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Pericle il Nero è un romanzo di Giuseppe Ferrandino, pubblicato nel 1993 con lo pseudonimo Nicola Calata presso la casa editrice Granata Press.
Pericle il Nero | |
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Autore | Nicola Calata, pseudonimo di Giuseppe Ferrandino |
1ª ed. originale | 1993 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Napoli, contemporaneo |
Personaggi |
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Protagonisti | Pericle Scalzone |
«Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie... Io mi chiamo Pericle Scalzone... Di mestiere faccio il culo alla gente.»
Pericle Scalzone è un soldato che riscuote i crediti, picchia e sodomizza i pizzaioli che non vogliono cedere il locale a Luigino Pizza. Il suo lavoro è semplice: obbedire e intimorire. Ma un giorno, mentre è in missione contro un parroco troppo loquace, scopre la sorella di un altro boss, Signorinella, a pregare con il prete, nonostante fosse stata allontanata da Napoli e quindi non avrebbe dovuto trovarsi lì. Pericle capisce che, adesso che Signorinella l'ha visto, non gli resta che ucciderla. Dopo aver stordito il parroco procede all'esecuzione, poi torna da Luigino a riferire e se ne va a casa dello zio, dove vive con la zia e il nipote. Nel corso della notte due killer vengono a cercarlo: Pericle riesce a scappare saltando dalla finestra ma i due uccidono tutta la famiglia.
Pericle, braccato, scappa a Pescara: Signorinella non è morta e i capi si sono alleati per farlo fuori. Anche Luigino, il suo boss, che ha sempre servito fedelmente, adesso lo vuole morto. Vaga per la marina e incontra un'operaia polacca che lo accoglie in casa e lo mantiene nascosto per otto giorni. Deve tornare a Napoli, regolare i conti e trovare un po' di soldi. Cerca di vendere la dritta sul rifugio segreto di Signorinella, ma capisce che ormai la priorità è far sparire lui, Pericle il Nero. Va a casa della figlia di Luigino Pizza e minacciando di fare un'iniezione di eroina alle sue bambine la costringe a chiamare il padre, cui chiede 25 milioni. Il boss arriva con i soldi e tenta di ferirlo con una lametta; Pericle si divincola, lega tutti ai caloriferi e se ne va con i soldi. Nel finale aperto, Pericle sale sull'aliscafo per andare all'aeroporto di Fiumicino, da cui prenderà un volo per la Polonia dove lo attende la sua amica.
Pubblicato nel 1993 con lo pseudonimo Nicola Calata, presso la casa editrice Granata Press, il romanzo passa praticamente inosservato agli occhi del pubblico e della critica. Nel 1995 l'editore francese Gallimard ne acquista i diritti e lo pubblica nella collana Série noire, e l'opera diventa un caso editoriale dell'anno. L'inaspettato successo oltralpe convince l'italiana Adelphi a pubblicarlo nuovamente in Italia nel 1998, riscuotendo un grande favore dalla critica e dai lettori. Costruito come un noir, un misto tra il fumetto e gli hard boiled, utilizza un linguaggio stringato e dialettale, fitto di dialoghi incisivi che caratterizzano immediatamente i personaggi.
Abel Ferrara aveva manifestato l'intenzione di portare la storia sul grande schermo con Riccardo Scamarcio nel ruolo del protagonista, ma poi la produzione è passata nelle mani di Scamarcio stesso che ha scelto Stefano Mordini come regista. Con un budget di circa 4 milioni di euro la Buena Onda (di Scamarcio) insieme a RAI Cinema hanno prodotto l'adattamento cinematografico del libro.[1]. Scamarcio veste i panni del protagonista, ossia un uomo assoldato dalla camorra per punire chi non vuole cedere, e l'intera vicenda è stata spostata da Napoli a Bruxelles. Il film è stato presentato al Festival di Cannes del 2016 ed è uscito nelle sale nello stesso anno.
Nel 1999 il libro ha vinto il Premio Bergamo di Narrativa.[2]
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