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torpediniera Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Polluce è stata una torpediniera della Regia Marina.
Polluce | |
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Descrizione generale | |
Tipo | torpediniera |
Classe | Spica tipo Alcione |
Proprietà | Regia Marina |
Identificazione | PC |
Costruttori | Bacini & Scali Napoletani, Napoli |
Impostazione | 13 febbraio 1937 |
Varo | 24 ottobre 1937 |
Entrata in servizio | 8 agosto 1938 |
Destino finale | affondata in seguito ad attacco aereo il 4 settembre 1942 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | standard 670 t carico normale 975 t pieno carico 1050 t |
Lunghezza | 81,42 m |
Larghezza | 7,92 m |
Pescaggio | 2,96 m |
Propulsione | 2 caldaie 2 gruppi turboriduttori a vapore potenza 19.000 HP 2 eliche |
Velocità | 34 nodi (62,97 km/h) |
Autonomia | 1910 miglia nautiche a 15 nodi |
Equipaggio | 6 ufficiali, 110 tra sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento |
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Note | |
dati riferiti all’entrata in servizio | |
dati presi principalmente da Regiamarina, Warships 1900-1950, Trentoincina e Guide Compact DeAgostini – Navi e velieri | |
voci di navi presenti su Wikipedia |
Nel primo periodo di servizio l'unità ebbe base in Libia[1].
All'ingresso dell'italia nella seconda guerra mondiale la nave faceva parte della XIV Squadriglia Torpediniere di base a Messina, che formava insieme alle gemelle Pallade, Partenope e Pleiadi. Comandante dell'unità era il tenente di vascello Ener Bettica (che, promosso a capitano di corvetta nel settembre 1940, mantenne il comando della torpediniera sino al mese successivo)[2].
Nella notte precedente la dichiarazione di guerra, tra il 9 ed il 10 giugno 1940, la Polluce e la gemella Calipso, insieme ai cacciatorpediniere Corazziere e Lanciere ed agli incrociatori leggeri Cadorna e Da Barbiano, effettuarono la posa di un campo minato tra le isole di Lampedusa e Kerkennah[3].
La nave fu poi impiegata in compiti di scorta convogli e caccia antisommergibile nelle acque di Sicilia, Libia ed Albania e nel Mar Egeo[4].
Il 13 giugno 1940 la Polluce venne infruttuosamente attaccata con lancio di siluri, unitamente al sommergibile Giovanni Bausan, dal sommergibile britannico Grampus nelle acque della Sicilia[5][6].
Il giorno seguente la torpediniera venne nuovamente fatta oggetto del lancio di siluri del Grampus al largo di Siracusa: anche in questo caso la nave italiana poté evitare le armi[5].
Il 16 giugno l'unità faceva parte di un rastrello antisom insieme alle gemelle Circe, Clio e Calliope[5]. Intorno alle sette di sera la Circe avvistò un periscopio: apparteneva ancora una volta al Grampus, che poco dopo s'immerse non prima di aver lanciato due siluri contro la Polluce[7][8][9]. Evitate le armi, quest'ultima, insieme alla Circe ed alla Clio, passò al contrattacco con cariche di profondità: al nono passaggio con lancio di bombe emerse una grossa quantità di rottami[10]. Colpito dalle bombe, il Grampus s'inabissò nel punto 37°05' N e 17°30' E, circa 105 miglia a levante di Siracusa, senza superstiti tra i 59 membri dell'equipaggio[5]. La scarica di bombe che affondò il Grampus è attribuita alla Polluce (in concorso anche con la Circe)[4].
Nel corso del 1941 la torpediniera venne modificata con l'eliminazione delle poco efficaci mitragliere da 13,2 mm e la loro sostituzione con 8 armi da 20/65 mm[11][12].
L'8 marzo 1941 la Polluce, insieme alla Pallade, si aggregò a Palermo alla scorta di un convoglio – motonavi da carico Andrea Gritti e Sebastiano Venier scortate dalla torpediniera Alcione – salpato da Napoli due giorni prima[13]. Con il supporto aggiuntivo delle torpediniere Centauro e Clio che scortarono sia questo che un altro convoglio, le navi proseguirono dal porto siciliano verso Tripoli dove giunsero, senza danni, alle 13.30 dell'11 marzo[13].
Il 1º aprile la Polluce salpò da Napoli diretto a Tripoli, di scorta – insieme ai cacciatorpediniere Euro, Tarigo e Baleno ed alla torpediniera Partenope – ad un convoglio composto dai trasporti truppe Esperia, Conte Rosso, Marco Polo e Victoria: le navi giunsero a destinazione l'indomani[14].
Il 18 maggio l'unità stava scortando da Tripoli a Bengasi il piroscafo Giovinezza, quando questi, silurato dal sommergibile HMS Tetrarch, affondò in posizione 31°55' N e 19°54' E (al largo di Bengasi)[15].
Il 30 maggio il convoglio che Pallade e Polluce stavano scortando al largo di Sirte, formato dai piroscafi Tilly Russ (tedesco) e Ca' Da Mosto (italiano) venne infruttuosamente attaccato dal sommergibile britannico Utmost[15]. Le navi giunsero indenni a Tripoli il giorno seguente[15].
Il 9 giugno la Pallade e la Polluce lasciarono Tripoli per scortare a Bengasi i piroscafi Silvio Scaroni, Cadamosto ed Aosta, ma il giorno successivo il convoglio venne attaccato dal sommergibile Taku: il Silvio Scaroni, silurato, affondò nel punto 32°27' N e 18°42' E (a 70 miglia per 283° per Bengasi), mentre le due torpediniere, dopo aver bombardato il Taku con cariche di profondità (senza risultato), proseguirono assieme ai due trasporti verso Bengasi, dove arrivarono il giorno stesso[16].
Il 19 giugno la Polluce rimase danneggiata durante una scorta ad un convoglio per la Libia, venendo presa a rimorchio dal piroscafo Caffaro[17].
Il 7 settembre 1941 la Polluce e la gemella Centauro rilevarono a Messina la vecchia torpediniera Fabrizi nella scorta dei mercantili tedeschi Livorno e Spezia diretti a Bengasi[18]. L'11 settembre il sommergibile britannico Thunderbolt attaccò il convoglio al largo di Bougie e colpì il Livorno che affondò nel punto 31°58' N e 19°23' E, mentre le altre navi giunsero a destinazione in giornata[18].
Il 14 settembre la Polluce stava scortando il piroscafo tedesco Tinos una trentina di miglia a nordovest di Bengasi, quando il trasporto venne attaccato dal sommergibile Thunderbolt: questa volta i siluri mancarono il bersaglio[18].
Il 14 ottobre la torpediniera uscì da Tripoli per assistere il piroscafo Bainsizza, che, silurato da aerosiluranti inglesi nel punto 34°15' N e 12°12' E, stava cercando di raggiungere il porto al traino dei rimorchiatori Ciclope e Max Barendt: tutti gli sforzi risultarono inutili ed il mercantile affondò l'indomani[19].
Il 13 febbraio 1942 la Polluce lasciò Tripoli per scortare a Palermo, insieme al cacciatorpediniere Premuda, i piroscafi Ariosto ed Atlas, carichi di prigionieri di guerra[20]. All'1.57 del 14 febbraio 1942 la Polluce, nel punto 33°18' N e 12°12' E, venne fatta bersaglio del lancio di tre siluri da parte del sommergibile polacco Sokol, senza essere colpita[21]. L'indomani il convoglio fu attaccato da un altro sommergibile, il britannico P 38: l’Ariosto, silurato, si spezzò in due ed affondò al largo della Tunisia, trascinando con sé 158 dei 410 uomini a bordo, tra cui 138 prigionieri (su un totale di 294 imbarcati)[20]. Dopo aver recuperato i sopravvissuti, la Polluce scortò l’Atlas a Palermo, dove giunse alle tre del pomeriggio del giorno seguente[20].
Nel pomeriggio dell'11 maggio 1942 la nave partì da Napoli per Tripoli di scorta – insieme ai cacciatorpediniere da Recco e Premuda ed alle torpediniere Castore, Pallade e Climene – ad un convoglio composto dalle moderne motonavi da carico Gino Allegri, Reginaldo Giuliani, Ravello, Agostino Bertani ed Unione e dal grosso piroscafo tedesco Reichenfels: si trattava dell'operazione di traffico «Mira», che prevedeva l'invio in Libia di 58 carri armati, 713 veicoli, 3086 tonnellate di combustibili ed olii lubrificanti, 513 uomini e 17.505 t di munizioni ed altri rifornimenti[22][23]. La Giuliani fu colta da un'avaria alle pompe e dovette ripiegare su Palermo; per scortarla fu distaccato il Premuda[23]. Il resto del convoglio giunse indenne a destinazione[22][23].
L'11 agosto 1942 la Polluce e la vecchia torpediniera Papa effettuarono a sud di Creta un'azione antisom che potrebbe aver portato all'affondamento del sommergibile HMS Thorn[24][4], che tuttavia è in realtà da attribuirsi molto più probabilmente alla torpediniera Pegaso.
Il 15 agosto l'unità stava scortando da Brindisi a Bengasi, insieme al cacciatorpediniere da Recco ed alle torpediniere Castore e Calliope, le grosse motonavi Lerici e Ravello, quando, alle 18.30, in posizione 34°50' N e 21°30' E, la Lerici fu silurata ed incendiata dal sommergibile HMS Porpoise: da Recco, Castore e Ravello proseguirono verso Bengasi, la Lerici, dopo inutili tentativi di salvataggio da parte della Calliope, affondò di poppa[23][25]. La Polluce diede la caccia al sommergibile attaccante e ritenne, a torto, di averlo affondato (in realtà il Porpoise era stato danneggiato[26]), dopo di che partecipò, insieme alla Calliope, al recupero dei naufraghi della Lerici[23].
Il 24 agosto la Polluce (al comando del tenente di vascello Tito Burattini) e la gemella Climene si aggregarono al Pireo, insieme al piroscafo Tergestea, ad un convoglio proveniente da Brindisi e composto dal cacciatorpediniere Da Recco e dalla motonave Manfredo Camperio; una volta giunto nel porto greco, al convoglio si aggiunsero il piroscafo Tergestea e le torpediniere Polluce e Climene[23]. Ripartito il convoglio per Bengasi, alle 7.49 del 27 agosto la Camperio fu silurata dal sommergibile HMS Umbra e s'incendiò[23][27]. La Polluce ricevette il compito di assistere la nave danneggiata e lo fece in ogni modo: trasferì sulla Camperio parte dell'equipaggio per aiutare i marinai della motonave nell'opera di spegnimento degli incendi e tentò di accostarsi all'unità sinistrata per poter adoperare al meglio le proprie apparecchiature antincendio, ma fu tutto inutile e su ordine del comandante del da Recco, capitano di vascello Cocchia, che temeva che l'eventuale esplosione del mercantile – carico di munizioni – potesse portare alla perdita della Polluce, la torpediniera rinunciò al salvataggio (del resto ormai improbabile) della Camperio e, dopo averne recuperato l'equipaggio, la finì a cannonate: la motonave affondò alle 12.28, in posizione 35°39' N e 23°07' E[23][27]. Mentre il Da Recco dava la caccia al sommergibile attaccante e quindi si univa al resto del convoglio che proseguiva per Bengasi, la Polluce, ultimate le operazioni di salvataggio dei naufraghi, diresse per il Pireo dove li sbarcò[23].
Alle otto del 2 settembre 1942 la Polluce salpò dal Pireo per scortare a Tobruk, insieme alle gemelle Lupo, Castore e Calliope, un convoglio composto dai piroscafi Padenna, Sportivo e Bianchi[28]. Alle 18.45 del 3 settembre il convoglio subì un primo attacco da parte di bombardieri Consolidated B-24 Liberator: la reazione della scorta disperse la formazione attaccante, obbligandola a ritirarsi[28]. Intorno alla mezzanotte ebbe inizio un nuovo attacco aereo: il Bianchi venne colpito ed esplose, affondando in pochi secondi, mentre le altre unità si divisero: la Lupo e la Castore si allontanarono insieme allo Sportivo, la Polluce e la Calliope proseguirono in altra direzione con il Padenna[28]. Nelle prime ore del 4 settembre ebbe inizio un nuovo attacco aereo: un velivolo buttatosi in picchiata sulla Polluce, la colpì con una bomba incendiaria sul ponte di poppa, distruggendo il cannone poppiero da 100 mm e provocando un vasto incendio e numerose vittime e feriti[28]. La Calliope accorse in aiuto dell'unità gemella, affiancandosi ad essa e lasciando proseguire da solo il Padenna (che alle 2.57 venne colpito da due siluri lanciati dal sommergibile HMS Thrasher e s'inabissò nel punto 32°44' N e 24°11' E[29])[28]. Le fiamme vennero parzialmente domate prima che potessero raggiungere i depositi di nafta e la Polluce venne presa a rimorchio dalla Calliope che tentò di trainarla verso la costa, ma le condizioni del mare andavano peggiorando e ad un certo punto un'onda investì la zona poppiera della nave danneggiata, che iniziò ad affondare[28]. Mentre l'equipaggio la abbandonava, la torpediniera scomparve rapidamente al largo di Tobruk[28]. I sopravvissuti vennero salvati dalla nave ospedale Virgilio[28].
Comandanti
Tenente di vascello Ener Bettica (nato a Castagnole delle Lanze il 17 febbraio 1907) (10 giugno - ottobre 1940)
Capitano di corvetta Tito Livio Burattini (nato ad Ancona il 12 giugno 1910) (ottobre 1940 - 4 settembre 1942)
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