi del confine con il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (poi divenuto Jugoslavia), che era posto pochi chilometri più ad est, nella località di Caccia (Kačja Vas) presso Planina. Risale a quel periodo la fondazione del primo allevamento di cane da pastore tedesco della Polizia Cinofila italiana[8][9]. Dal 1923 fino al 1927 Postumia fu sede dell'omonimo circondario.
Negli anni della sovranità italiana sin dall'immediato dopoguerra, il comune di Postumia, grazie alla sua posizione strategica a ridosso di uno dei maggiori valichi di confine tra Italia e Jugoslavia ed alla sua vocazione turistica, ebbe un notevole sviluppo e fu meta di una massiccia immigrazione di nuovi residenti italiani che ne mutarono in pochi anni la tradizionale composizione etnolinguistica. Con il termine della seconda guerra mondiale la quasi totalità degli abitanti italiani, molte famiglie miste ed alcuni sloveni abbandonarono il territorio, unendosi agli esuli dal resto della regione giuliana che passava alla sovranità jugoslava.
Nel 1947 Postumia fu ceduta alla Jugoslavia, poi Slovenia. Il territorio comunale attualmente comprende anche la località di Planina alla Grotta/Planina, che durante l'occupazione dal 1941 al 1943 ha fatto parte come comune autonomo della Provincia Italiana di Lubiana.
L'attuale territorio comunale era allora articolato nelle località di:
% | Ripartizione linguistica (gruppi principali)[11] |
---|---|
3,69% | madrelingua bosniaca |
3,54% | madrelingua croata |
0,16% | madrelingua italiana |
5,61% | madrelingua serbo-croata |
79,86% | madrelingua slovena |
4,32% | madrelingua serba |
In base ai dati dell'ultimo censimento, l'80% degli abitanti del comune è di lingua slovena, mentre un ulteriore 17% è costituito dai parlanti serbo, croato, serbocroato e bosniaco, ossia dai residenti di recente immigrazione che hanno mutato la tradizionale compattezza linguistica dell'abitato (secondo l'ultimo censimento austriaco del 1910, il 98,7% della popolazione era di lingua slovena[12]).
Secondo il censimento del 1921, a Postumia (escluse le frazioni) il 17,10% della popolazione era italiana.[13]
Il comune di Postumia è diviso in 43 insediamenti (naselja):
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