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Palazzo sasanide dell'Iran Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Palazzo di Ardashir o Palazzo di Ardashir Pāpakan (in persiano دژ اردشير پاپکان Dezh-e Ardashir Pāpakān), conosciuto anche come Atash-kadeh آتشکده, è un castello situato sulle pendici della montagna su cui si trova Dezh Dokhtar. Costruito nel 224 d.C. dal re Ardashir I dell'Impero sassanide, si trova a due chilometri a nord dell'antica città di Gor, cioè la città vecchia di Firuzabad nella Provincia di Fars, in Iran.
Palazzo di Ardashir | |
---|---|
Utilizzo | palazzo |
Stile | architettura sasanide |
Epoca | 224 d.C. |
Localizzazione | |
Stato | Iran |
Circoscrizione | Firuzabad |
Dimensioni | |
Superficie | 35 000 m² |
Amministrazione | |
Visitabile | si |
Mappa di localizzazione | |
La struttura contiene tre cupole, tra le altre caratteristiche, che la rendono leggermente più grande e più magnifica del suo predecessore, il vicino castello di Dezh Dokhtar. Tuttavia, sembra che il complesso sia stato progettato per mostrare l'immagine della regalità di Ardashir I, piuttosto che essere una struttura fortificata a fini difensivi. Questo è il motivo per cui forse sarebbe meglio riferirsi alla struttura come a un "palazzo" piuttosto che a un "castello", anche se ha muri enormi sui perimetri (due volte più spessi di Ghal'eh Dokhtar), ed è una struttura contenuta . Dal progetto architettonico, sembra che il palazzo fosse più un luogo di aggregazione sociale in cui gli ospiti sarebbero stati introdotti al trono imperiale.
Ciò che è particolarmente interessante di questo palazzo è che il suo stile architettonico non rientra esattamente in quello dei Parti o nella categoria sasanide; lo stile è un unicum in particolare per gli architetti del Fars.
Il palazzo fu costruito accanto a un pittoresco stagno che era alimentato da una sorgente naturale, forse in connessione con la dea persiana dell'acqua e della crescita, Anahita. Si pensa che una fonte abbia alimentato un giardino reale, nello stesso modo in cui Ciro fece costruire il suo giardino (il "busan") a Pasargadae. Il laghetto era piastrellato ai lati, circondato dal marciapiede per gli ospiti della corte reale per godersi le serate.
La struttura misura 104 m per 55 m. L'iwan è alto 18 metri, sebbene sia parzialmente collassato. La struttura è stata costruita con pietre locali e malta con intonaci interni. Lo stile degli interni è paragonabile a quello del palazzo di Tachara a Persepoli.[senza fonte]
Jane Dieulafoy visitò il sito con suo marito, Marcel-Auguste Dieulafoy, e ne lasciò una descrizione in La Perse, la Chaldée et la Susiane.[1]
Robert Byron fu lì nel febbraio del 1934, e scrisse lungamente della visita nella La via per l'Oxiana. Byron considerava il palazzo come il prototipo del pennacchio. A suo avviso, edifici come la Basilica di San Pietro e il Taj Mahal non sarebbero esistiti senza il pennacchio.[2]
«Il palazzo di Ardashir, fondato al principio del III secolo d.C., è una pietra miliare nell'evoluzione dell'edilizia. Ha introdotto il pennacchio, un semplice arco che abbraccia l'angolo fra due pareti, negli stessi anni in cui in Siria appariva il Pendentif, volta a forma di aquilone sorretta da un solo pilastro; da queste due invenzioni derivano due stili architettonici fondamentali, sulla scia di due religioni: lo stile medioevale persiano, che si diffonde nella Mesopotamia, nel Levante e in India; e lo stile romanico-bizantino, che si è diffuso fino ai limiti dell'Europa settentrionale. Anteriormente, non si sapeva come posare una cupola su quattro muri ad angolo retto, o su un edificio di una forma qualunque, la cui superficie interna superasse largamente quella della cupola. Da allora in poi, con lo sviluppo dei pennacchi e dei Pendentif, e con il moltiplicarsi dei primi fino a formare intere zone di stalattiti e ali di pipistrello, è diventato possibile costruire cupole su edifici di qualsiasi forma e dimensione. Lo sviluppo di questa possibilità nel mondo cristiano ha raggiunto il suo culmine in Santa Sofia a Costantinopoli, e ha cominciato una seconda vita con la cupola del Brunelleschi a Firenze. Quello islamico attende di essere documentato, se c'è qualcuno capace di non perdere le staffe tra le rivalità della moderna archeologia. Una cosa è certa: senza questi due princìpi, uno dei quali ha qui il suo prototipo, l'architettura che conosciamo sarebbe diversa e molti edifici noti nel mondo intero, come San Pietro, il Campidoglio di Washington e il Taj Mahal, non esisterebbero.»
L'Iran ha inserito nella tentative list il Palazzo di Ardashir e altri siti intorno a Firuzabad come candidato del patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 1997.[3]
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