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Peralta (famiglia)
famiglia nobile spagnola Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La famiglia Peralta (poi Peralta d'Aragona) è stata una famiglia nobile spagnola[1].
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Discendente dai sovrani di Navarra o da quelli di Aragona, fu una famiglia molto potente in Sicilia durante il XIV secolo[2]. Il capostipite fu Enecon Peralta, vissuto nell'VIII secolo[3]. Sempre nello stesso periodo, per la precisione nel 774, sotto l'imperatore Carlo Magno, un cavaliere della casata si distinse nel difendere Barcellona dall'assedio dei Mori[4]. Si ripeté nel 1038 Romano Peralta, che aiutò il 1º principe del Regno d'Aragona e 12º conte di Barcellona Raimondo Berengario, col quale era strettamente imparentato, nell'assedio di Lleida[5]. Alcuni secoli dopo, Filippo di Saluzzo, governatore del Regno di Sardegna nel 1324, si sposò prima del 1292 con Aldonza Fernandez de Castro Peralta e poi con Agalbursa di Cervera. Dal primo matrimonio nacque Raimondo, 1º conte di Caltabellotta, grande ammiraglio del Regno d'Aragona, gran cancelliere e gran camerlengo del Regno di Sicilia e capitano generale della Sardegna, sposatosi prima con Sibilla di Cardona, poi con Isabella/Elisabetta d'Aragona e infine con Allegranza Abbate, i cui discendenti portarono sempre il cognome Peralta e non più quello di Saluzzo, abbandonato da Raimondo. Usarono tuttavia lo stesso stemma troncato d'azzurro e d'argento dei Saluzzo. Sostenitori della fazione catalana nell'isola durante il dominio aragonese, i Peralta furono i signori incontrastati del Vallo di Mazara nei secoli XIV e XV. Essi infatti controllavano l'esazione di tributi, la giustizia, i feudatari, un esercito personale ed inoltre nominavano i funzionari e gestivano la zecca di Sciacca. Nel 1392, quando sbarcò il re Martino d'Aragona con il suo esercito per riprendere il possesso della Sicilia, i Peralta si dimostrarono fedeli e mantennero i loro privilegi a differenza delle famiglie Alagona e Chiaramonte. La casata si estinse nel XV secolo, quando le ultime discendenti Margherita, Costanza e Caterinella sposarono rispettivamente Artale de Luna, Antonio Incardona e Alfonso di Cardona. Sopravvisse però la discendenza di Raimondello, barone di San Giacomo, figlio naturale di Nicola/Nicolò Peralta d'Aragona, che tuttavia proprio a causa dell'illegittimità non venne considerata appartenente alla famiglia Peralta[6].
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Albero genealogico
Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Peralta da Guglielmo, vivente nel XIII secolo, fino agli ultimi discendenti, vissuti nel XV secolo, figli dei fratelli Nicola/Nicolò e Giovanni, stilato secondo le ricostruzioni dei genealogisti Filadelfo Mugnos e Francesco Savasta[7]:
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Feudi
La famiglia possedette un totale di almeno 16 feudi, distribuiti per la maggior parte in Sicilia e suddivisi in ducati, marchesati, contee, viscontee e baronie[8]. Nel dettaglio[8]:
- Ducati: Castelluccio[8];
- Marchesati: Calatafimi, Calatamauro, San Esteban e Mazara[8];
- Contee: Alcamo, Caltabellotta, Caltanissetta, Chiusa e Sclafani[8];
- Viscontee: Ambite[8];
- Baronie: Bivona, Borgetto, Castellammare del Golfo, Ciminna e Pandolfina[8].
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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