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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pietrabruna (Priabrùna in ligure, Prebüna nella variante locale[4][5]) è un comune italiano di 401 abitanti[1] della provincia di Imperia in Liguria.
Pietrabruna comune | |
---|---|
Panorama di Pietrabruna | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | Imperia |
Amministrazione | |
Sindaco | Massimo Rosso (lista civica "Borghi uniti") dal 22-9-2020 |
Data di istituzione | 1861 |
Territorio | |
Coordinate | 43°53′23.33″N 7°54′11.82″E |
Altitudine | 400 m s.l.m. |
Superficie | 10,22 km² |
Abitanti | 401[1] (30-6-2024) |
Densità | 39,24 ab./km² |
Frazioni | Boscomare, Torre Paponi |
Comuni confinanti | Castellaro, Cipressa, Civezza, Dolcedo, Pompeiana, Taggia |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 18010 |
Prefisso | 0183 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 008041 |
Cod. catastale | G607 |
Targa | IM |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 2 093 GG[3] |
Nome abitanti | pietrabrunesi |
Patrono | san Matteo |
Giorno festivo | 21 settembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Pietrabruna nella provincia di Imperia | |
Sito istituzionale | |
Il paese di Pietrabruna giace alle pendici del monte Faudo (1149 m) e alla cima secondaria del monte Follia (1031 m) e rispecchia il tipico borgo montano della Liguria. Il suo centro storico è formato dai caratteristici carrugi e dalle piccole piazze.
Tra le vette del territorio pietrabrunese il monte Sette Fontane (781 m), il monte Croce (681 m), il monte Selletta (579 m) e il monte Casarazzi (474 m).
Come molti paesi della Liguria, il borgo di Pietrabruna crebbe intorno ad una chiesa: in questo caso la chiesa di San Gregorio, dell'XI secolo e ancora visibile nelle sue forme romaniche.
Dopo essere stato dominio di Adelaide di Susa, moglie di Oddone di Savoia, il territorio entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Clavesana.
Successivamente il feudo passò dapprima ad Anselmo di Quaranta, signore di Lengueglia, e fu poi acquistata dal comune di Porto Maurizio nel XII secolo. Il passaggio al nuovo comune causò la distruzione volontaria delle antiche fortificazioni precedenti, costruendo ex novo il borgo, in posizione molto più elevata dell'originale villaggio. Si edificò inoltre la nuova chiesa parrocchiale dedicata a san Matteo, quest'ultima demolita per la nuova ricostruzione nel 1938.
In epoca medievale passò dalla contea di Ventimiglia e poi al Comune di Genova quando, nel 1396, si sottomisero a quest'ultima i conti ventimigliesi Raimondo e Filippo. Con il capitaneato di Porto Maurizio la comunità di Pietrabruna fu "villa" del Terziere di San Tommaso.
Con la caduta della Repubblica di Genova sul finire del 1797, e la conseguente istituzione della napoleonica Repubblica Ligure, il territorio di Pietrabruna divenne municipalità autonoma che fu inquadrata nel cantone di Dolcedo nella giurisdizione degli Ulivi, con capoluogo Porto Maurizio; cantone che nel 1803 fu poi soppresso e sottoposto a quello di Porto Maurizio.
Analogamente, furono istituite le due municipalità di Boscomare e di Torre Paponi, quest'ultima poi soppressa e confluita nel comune di Boscomare nel 1804. Dal 1805, con il passaggio della Repubblica Ligure nel Primo Impero francese, i due comuni rientrarono nel circondario di Porto Maurizio del Dipartimento di Montenotte.
Furono annessi al Regno di Sardegna nel 1815 dopo il congresso di Vienna del 1814, a seguito della caduta di Napoleone Bonaparte.
Nel 1818 il comune di Pietrabruna è aggregato al mandamento di Prelà, nella provincia di Oneglia.
Facente parte del Regno d'Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il territorio fu diviso tra i due mandamenti di Dolcedo (Pietrabruna, nel III mandamento del circondario di Porto Maurizio) e di Santo Stefano al Mare (Boscomare, nel V mandamento del circondario di Sanremo) facenti parte della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia).
Nel 1928 assoggettò il soppresso territorio comunale di Boscomare che, assieme a Torre Paponi, divennero frazioni di Pietrabruna.
Il 14 dicembre 1944 la frazione di Torre Paponi fu attaccata dai nazifascisti impegnati in un rastrellamento contro la Resistenza locale[6]. Durante questo primo attacco furono uccisi due uomini e una donna fu ferita mortalmente. Due giorni più tardi i nazifascisti accerchiarono il villaggio e, dopo averlo bombardato, vi penetrarono ammazzando venticinque persone. Una volta compiuto il massacro gli assalitori saccheggiarono e bruciarono Torre Paponi.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, fino al 2011, della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia.
Dal 2015 al 2024 ha fatto parte dell'Unione dei comuni della Valle del San Lorenzo.
«Troncato: il primo, d'azzurro, calzato di rosso, alle tre stelle di sei raggi d'oro, bene ordinate, poste sull'azzurro; il secondo, d'oro, alle tre torri di rosso, mattonate di nero, merlate alla guelfa di cinque, chiuse di nero, finestrate con finestrella tonda dello stesso, fondate sulla pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune.[7]»
«Drappo di giallo con la bordatura di azzurro…[7]»
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 aprile 2003.[8][9]
Abitanti censiti[10]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Pietrabruna sono 61[11].
L'antico dolce tipico di Pietrabruna è la stroscia, una torta rustica di farina di frumento, impastata con olio extravergine d'oliva taggiasca, zucchero, lievito, scorza di limone grattugiato e corochinato (vermut bianco genovese).
Il territorio comunale è costituito, oltre al capoluogo, dalle frazioni di Boscomare e Torre Paponi per una superficie territoriale di 10,22 km²[12].
Confina a nord con il comune di Dolcedo, a sud con Castellaro, Pompeiana, Cipressa, ad ovest con Castellaro e ad est con Civezza.
Un tempo Pietrabruna era conosciuta per la raccolta e la distillazione della lavanda, mentre oggi è diventata più importante la coltivazione degli anemoni che vengono avviati al mercato dei fiori di Sanremo per essere esportati, oltre all'olivicoltura, dal XV secolo attività tradizionale della zona.
Il territorio comunale di Pietrabruna è attraversato dalla strada provinciale 45 che permette il collegamento stradale con il territorio di Cipressa; l'arteria stradale transita anche dalle frazioni di Boscomare e Torre Paponi.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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22 ottobre 1987 | 10 giugno 1990 | Giovanni Roggero | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
8 luglio 1990 | 24 aprile 1995 | Giovanni Roggero | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Giovanni Roggero | lista civica di centro-sinistra | Sindaco | |
14 giugno 1999 | 26 novembre 1999 | Giovanni Roggero | lista civica di centro-sinistra | Sindaco | [13] |
17 dicembre 1999 | 17 aprile 2000 | Michele Censi Buffarini | Comm. straord. | [14] | |
5 maggio 2000 | 5 aprile 2005 | Riccardo Giordano | lista civica | Sindaco | |
5 aprile 2005 | 30 marzo 2010 | Riccardo Giordano | lista civica | Sindaco | |
30 marzo 2010 | 1º giugno 2015 | Miriano Pirero | Amministrazione Democratica (lista civica) |
Sindaco | |
1º giugno 2015 | 22 settembre 2020 | Miriano Pirero | Amministrazione Democratica (lista civica) |
Sindaco | |
22 settembre 2020 | in carica | Massimo Rosso | Borghi uniti (lista civica) |
Sindaco |
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