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Platycarpha glomerata (Thunb.) Less., 1831 è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Platycarpha glomerata è anche l'unica specie del genere Platycarpha Less., 1831.[1][2][3]
Platycarpha glomerata | |
---|---|
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Vernonioideae |
Tribù | Platycarpheae |
Genere | Platycarpha Less., 1831 |
Specie | P. glomerata |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Genere | Platycarpha |
Specie | P. glomerata |
Nomenclatura binomiale | |
Platycarpha glomerata (Thunb.) Less., 1831 | |
Sinonimi | |
Cynara glomerata Thunb. |
Il nome generico (Platycarpha) deriva da due parole greche: "platys" (= piatto o grande) e "carpha" (= frutto), e si riferisce al largo frutto di questa specie. L'epiteto specifico (glomerata) fa riferimento alla particolare conformazione dei capolini dell'infiorescenza.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico ed entomologo svedese Carl Peter Thunberg (1743 - 1828) e dal botanico tedesco Christian Friedrich Lessing (1809 - 1862) nella pubblicazione "Linnaea; Ein Journal für die Botanik in ihrem ganzen Umfange. Berlin" (Linnaea 6(4): 688) del 1831. Nella stessa pubblicazione è stato definito per la prima volta anche il genere.[5]
Le specie di questa voce sono piante perenni con portamenti erbacei.[6][7][8][9][10]
In genere sono presenti sia foglie basali che cauline. Le foglie lungo il caule normalmente sono a disposizione alternata. Quelle basali spesso possono formano delle rosette. La forma della lamina varia da obovata a oblanceolata; i bordi possono essere da interi, dentati fino a pennatosetti. Le stipole e le spine sono assenti.
Le infiorescenze sono composte da capolini sessili raccolti al centro delle rosette. Sono presenti delle infiorescenze secondarie. I capolini, discoidi, sono formati da un involucro a forma più o meno cilindrica composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee disposte in più serie in modo embricato e scalato hanno varie forme e la consistenza può variare da erbacea a cartacea. Il ricettacolo, a forma piatta o più o meno conica, può essere ricoperto da pagliette oppure, più raramente, è nudo.
I fiori, da 60 a 100, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). Sono tubulosi (actinomorfi), ermafroditi (bisessuali) e fertili.
I frutti sono degli acheni con pappo. La forma dell'achenio in genere è oblunga, prismatica con delle rugosità trasversali. Il pericarpo può essere di tipo parenchimatico, altrimenti è indurito (lignificato) radialmente; la superficie, specialmente alla base, è irsuta per peli arricciati o uncinati. Il carpoforo (o carpopodium - il ricettacolo alla base del gineceo) è anulare. I pappi, formati da una o due serie di scaglie, decidue o persistenti, sono direttamente inseriti nel pericarpo o connati in un anello parenchimatico posto sulla parte apicale dell'achenio.
Questa specie si trova in Sudafrica.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[12], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
Thunberg nel 1800 descrisse la specie tipo di questo genere come Cynara glomerata. Lessing nel 1831 incluse la specie descritta da Thunberg in un genere a sé stante, Platycarpha. La collocazione del genere è stata a lungo incerta e nel corso degli anni è stata attribuita dapprima alla tribù delle Vernonieae, successivamente alle Arctotideae, in epoca più recente alle Mutisieae e alle Cardueae.[10]
Una revisione del 2007 includeva nuovamente Platycarpha nella tribù delle Arctotideae, etichettando come incertae sedis la sua collocazione sottotribale.[9] Al genere Platycarpha venivano attribuite 3 specie, Platycarpha glomerata, Platycarpha carlinoides e Platycarpha parvifolia.[15] Le ultime 2 sono state recentemente assegnate ad un genere a sé stante, Platycarphella.
Attualmente la specie di questa voce (e il suo genere) è descritta all'interno della tribù Platycarpheae, e in base alle ultime analisi filogenetiche del DNA, appartenente alla sottofamiglia Vernonioideae; in precedenza era descritta nella famiglia Cichorioideae[10] o nella tribù Arctotideae.[9]
I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[16]
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