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film TV del 2020 diretto da Luca Manfredi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Permette? Alberto Sordi è un film per la televisione biografico del 2020 diretto da Luca Manfredi.
Permette? Alberto Sordi | |
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Paese | Italia |
Anno | 2020 |
Formato | film TV |
Genere | biografico, commedia |
Durata | 100 min |
Lingua originale | italiano |
Crediti | |
Regia | Luca Manfredi |
Soggetto | soggetto di Fabio Campus, in collaborazione con Dido Castelli, Luca Manfredi |
Sceneggiatura | Dido Castelli, Luca Manfredi, Edoardo Pesce |
Interpreti e personaggi | |
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Fotografia | Stefano Ricciotti |
Montaggio | Luciana Pandolfelli |
Musiche | Paolo Vivaldi |
Scenografia | Paolo Innocenzi |
Costumi | Paola Marchesin |
Trucco | Simone Gregoris |
Produttore | Marta Aceto, Sergio Giussani |
Produttore esecutivo | Emanuele Giussani |
Casa di produzione | Rai Fiction, Ocean Productions |
Prima visione | |
Data | 24 marzo 2020 |
Rete televisiva | Rai 1 |
Il film narra vent'anni della vita di Alberto Sordi, dal 1937 al 1957, dagli esordi alla celebrità, ripercorrendo le amicizie, gli amori e la sua carriera; la pellicola è una delle iniziative programmate per il centenario della nascita dell'attore romano.[1]
Alberto Sordi viene licenziato dall'hotel in cui lavora come usciere a Milano perché secondo il direttore avrebbe importunato Vittorio De Sica e si sarebbe presentato in ritardo più di una volta. Poco dopo viene espulso dall'Accademia dei filodrammatici a causa del suo accento romano e torna così a Roma. Trova lavoro come comparsa a Cinecittà apparendo nel film kolossal Scipione l'Africano in un ruolo da generico di un soldato romano (1937). Successivamente vince un provino per il doppiaggio di Oliver Hardy, della coppia Stanlio e Ollio, debutta a teatro nella compagnia di Aldo Fabrizi ed inizia a lavorare nei varietà e per la radio venendo notato anche da De Sica che prima lo aveva snobbato e che gli proporrà la trasposizione cinematografica di uno dei suoi personaggi in Mamma mia, che impressione!, il suo primo film da protagonista assoluto (1951). In quegli anni Sordi farà amicizia con l'altro esordiente Federico Fellini, che segnerà l'inizio della sua celebrità, avrà una relazione con Andreina Pagnani, di 15 anni più grande di lui, e affronterà la morte dei genitori rimanendo addolorato soprattutto per la perdita della cara mamma.
Il film è stato distribuito come evento speciale nelle sale cinematografiche italiane nei soli giorni 24, 25 e 26 febbraio 2020[2] per poi essere trasmesso in prima serata su Rai Uno il 24 marzo 2020.[3]
Alla prima visione televisiva, il film ha totalizzato 4.226.000 telespettatori, pari al 15,1% di share.[3]
Il cugino[4] di Sordi, Igor Righetti, critica il film in ogni suo aspetto, dichiarando al Corriere della Sera:[5]
«Quella di Edoardo Pesce è un'imitazione mal riuscita: non basta una protesi al naso e scimmiottare la parlata romanesca per diventare Alberto Sordi. Pesce non buca il video, al massimo lo graffia. Noi familiari siamo tutti delusi, peccato: è stata un'occasione persa. Intanto il film è stato presentato con l'idea di mostrare un Sordi inedito e sconosciuto, ma non c'è niente di nuovo, niente che non trovi su Wikipedia. E poi ci sono un sacco di inesattezze, maldicenze e cattiverie. Io che l'ho conosciuto, Sordi non l'ho rivisto: per tutto il film viene ritratto come un cane bastonato. Manca totalmente la sua profonda religiosità: lui era un fervente cattolico, nella sua villa aveva un inginocchiatoio dove si metteva a pregare ogni giorno, in giardino aveva una statua della Madonna. Non puoi ignorare un aspetto così importante della sua vita. Per questo mi chiedo come si fa a non aver sentito i familiari. O, se proprio non noi, almeno i fan club che sanno davvero tutto di Sordi.»
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