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editore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paolo Gaspari (Treviso, 1949) è un editore, storico e romanziere italiano.
Sociologo e libraio a Udine, è noto per aver fondato la casa editrice Gaspari Editore, di distribuzione nazionale, e come storico, in particolare per i contributi sulla Battaglia di Caporetto.[1]
Proveniente da una famiglia di modeste sostanze, ha compiuto gli studi inferiori come “interno” nel Collegio salesiano Astori di Mogliano Veneto. Diplomato perito meccanico nel 1968 a Treviso, si iscrisse alla facoltà di Sociologia dell’Università di Trento con eccellenti risultati, che gli valsero l’esenzione dalle tasse e l'ottenimento di una borsa di studio per l'intero periodo universitario. Tra i suoi docenti vi sono stati alcuni dei migliori sociologi e storici dell'epoca, come Marino Livolsi, Ottavio Barié, Franco Ferrarotti, Gian Enrico Rusconi, Sergio Zaninelli, Guido Baglioni, Claudio Rotelli, Francesco Alberoni e Carlo Tullio Altan. Con quest’ultimo strinse in seguito un rapporto di amicizia; insieme parteciparono poi al convegno Cultura contadina e modernizzazione alla Fondazione Feltrinelli nel 1980. Sposatosi nel 1971 e avendo avuto il primo figlio nel 1973 si laureò lo stesso anno, relatore il prof. Francesco Silva, con una tesi sulla politica economica cinese. Dopo la laurea, intraprese la professione di rappresentante di libri soprattutto per Laterza, Bompiani e Marzorati. La frequentazione delle biblioteche pubbliche gli consentì di dare sfogo alla sua inclinazione verso lo studio della storia contadina, accompagnata da un rapporto epistolare con Giovanni Haussmann. Le ricerche sfociarono nella pubblicazione del volume Storia popolare della società contadina in Friuli. Agricoltura e società rurale dal X al XX secolo nel 1976, opera che conobbe un buon riscontro di pubblico.
Il terremoto del 1976 rese inagibili la maggior parte delle biblioteche pubbliche friulane e determinò un rallentamento della sua attività lavorativa, per cui assunse una nuova posizione come responsabile delle vendite dirette per Einaudi, cui dedicò un punto vendita in esclusiva a Udine. Questo gli diede l'opportunità di entrare in contatto con Giulio Einaudi e di ottenerne la stima.
Inizia la sua attività come autore di saggi storici sulla storia locale del Friuli. Uno dei suoi filoni di ricerca incrocia tuttavia la storia nazionale, attività culminata in una originale ed estesa indagine storica sulla Battaglia di Caporetto[2], relativamente alla testimonianza dei 15.000 ufficiali italiani prigionieri e descrivendo la dinamica della disfatta con un livello di dettaglio fino a quel momento inedito. In particolare, le testimonianze esaminate rivelano un comportamento degli ufficiali meno disonorevole rispetto a quello comunemente noto in precedenza[3]. La sua attività di storico viaggia in parallelo alla sua attività di editore, in qualità di fondatore dalla Gaspari Editore ad Udine, distribuita a livello nazionale. Come romanziere, ha pubblicato il giallo Elena Malatesta ed i delitti della Rivoluzione Bibliotecaria, un originale racconto ambientato nel multiforme mondo dei beni culturali italiani, in particolare librari ed archivistici[4].
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