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medico e professore universitario italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pietro Grocco (Albonese, 27 giugno 1856 – Courmayeur, 12 febbraio 1916) è stato un medico e politico italiano.
«E avvicinatosi al paziente lasciò cadere un lapis sul pavimento e lo invitò a raccoglierlo: a stento quegli si piegò e lo raccolse. – Avete osservato? La colonna vertebrale non s'è mantenuta completamente rigida nella zona ammalata e in quelle vicine, ma si è leggermente incurvata. Non si tratta di una lesione organica, come si è diagnosticato finora, ma di uno di quei casi fortunati che con la nostra cura – e scandì bene le parole – con le pillole M. P. già sperimentate con sicuro successo in queste forme, e con applicazione di corrente ad alto potenziale che userà con metodo il mio Aiuto – e si voltò sorridendo al prof. Siciliano che annuì con un inchino – guarirà in modo perfetto e in breve. E infatti al terzo venerdì l'ammalato camminava come tutti i sani camminano, piegandosi col tronco in avanti e ai lati senza un accenno di difficoltà. Si era trattato di un caso d'isterismo che, come tanti altri, il maestro aveva guarito con la suggestione.»
Pietro Grocco | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 3 dicembre 1905 – 12 febbraio 1916 |
Legislatura | dalla XXII |
Sito istituzionale | |
Si presentava piccolo di statura, brutto, strabico, trascurato e profondamente malinconico ma di altissimo fascino intellettuale e professionale. Avviato agli studi grazie all'aiuto dell'amatissimo zio sacerdote Don Giuseppe Grocco, si laureò in medicina a Pavia ove fu allievo di Francesco Orsi (1828-1899)[2] e conseguì il dottorato nella stessa città nel 1879, studiando successivamente a Parigi, alla scuola di Jean-Martin Charcot, e a Vienna, prima presso l'Istituto diretto da Hermann Nothnagel e poi presso il gabinetto di elettroterapia dal professor Moriz Rosenthal (1833-1889) ove approfondì gli aspetti neurologici di molte patologie.
Fu assistente presso l'Istituto di Clinica Medica dell'Università di Pavia, dove conseguì la libera docenza in patologia medica e propedeutica nel 1884.
Divenne poi ordinario di Clinica Medica e insegnò nell'Università di Perugia (dal 1884 al 1888), a Pisa (dal 1888 al 1892) e infine a Firenze (dal 1892 alla morte). Fu fondatore di un'importante scuola medica ampiamente conosciuta anche all'estero con allievi del calibro di Cesare Frugoni, Aldo Castellani, Sante Pisani, Enrico Greppi, Cesare Baduel e Raffaello Silvestrini. Contrario alla "medicina filosofica" di Augusto Murri (soleva dire: "Io faccio dei medici, non dei filosofi della medicina"), fu convinto assertore dell'osservazione attenta e sottile, dell'auscultazione, della percussione del paziente di cui valutava con occhio infallibile i segni semiologici e sosteneva con decisione: "i malati sono i nostri libri, sono i nostri reattivi, sono i nostri preparati, sono i nostri animali da esperimento!".
Nominato nel 1892 ispettore governativo e direttore sanitario delle Terme di Montecatini rielaborò e precisò le norme per il corretto uso delle acque e dei bagni, e provvide a sistemare le sorgenti secondo moderni criteri igienici. In occasione del centenario della nascita nel 1956 la città gli intitolò uno stabilimento termale che tutt'oggi porta il suo nome.
Ebbe fra i suoi pazienti Giuseppe Verdi del quale divenne medico personale nel 1888, dopo la morte del prof. Fedele Fedeli. Continuò a fargli "passare le acque" presso le fonti di Montecatini cosa che il Maestro fece per i successivi diciotto anni. Ne divenne amico personale e spesso la sera si riunivano a giocare a briscola, e la signora Verdi, Giuseppina Strepponi, si raccomandava sempre di far vincere il Maestro che altrimenti si adombrava; lo assistette sino all'ultimo e ne redasse il certificato di morte.
Il 3 dicembre 1905 fu nominato Senatore. Si autodiagnosticò la TBC contratta nella pratica della sua professione da qualcuno dei suoi infiniti pazienti e ne predisse l'infausto decorso parlandone con i suoi più stretti collaboratori: "quando il tubercoloso fa delle emottisi a tipo malarico, muore sempre". Negli ultimi tempi si trasferì a Courmayeur nel tentativo di alleviare le sofferenze: "o guarisco o muoio".
Lo si ricorda per aver ideato diversi metodi semeiologici (tra cui il Triangolo paravertebrale opposto di Grocco, diagnostico della pleurite essudativa, e il polso venoso capillare ungueale di Grocco) e per aver scoperto alcune patologie (tra cui la sindrome dello pseudo-reumatismo tubercolare di Grocco-Poncet e quella del morbo di Erb-Grocco). È stato inoltre importante per la delimitazione percussoria dell'aia cardiaca secondo il metodo che appunto va sotto il nome di Orsi-Grocco. Ancora oggi in semeiotica si parla di "Cappuccio di Grocco" nel cuore affetto da stenosi mitralica in cui si evidenzia una prominenza nel margine sinistro del cuore a livello del III spazio intercostale.
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