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Paul Donald MacLean (Phelps, 1º maggio 1913 – Potomac, 26 dicembre 2007) è stato un medico e neuroscienziato statunitense.
Terminate le scuole superiori aveva progettato di studiare filosofia, ma in seguito decise di dedicarsi alla medicina, in modo da potere aiutare chi aveva bisogno e contemporaneamente approfondire i suoi studi riguardo alle funzioni psicologiche del cervello. Si iscrisse, quindi, all'Università di Yale. Iniziò a occuparsi del sistema nervoso, ma rimase così insoddisfatto che decise di preparare la sua tesi di laurea, discussa nel 1940, sulle malattie cardiovascolari.
Ha svolto la parte più significativa della sua attività nel laboratorio di neurofisiologia del National Institute of Mental Health di Bethesda come direttore della sezione per l'integrazione limbica e il comportamento (1957-71), quindi è stato direttore (1971-85) del Laboratory of Brain Evolution and Behavior (NIMH) di Poolesville nel Maryland.
Paul MacLean è stato sposato con Alison Stokes, morta all'età di sessantaquattro anni. I due coniugi hanno vissuto insieme a Mitchellville e sull'isola di Grindstone, vicino a Clayton (N.Y). Ha avuto cinque figli: Alison Cassidy, Alexander, David (un endocrinologo), James e Paul Jr. Ha avuto un fratello, Burton MacLean, e tredici nipoti.[1]
Durante la seconda guerra mondiale, MacLean decise di garantire il proprio contributo al General Hospital (negli Stati Uniti). L'ospedale ospitava mille posti letto.
Il neuroscienziato ha ottenuto riconoscimenti e premi per le sue attività. Nel 1964 ha ricevuto il riconoscimento per la Ricerca sulle Malattie Mentali e Nervose e nel 1986 un premio da parte dell'Accademia delle Scienze Mediche.[1]
MacLean è noto per aver introdotto nel campo della scienza la teoria del triune brain, "cervello trino", per studiare lo sviluppo dell'encefalo e scoprire come la parte razionale di questo potesse relazionarsi con la parte più aggressiva, brutale. Si interessa anche al funzionamento vero e proprio del cervello e del controllo che esso ha riguardo alle emozioni. Ha messo in pratica i suoi studi su alcuni pazienti affetti da epilessia e su alcuni animali, quali gatti e scimmie; riuscì così a conoscere, attraverso i risultati registrati, alcuni comportamenti soggettivi, come l'aggressività.[1]
Altro concetto per cui MacLean è molto conosciuto è quello di sistema limbico, proposto nel 1952, con l'intento di far luce sulla funzione di autoconservazione. Il sistema limbico permette la ricerca e l'acquisizione del cibo e l'abilità di rimanere a distanza da situazioni infauste e pericolose per l'uomo stesso. Il cervello limbico rappresenta una parte flessibile del cervello umano, in quanto permette all'uomo di adattarsi a qualsiasi situazione e a qualsiasi ambiente; esso è impegnato a mantenere sotto controllo i comportamenti affettivo-emotivi. In questo modo tutte le informazioni e gli stimoli che provengono dall'ambiente circostante e anche da tutto ciò che proviene dall'ambiente interno, somatico, vengono regolati dalle emozioni.[2]
La teoria del "cervello trino" (trium brain o cervello tripartito) è stata ideata dal neuroscienziato, nel 1962, con lo scopo di descrivere le funzioni evolutive dell'encefalo. Queste tre zone, secondo Paul D. MacLean rispecchiano le fasi di evoluzione dei vertebrati; infatti esse corrispondono al cervello dei rettili o complesso R (tronco encefalico), quello dei mammiferi antichi o primitivi (paleo-encefalo) e quello dei mammiferi recenti o evoluti (neocorteccia).
Paul Donald MacLean ha suddiviso il cervello in tre sezioni:
Tutte queste porzioni del cervello influiscono sul comportamento dell'uomo, anche se la parte che domina la maggior parte dei comportamenti è il cervello rettiliano. Queste tre sezioni del cervello presentano molte differenze strutturali e chimiche, ma nonostante ciò esse devono collaborare tra di loro e funzionare tutte e tre insieme, comportandosi proprio come un cervello unico: cervello "uno e trino".[2][3]
Attualmente la teoria del cervello trino è considerata superata.[4][5]
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