Phalaris canariensis
specie di pianta della famiglia Poaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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specie di pianta della famiglia Poaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Phalaris canariensis L. (nome volgare: scagliola, canaria) è una pianta monocotiledone, annuale della famiglia Poaceae.[1]
Phalaris canariensis | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Ordine | Poales |
Famiglia | Poaceae |
Genere | Phalaris |
Specie | P. canariensis |
Nomenclatura binomiale | |
Phalaris canariensis L. | |
Nomi comuni | |
Canaria, Scagliola, Alpiste |
La pianta coltivata cresce a seconda dei climi da 1,5 m fino a 3 m in altezza in maniera molto veloce.[senza fonte]
È composta da una spiga ovale con ariste lunghe fino a 5 cm. Ha profonde e avvolgenti glumelle colorate a strisce verdi e bianche. Ha fiori ermafroditi con impollinazione anemofila, il periodo di fioritura va da luglio a settembre. In condizioni di crescita allo stadio "selvatico" la pianta ha uno sviluppo e delle dimensioni molto inferiori.
I semi sono piccole cariossidi ellittiche, ricoperte da finissime spicole silicee, irritanti per la pelle e potenzialmente cancerogene. È possibile trattare chimicamente per eliminare queste spicole ed esiste anche una varietà a seme glabro. Attrae molto la fauna selvaggia soprattutto gli uccelli.
Originaria del bacino del Mediterraneo è oggi diffusa in Europa, Nord Africa, Nord America e Argentina.[senza fonte]
In alcune aree (Nord Africa, Medio Oriente, Spagna, Argentina), viene coltivata, il suo ciclo colturale è simile a quello di una graminacee primaverile (grano tenero, avena). Questa pianta è più tollerante del grano ai terreni salini. La produzione della coltura varia da 5 t/ha alle 10 t/ha. La coltura risulta molto sensibile agli erbicidi, tra cui Treflan ed Eptam. Viene spesso coltivata senza l'uso di questi.
I semi sono composti dal 61% di amido, 18,7% di proteine di cui prolamina e glutelina, ricchi di grassi grezzi per un 8,7% e di grassi raffinati per un 11% tra cui linoleico 55%, acido oleico 29%, palmitico 11% e acido lioleico 2,5%. Le sementi sono povere di amminoacidi quali lisina e treonina ma sono ricche di cistina, triptofano, e fenilalanina. Il semolino e la farina, sono poveri di fibre, zuccheri solubili e ceneri totali. Sono presenti per la maggioranza olii insaturi. Il saccarosio è lo zucchero solubile principalmente presente nella scagliola, che costituisce circa il 47% degli zuccheri solubili. Fruttosio e glucosio sono presenti anche in piccole concentrazioni. I piccoli peli silicei sulle carene sono potenzialmente cancerogeni e sono state associate al cancro dell'esofago quando presente come contaminante nella farina di grano utilizzato in cottura del pane. I peli producono irritazioni per la pelle anche gravi per gli operatori durante la raccolta e il trasporto della semente.
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