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attore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pierre Brasseur, pseudonimo di Pierre-Albert Espinasse (Parigi, 22 dicembre 1905 – Brunico, 16 agosto 1972), è stato un attore francese.
Nato dalla relazione extraconiugale di Germaine Brasseur con l'attore Georges Espinasse, Pierre Brasseur crebbe a Parigi, adottò come cognome d'arte quello della madre, e seguì i corsi di arte drammatica al Conservatoire Maubel, sotto la direzione di Harry Baur e Fernand Ledoux, proseguendo la tradizione artistica della famiglia Brasseur, una vecchia dinastia di attori. Il suo debutto sulle scene, sia in teatro che sul grande schermo nel film La ragazza dell'acqua di Jean Renoir, risale al 1924. Dopo l'incontro con Jacques Prévert, Brasseur interpretò con grande successo il ruolo di un pittore alcolizzato nella pièce Lumière d'eté di Jean Grémillon.
Pierre Brasseur fu per decenni uno dei più prolifici interpreti cinematografici francesi, conquistando grande popolarità presso il pubblico con Il porto delle nebbie (1938), in cui impersonò il malavitoso Lucien Le Gardier, e Amanti perduti (1945), nel quale vestì i panni dell'esuberante attore Frédérick Lemaître. Entrambi i film furono diretti dal regista Marcel Carné. Nel 1948 impersonò l'avventuriero Rocambole, nato dalla penna di Ponson du Terrail, in due pellicole dirette da Jacques de Baroncelli, Rocambole (1947) e La rivincita di Baccarat (1948).
Durante gli anni cinquanta proseguì la carriera cinematografica con i ruoli più disparati, da Rasputin (1954) in cui interpretò la parte del celebre mistico russo, al pigro e malinconico ubriacone Juju in Quartiere dei Lillà (1957) di René Clair, all'ozioso Lucien Maublanc, antagonista di Jean Gabin in Le grandi famiglie (1958), al bieco chirurgo Génessier nell'horror Occhi senza volto (1960), in cui debuttò suo figlio Claude.
Versatile e istrionico, nella maturità Brasseur passò a ruoli di carattere quali Alfio Magnano in Il bell'Antonio (1960) di Mauro Bolognini, dell'avvocato Charles Cassidi in Il delitto Dupré (1963), di Christian-Jaque, e di Simone Palumbo in Liolà (1963), di Alessandro Blasetti. Numerosi anche i suoi successi teatrali, da Kean (tratto dall'opera di Alexandre Dumas padre), a Le mani sporche e Le bon Dieu di Jean-Paul Sartre, a Dom Juan aux enfers di George Bernard Shaw, accanto a Paul Meurisse.
Dalla prima moglie, l'attrice Odette Joyeux, nacque il figlio Claude Brasseur, divenuto celebre attore cinematografico e televisivo. In seguito, Pierre Brasseur sposò in seconde nozze la pianista Lina Magrini. Verso la fine delle riprese de La più bella serata della mia vita (1972) di Ettore Scola, Brasseur, sofferente di enfisema, morì improvvisamente a Brunico per una crisi cardiaca, all'età di 66 anni. È sepolto nel cimitero parigino di Père Lachaise.
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