Portico della Roma antica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le Porticus Maximae ("portici massimi") erano un porticato di Roma antica edificato nel IV secolo d.C. e ubicato nella IX regione augustea, ora non più esistente.
Le Porticus Maximae furono costruite verso il 380 d.C.[1].
Rimane probabile traccia del nome dei portici nel nome della Chiesa di Sant'Ambrogio della Massima (de Maxima[2]), per il fatto che tale chiesa si trovava nelle vicinanze dell'inizio dei porticati[3].
Il portico fu costruito lungo la strada (forse la Via Tecta o il tratto urbano della Via Trionfale), che collegava il circo Flaminio al Ponte Elio[1][4][5].
Il percorso, tuttora riconoscibile, è quello che passa per via del Portico di Ottavia, via di S.Maria del Pianto, via dei Giubbonari, via dei Cappellari (poi il percorso è probabilmente coincidente con Corso Vittorio Emanuele II), giungendo infine al Ponte Sant'Angelo.
In Via dei Cappellari, nei pressi di Piazza Farnese, in Piazza del Pianto e in Via della Reginella sono stati rinvenuti frammenti di colonne di granito che potrebbero appartenere a questa struttura[1]. Sono anche stati rinvenuti molte colonne e frammenti architettonici (capitelli in marmo) tra Corso Vittorio Emanuele II e le vie Sora e del Pellegrino[1][5].
L'Arco di Graziano, Valentiniano e Teodosio, ricordato nelle fonti medioevali, che ne trascrivono l'iscrizione, fu eretto tra il 379 e il 383 e sorgeva presso l'attuale Ponte Sant'Angelo, a conclusione delle Porticus Maximae[4].
Planimetria del Campo Marzio meridionale |
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