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Pietro Fanti (Soriano nel Cimino, 15 settembre 1899 – Soriano nel Cimino, 29 settembre 1943) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della guerra d'Etiopia[2].
Pietro Fanti | |
---|---|
Nascita | Soriano nel Cimino, 15 settembre 1899 |
Morte | Soriano nel Cimino, 29 settembre 1943 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito MVSN |
Arma | Fanteria |
Grado | Tenente di complemento |
Guerre | Prima guerra mondiale Guerra d'Etiopia |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) Arbegnuoc |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Nacque a Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo, il 15 settembre 1899, figlio di Augusto e Maria Arrigo.[2] All'età di diciotto anni, nell'aprile 1917, si arruolò volontario nel Regio Esercito, assegnato al 13º Reggimento artiglieria da campagna, partecipando alle azioni di guerra in Vallagarina e a Col Moschin.[1] Dopo avere frequentato un corso allievi ufficiali di complemento a Parma, fu nominato sottotenente dell'arma di fanteria nel settembre 1918 ed inviato nuovamente in zona di operazioni, dapprima con il 240º Reggimento fanteria e passando poi, nell’aprile 1919, al 30º Reggimento fanteria "Pisa" di stanza in Carinzia.[1] Nel marzo 1919 prestò servizio con il 135º Reggimento fanteria in Alta Slesia in occasione del plebiscito tenutosi in quella regione.[1] Rientrato in Italia con il reggimento nel luglio 1922, poco tempo dopo fu collocato in congedo e nel settembre 1926 venne promosso tenente. Il 22 novembre fu messo a disposizione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale e il 28 dicembre dello stesso anno partì volontario per la Somalia come comandante di plotone nel CCXII Battaglione della 6ª Divisione CC.NN. "Tevere".[1] Sbarcò a Mogadiscio il 30 dicembre, partecipando alle operazioni militari nella guerra d'Etiopia.[1] Il 6 luglio 1936 partecipò alla difesa di un'importante posizione a Les Addas, attaccata da soverchianti forze ribelli, riuscendo a lasciare la posizione a colpi di bombe a mano per trasferire la difesa in una nuova posizione.[1] Rimasto gravemente ferito una prima volta, si accorse che il nemico stava per impadronirsi di un deposito di munizioni, accorrendo alla sua difesa con i pochi uomini che gli erano rimasti. Ferito di nuovo alle mani e al viso e rimasto accecato dallo scoppio di una bomba, incitò i suoi al combattimento fino all'arrivo dei rinforzi.[1] Il 10 febbraio 1938, in occasione del XV annuale della fondazione della MSVN, fu personalmente decorato da Mussolini con la medaglia d'oro al valor militare a vivente.[2] Collocato in congedo assoluto ed iscritto nel Ruolo Speciale, fu promosso centurione.[1] Il 29 settembre 1943 morì nella sua città natale.[1]
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