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scultore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Piero Brolis (Bergamo, 10 ottobre 1920 – Bergamo, 14 giugno 1978) è stato uno scultore italiano.
Pietro Giuseppe, in arte Piero, nacque a Bergamo il 10 ottobre 1920, figlio di Cesare Brolis e di Giuseppina Longhi.[1]
Nel biennio 1933-1934 frequentò il corso di decorazione alla Scuola d'arte Andrea Fantoni di Bergamo [2]. Si iscrisse quindi al corso di scultura all'Accademia Carrara di Bergamo dove ottenne la licenza nel 1939[3]. Fu allievo del pittore Contardo Barbieri e dello scultore Gianni Remuzzi, del quale frequentò pure, per diversi anni, lo studio.[4]
Nel 1941 fu chiamato alle armi nell'Aeronautica in qualità di aiuto motorista. Sul fronte Mediterraneo ottenne la croce al valor militare[5]. Nel luglio 1942, durante una breve licenza-premio, conseguì il diploma di maturità artistica a Milano presso il liceo artistico di Brera. Nel dicembre dello stesso anno, sposò Francesca Petténi (1918 - 2020), figlia di Giuliano (1894 - 1930), poeta e scrittore, dalla quale ebbe tre figli Pierfranco, Gabriella e Silvia. Nel maggio del 1943 fu fatto prigioniero in Africa dagli anglo-statunitensi e trasferito negli Stati Uniti. Nei campi di prigionia gli fu tuttavia consentito di svolgere attività artistiche di vario tipo destando l'interesse della stampa locale.
Rimpatriato nel gennaio del 1946 insegnò il disegno nelle scuole statali fino al 1971. Nel contempo si dedicò alla scultura, alla grafica, alla pittura e alla medaglistica. Prese parte a concorsi locali e nazionali, nonché a mostre collettive locali, nazionali ed internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti.[6]
Dal 1949 al 1959 collaborò con lo scultore Arrigo Minerbi con il quale realizzò numerose opere.[7]
Dal 1961 al 1971 si dedicò alla sua opera maggiore, la monumentale Via Crucis di bronzo, commissionatagli per il Tempio di Ognissanti del Cimitero di Bergamo, unica nel suo genere per dimensione e concezione.[8]
Oltre all'attività preminente in campo pubblico e monumentale, lavorò volentieri a soggetti liberi per diletto personale o a soggetti legati alle grandi problematiche del mondo contemporaneo. Disegnò intensamente dando la misura più esatta e più spontaneamente libera delle sue capacità creative, fissando sovente con tratti incisivi e vibranti gli studi preparatori delle opere che andava poi man mano realizzando in marmo o in bronzo.
A lui si deve la realizzazione del leone alato per le porte di Sant'Agostino e San Giacomo nel 1958[9] che erano state sostituite durante l'Impero austro-ungarico con lo Stemma imperiale asburgico[10].
Sue opere sono presso musei, enti e istituzioni italiani e stranieri.
Fu membro dell'Ateneo di scienze lettere ed arti di Bergamo, del Circolo Artistico Bergamasco, della Famiglia Artistica Milanese, del Rotary Club di Bergamo, della Società permanente di belle arti di Milano, dell'Unione cattolica artisti italiani (UCAI).
Morì a Bergamo per aneurisma il 14 giugno 1978.
Espose la sua produzione artistica in cinque mostre personali:
Sono seguite poi le postume:
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