Palazzo Apostolico
residenza ufficiale del Papa Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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I Palazzi Apostolici, detti anche Palazzi papali o Palazzi pontifici, erano noti in passato per essere le numerose residenze del vescovo di Roma sparse nella città di Roma presso le principali basiliche e chiese romane e fuor di Roma[1] fino all'Unità d'Italia.
Palazzo Apostolico Residenza ufficiale del Pontefice | |
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Localizzazione | |
Stato | Città del Vaticano |
Località | Città del Vaticano |
Indirizzo | Piazza San Pietro |
Coordinate | 41°54′13″N 12°27′23″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XII secolo-XIX secolo |
Stile | rinascimentale |
Uso | Residenza ufficiale del Pontefice |
Realizzazione | |
Architetto | Bramante |
Proprietario | Santa Sede |
Con il termine del potere temporale dei papi, tale appellativo venne riservato essenzialmente se non esclusivamente ai Palazzi Vaticani, come residenza ufficiale del Papa nella Città del Vaticano.
Fuori Roma:
Il Palazzo Apostolico ha una superficie di 162 000 metri quadrati ed è un complesso di costruzioni realizzate tra il XII secolo e il XIX secolo, che ha più di mille stanze.
Esse comprendono, tra l'altro:
Degni di particolare menzione dal punto di vista storico, artistico e architettonico:
Le prime notizie di edifici destinati a ospitare il vescovo di Roma presso la tomba di San Pietro, detti appunto episcopia, si vogliono far risalire all'età di Costantino con papa Liberio, ma il primo papa che si occupò sicuramente di tali fabbriche ab utroque latere dell'antica basilica fu papa Simmaco nel V secolo, in cui vi si celebrarono concili e concistori e forse negli stessi papa Pelagio II dava ricovero ai poveri ed anziani della città[2].
Nonostante i danneggiamenti dovuti alle invasioni barbariche, in questi stessi edifici pare potesse essere ospitato Carlo Magno e nello stesso periodo il papa Leone III vi eresse nuovi edifici e papa Leone IV cinse con mura gli edifici allora esistenti sul colle Vaticano dando origine alla città omonima.[3]
Probabilmente il primissimo nucleo del palazzo attorno al quale si aggiunsero i successivi ampliamenti attualmente visibili fu opera di Eugenio III, ma i primi interventi importanti a nord della basilica vaticana destinati a ospitare in modo permanente i pontefici che dovevano recarvisi per officiare, evitando loro i ripetuti spostamenti dal palazzo del Laterano, si fanno risalire ai papi Innocenzo III e Niccolò III[4], che fecero realizzare sul rilievo noto come mons saccorum una struttura fortificata con torri intorno a quello che prenderà il nome di "Cortile del pappagallo"[5], assumendo pertanto inizialmente un carattere prevalentemente difensivo.
A questi, solo dopo la lunga pausa avignonese e del Concilio di Costanza, con il deciso indirizzo di Bonifacio IX che ruppe ogni incertezza circa l'indecisione tra Laterano e Vaticano[6], seguirono a partire dalla metà del XV secolo i lavori ben più importanti ed estesi fatti realizzare da Niccolò V, definito dal Vasari come un dissennato distruttore[7], da Sisto IV e da Alessandro VI che realizzarono il nucleo edilizio storico del palazzo apostolico vaticano, corrispondente al lato meridionale del Cortile del Belvedere, ai quali seguirono i lavori dei successivi pontefici, i più attivi dei quali furono Giulio II e Paolo III, che ampliarono il complesso edilizio intorno al cortile di San Damaso, con l’imponente edificio dell’attuale residenza papale fatto completare da Sisto V.
I successivi pontefici si limitarono sostanzialmente a lavori, pur importanti, ma di completamento di opere incominciate dai loro predecessori.
Tra i principali artefici del complesso vi furono, tra architetti e decoratori: Donato Bramante, Raffaello Sanzio, Michelangelo Buonarroti, Antonio da Sangallo il Giovane, Gianlorenzo Bernini, Daniele da Volterra, Perin del Vaga, Pirro Ligorio, Martino Longhi il Vecchio e Domenico Fontana.
I pontefici hanno sempre prestato grande attenzione alla qualità architettonica delle loro cappelle private. Queste sono quindi tra i pezzi più notevoli del Palazzo Apostolico. Alcune di esse sono conosciute in tutto il mondo. Storicamente, la più antica fu realizzata per papa Niccolò V (1447-1455) che affidò la costruzione della cappella che porta il suo nome al Beato Angelico. Ventotto anni dopo, papa Sisto IV (1471-1484) commissionò una nuova cappella: la futura Cappella Sistina. Nel 1537 papa Paolo III (1534-1549) ordinò la costruzione della Cappella Paolina, in parte decorata da Michelangelo Buonarroti, come la Cappella Sistina. Durante la notevole espansione del palazzo voluto da papa Sisto V (1585-1590), fu costruita una nuova ala. È in questa nuova ala separata dal vecchio palazzo dal cortile di San Damaso che vennero trasferiti gli Appartamenti papali. Anche oggi, è in questa ala - spesso chiamata palazzo di Sisto V - che risiede il papa. Lo sviluppo di questa parte del palazzo fu completato dai successori di papa Sisto V. Così papa Urbano VIII (1623-1644) fece erigere una cappella - che ora porta il suo nome - nell'appartamento pontificio al secondo piano. Dopo la decisione di papa Pio X (1903-1914) di creare un appartamento privato al terzo piano sopra l'appartamento pontificio, venne allestita una nuova cappella privata. Questa, ristrutturata sotto il pontificato di Paolo VI (1963-1978), è ancora oggi la cappella usata quotidianamente dal pontefice.
La più famosa cappella del Palazzo Apostolico è la Cappella Sistina. La sua visita è generalmente integrata nel percorso dei Musei Vaticani.
Questa cappella fu voluta da papa Sisto IV che sostituì con questa la precedente capella magnam eretta da Niccolò III sullo stesso luogo e ormai cadente, cui diede il suo nome. Costruita a partire dal 1475 anche con funzioni difensive e strutture bastionate, collocandosi sul margine meridionale esterno del recente complesso, fu solennemente inaugurata il 15 agosto 1483, festa dell'Assunzione di Maria, a cui la cappella fu dedicata. Le dimensioni (40 m di lunghezza e 13 m di larghezza) corrispondono esattamente a quelle del Tempio di Gerusalemme.
Alle pareti vi sono episodi della vita di Gesù (lato destro) e della vita di Mosè (lato sinistro) che corrispondono. Il soffitto della Cappella Sistina fu dipinto da Michelangelo Buonarroti nel maggio del 1508. L'inaugurazione ufficiale fu fatta da papa Giulio II il 2 novembre 1512. Questa volta presenta principalmente nove scene del libro della Genesi, suddivise in tre gruppi di tre episodi relativi all'origine dell'universo, dell'uomo e del male. Venti anni dopo la volta, Michelangelo fu nuovamente chiamato a dipingere il grande affresco del Giudizio universale sul muro dell'altare. L'inaugurazione ufficiale fu fatta da papa Paolo III il giorno di Natale del 1541. Papa Giovanni Paolo II, commentando la decorazione della cappella, in occasione dell'inaugurazione del restauro di affreschi, dichiarò: "La Cappella Sistina è proprio - per così dire - il santuario della teologia del corpo umano".
È nella Cappella Sistina che i cardinali si riuniscono in conclave per eleggere il nuovo pontefice. Ogni anno, il papa battezza i figli degli impiegati vaticani nel giorno del Battesimo di Gesù. Durante il pontificato di Benedetto XVI si tennero diversi concerti; da segnalare in particolare quello in occasione dell'85º compleanno del fratello monsignor Georg Ratzinger. In questa cappella il 7 maggio 1964 papa Paolo VI incontrò gli artisti; papa Benedetto XVI fece la stessa cosa il 21 novembre 2009, così come papa Francesco il 23 giugno 2023.
Vicino alla Cappella Sistina, con la quale comunica attraverso la Sala Regia, si trova la Cappella Paolina che non è mai aperta al pubblico. Fu costruita da Antonio da Sangallo il Giovane, per ordine di papa Paolo III che la inaugurò il 25 gennaio 1540, giorno della festa della Conversione di Paolo.
Michelangelo dipinse due grandi affreschi (6,25 m per 6,61 m) che rappresentano la conversione di San Paolo (lato sinistro) e la crocifissione di San Pietro (lato destro). In occasione della riapertura della cappella, dopo un ampio lavoro di restauro, papa Benedetto XVI disse: "In realtà però tutta la Cappella – gli affreschi di Lorenzo Sabatini e Federico Zuccari, le decorazioni dei numerosi altri artisti convocati qui in un secondo momento dal papa Gregorio XIII –, tutto, potremmo dire, qui confluisce in un medesimo unico inno alla vittoria della vita e della grazia sulla morte e sul peccato, in una sinfonia di lode e di amore a Cristo redentore che risulta altamente suggestiva".
Questa cappella è riservata alla preghiera silenziosa del papa e dei suoi collaboratori. È da questa cappella che i cardinali vanno in processione, cantando le Litanie dei Santi, alla Cappella Sistina all'apertura del conclave.
La cappella di Niccolò V appartiene al primo palazzo del Vaticano, che era poi un complesso fortificato attorno al cortile del pappagallo. La sua visita è integrata nel percorso dei Musei Vaticani. Fu commissionata da papa Niccolò V che ne fece la sua cappella privata e decorata dal Beato Angelico tra il 1447 e il 1451.
I dipinti presentano in particolare le vite dei diaconi Santo Stefano e San Lorenzo messe in parallelo. L'intenzione dell'autore è chiara: unire Gerusalemme, città del martirio di Santo Stefano, a Roma, città del martirio di San Lorenzo.
Situato al secondo piano del Palazzo Apostolico, il suo ingresso è proprio dietro il grande orologio del cortile di San Damaso. Inizialmente era nota con il nome di cappella Matilda. Venne re-intitolata da papa Giovanni Paolo II, in occasione dell'Anno Mariano 1987-1988 e della pubblicazione della sua lettera enciclica Redemptoris Mater il 25 marzo 1987. Il 10 novembre 1996, al termine delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, Giovanni Paolo II annunciò che il denaro offerto dai cardinali per l'anniversario sarebbe stato utilizzato per ridecorare la cappella. Il 14 novembre 1999 presiedette la dedicazione della rinnovata cappella.
Il lavoro decorativo fu realizzato dal Laboratorio di Arte Spirituale del Centro Studi e Ricerche Ezio Aletti, guidato dal padre gesuita Marko Ivan Rupnik. La decorazione è interamente realizzata con mosaici. Durante la celebrazione della dedicazione, il papa sottolineò la dimensione ecumenica che voleva dare a questa cappella: "Sono lieto di consacrare l'altare e di inaugurare la cappella rinnovata, nei cui mosaici rivive la ricchezza della tradizione orientale riletta con la consapevolezza di chi conosce anche quella occidentale. Qui l'Oriente e l'Occidente, lungi dal contrapporsi tra loro, si scambiano i doni nell'intento di esprimere meglio le insondabili ricchezze di Cristo". Ogni muro ha un tema. Sopra l'altare è rappresentata la Gerusalemme celeste, sul lato sinistro, l'Incarnazione del Verbo, sul lato destro, l'Ascensione e la Pentecoste e, sopra la cattedra, la Parusia.
Ogni anno, fino al 2013, gli esercizi spirituali della Curia romana venivano predicati in questa cappella alla presenza del papa. È anche in questa cappella che il papa a volte prega con rappresentanti di altre confessioni cristiane, come il primate della Comunione anglicana Rowan Williams, il 23 novembre 2006, o il Catholicos armeno di Cilicia Aram I, il 24 novembre 2008.
Questa cappella è accessibile dalla sala dei pittori dell'appartamento pubblico. Le finestre di questa cappella si affacciano sul cortile Sisto V. Nel 1635 Pietro da Cortona realizzò gli stucchi dorati e gli affreschi. L'altare è dominato da un dipinto del 1637 di Giovanni Francesco Romanelli raffigurante la Natività di Cristo. Il soffitto è costituito da affreschi di Agostino Ciampelli con al centro l'Assunzione della Beata Vergine Maria. Le pareti sono rivestite con un fregio realizzato da Paul Bril su richiesta di papa Paolo V.
In questa piccola cappella vi sono raramente celebrazioni liturgiche presiedute dal papa. Fu in questa cappella che il cardinale Tarcisio Bertone il 7 luglio 2007 prestò giuramento come camerlengo. Anche il suo successore in questo ufficio, il cardinale Jean-Louis Tauran, fece lo stesso il 9 marzo 2015. È anche in questa cappella che, ogni anno, nella festa di Sant'Agnese, il papa benedice gli agnelli la cui lana sarà usata per confezionare i palli.
Come suggerisce il nome, la cappella privata del papa appartiene al suo appartamento privato al terzo piano del Palazzo Apostolico, nell'ala destra del cortile di San Damaso. Questo è il luogo dove, ogni mattina, il papa celebra la messa. Se papa Giovanni Paolo II apriva le porte di questa celebrazione ai suoi visitatori, in particolare ai vescovi in visita ad limina, papa Benedetto XVI tornò alla pratica precedente che non ammetteva visitatori. Quanto a papa Francesco, che ha scelto di non vivere nel Palazzo Apostolico, dice messa nella cappella della sua residenza, la Domus Sanctae Marthae (fino al 2020 le celebrazioni sono state aperte ai visitatori).
Dopo il Concilio Vaticano II, come parte della riorganizzazione dell'appartamento pubblico e dell'appartamento privato, papa Paolo VI desiderò che questa cappella ricevesse una decorazione moderna. Fu Dandolo Bellini a dirigere i lavori in questa piccola cappella rettangolare. Sul soffitto risplende una copertura in vetro raffigurante la risurrezione di Cristo realizzata da Luigi Filocamo. Le finestre su entrambi i lati dell'altare sono opera di Silvio Consadori. Presentano scene dell'Antico Testamento, a sinistra, e del Nuovo Testamento, a destra. Sulla sinistra vi è una vetrata di Trento Longaretti sul tema del Concilio Vaticano II che si apre sul cortile di Sisto V. Di fronte a questa vetrata, vi è una via crucis in bronzo opera dello scultore Lello Scorzelli. Mario Rudelli realizzò la sedia papale in bronzo. Questa sedia è rivolta verso l'altare sul muro e mostra sullo schienale le parole della preghiera del Signore. Infine, dobbiamo a Enrico Manfrini il resto dei mobili: l'altare, il crocifisso, le statue dei quattro evangelisti e la porta bronzea della cappella dove sono rappresentate le opere di misericordia.
Due appartamenti pontifici sono particolarmente notevoli. Il primo, l'appartamento Borgia, fu commissionato da papa Alessandro VI in aggiunta al palazzo pontificio (attorno al cortile del pappagallo) e di una torre, oggi chiamata Torre Borgia (1493-1494). Il secondo appartamento, appena sopra il primo, fu ridecorato da Raffaello Sanzio e dalla sua scuola tra il 1508 e il 1524 su commissione di papa Giulio II. Dopo la costruzione del palazzo di Sisto V (terza ala o ala orientale del cortile di San Damaso), i papi trasferiranno definitivamente il proprio appartamento dal palazzo medievale al nuovo edificio in cui vivono ancora, ad eccezione di papa Francesco, che preferì risiedere nella Domus Sanctae Marthae.
Papa Alessandro VI (1492-1503) fece decorare il suo appartamento privato da Pinturicchio tra il 1492 e il 1494. Questo appartamento al primo piano del Palazzo Apostolico è delimitata da un lato dal cortile Borgia e da quello del pappagallo e d'altro dal cortile del Belvedere. Il tour di sei sale fa parte del percorso dei Musei Vaticani. Le stanze aperte alla visita sono:
Papa Niccolò V (1447-1455) incaricò l'architetto Bernardo Rossellino di costruire i suoi appartamenti privati e il pittore Piero della Francesca di decorarli. Papa Giulio II (1503-1513) scelse di affidare al giovane Raffaello Sanzio la decorazione delle Stanze che presero poi il suo nome. Questi appartamenti, al secondo piano del Palazzo Apostolico, si trovano appena sopra l'appartamento Borgia. Sono delimitati dal cortile del pappagallo e dal cortile del Belvedere. La visita delle quattro sale fa parte del percorso dei Musei Vaticani:
La stanza della segnatura contiene due grandi affreschi dello stesso Raffaello Sanzio che includono le sue opere più belle: la Disputa del Sacramento e Scuola di Atene. Queste due opere, una di fronte all'altra, provocano un dialogo simbolico tra fede e ragione.
È la parte meno conosciuta ma più importante del Palazzo Apostolico. È la meno conosciuta perché, a differenza delle parti incluse nel percorso dei Musei Vaticani, generalmente non è aperta al pubblico. È comunque la parte più importante perché è lì che risiede e lavora il papa con i suoi collaboratori più stretti. Papa Francesco non lo occupa, dal momento che risiede e lavora per la maggior parte del tempo nella Domus Sanctae Marthae. In questa parte del Palazzo Apostolico, un posto speciale dovrebbe essere dato al palazzo di Sisto V (ala orientale del cortile di San Damaso) perché qui è dove il papa vive e lavora, riceve i suoi visitatori, specialmente i capi di Stato e di governo e dove vive e lavora il cardinale Segretario di Stato (al 1º piano).
L'antico ingresso al Palazzo Vaticano, distrutto con la costruzione del colonnato del Bernini, fu rappresentato da Viviano Codazzi in un'insolita veduta topografica dalla sua abitazione. Dipinto a Napoli intorno al 1630, mostra anche due campanili basati su un'incisione di un disegno di Martino Ferrabosco, ma che non furono mai eretti.
Il portone di bronzo è l'entrata principale del Palazzo Apostolico dal 1663. Si trova alla fine della costruzione che collega, a destra, la basilica di San Pietro con il colonnato della piazza. Per tutta la giornata è sorvegliato da un picchetto della Guardia svizzera pontificia composto da un sergente e due alabardieri. Il corridoio, che corre lungo piazza San Pietro, conduce al vestibolo della Scala Regia. Quest'ultima, decorata sulla destra da una statua scolpita da Bernini (1670) dell'imperatore Costantino I in estasi della croce di Cristo, dà anche accesso, a sinistra, all'atrio della basilica di San Pietro. Anche questo passaggio è sorvegliato dalle guardie svizzere. È da notare che l'antico e preesistente accesso al complesso vaticano corrispondente al Portone di bronzo, pur dopo la realizzazione del colonnato, non venne interrotto ma rimase in asse con la stessa Scala Regia e il cinquecentesco percorso rettilineo di Borgo Nuovo proveniente da Ponte Sant'Angelo[8], che affiancava la preesistente Portica[9] di San Pietro.
La Scala Regia venne costruita da Antonio da Sangallo il Giovane e rimaneggiata tra il 1663 e il 1666 su progetto di Gian Lorenzo Bernini, sotto il pontificato di papa Alessandro VII. È una meraviglia dell'architettura barocca che sale alla Sala Regia. Inserendo un colonnato interno, la progressiva riduzione dell'altezza della volta e del diametro delle colonne, Bernini dà l'illusione di una scala molto più ampia e più profonda di quella che effettivamente è.
Subito dopo il portone di bronzo, sulla destra, si apre la scala di Pio IX che porta al cortile di San Damaso. Questa scala porta al primo piano alla Prefettura della casa pontificia e, al secondo, all'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.
Il 12 ottobre 2007, in occasione dell'inaugurazione del portone di bronzo a conclusione dei lavori di restauro, papa Benedetto XVI spiegò il significato di questa opera: "Proprio perché segna l'accesso alla Casa di colui che il Signore ha chiamato a guidare come Padre e Pastore l'intero Popolo di Dio, questo Portone assume un valore simbolico e spirituale. Lo varcano coloro che vengono per incontrare il Successore di Pietro. Vi transitano pellegrini e visitatori diretti nei vari Uffici del Palazzo Apostolico. Esprimo di cuore l’auspicio che quanti entrano per il Portone di Bronzo possano sentirsi sin dal loro ingresso accolti dall'abbraccio del Papa. La Casa del Papa è aperta a tutti".
La Scala Regia conduce alla Sala Regia, al primo piano del Palazzo Apostolico. È la sala di ricevimento più spettacolare del palazzo. Lunga 34 m, larga 12 e alta 33,6, è allo stesso tempo il vestibolo del Palazzo Apostolico e della Cappella Sistina e la sala delle udienze più solenni. È trafitta da tre porte su ciascun lato e su un terzo lato (parete meridionale) dall'ingresso della Cappella Paolina. Le porte a destra -con alle spalle l'ingresso della Cappella Paolina- si aprono sulla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro, sulla scala che scende al cortile del maresciallo e sulla sala ducale. Le porte sulla sinistra si aprono sulla Scala Regia e sulla Cappella Sistina. Oggi questa sala viene utilizzata solo una volta all'anno per l'incontro del papa con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede in occasione dello scambio degli auguri per il nuovo anno, a inizio gennaio.
La prima testimonianza di una aula prima o maiorem risale ai tempi di Niccolò III (...palatia et aulam maiora et capellam...)[10] conservando la memoria del suo uso diplomatico e di luogo solito dove veniva prestata la obedientiam al pontefice da ambasciatori e sovrani. Papa Paolo III (1534-1549) ne commissionò la ristrutturazione affidandone l'opera a Antonio da Sangallo il Giovane dal 1538 che fece chiudere anche la simbolica finestra serliana voluta da Giulio II e realizzata da Bramante. Fu solo 35 anni dopo, il 21 maggio 1573, che fu inaugurata da papa Gregorio XIII. La volta a botte e la cornice sopra le porte sono sontuosamente decorate con stucchi di Perin del Vaga e Daniele da Volterra. Gli immensi affreschi che rivestono le pareti esaltano la supremazia del sovrano pontefice su altri sovrani. Giorgio Vasari dipinse il ritorno a Roma del papato dopo quasi 70 anni di residenza ad Avignone e altri due affreschi sul tema della battaglia di Lepanto. Francesco Salviati rappresentò l'imperatore Federico Barbarossa prostrato davanti a papa Alessandro III che gli mette il piede sulla spalla. Federico Zuccari dipinse la richiesta di perdono, avvenuta a Canossa, dell'imperatore Enrico IV di Franconia a papa Gregorio VII.
La porta della Sala Ducale si specchia sulla porta della Cappella Sistina, affacciandosi nella Sala Regia. La Sala Ducale è al giorno d'oggi solo una semplice sala di passaggio che collega la Sala Regia alle logge del Palazzo Apostolico vicino al camerino. Di stile completamente diverso rispetto alla Sala Regia, risulta dall'unificazione di due sale operata dal Bernini su ordine di papa Alessandro VII (1655-1667). Bernini riuscì a nascondere la differenza di asse e altezza del soffitto coprendo l'apertura tra le due stanze con un sontuoso drappo di marmo sostenuto da angeli. La volta fu dipinta da Marco da Siena e le pareti da Paul Bril. È in questa stanza il personale della Guardia svizzera pontificia viene ricevuto annualmente.
Tra il 1503 e il 1504, papa Giulio II (1503-1513) chiese a Donato Bramante di ricostruire la facciata orientale del Palazzo Apostolico costruendo delle logge. Dopo la morte di Bramante nel 1514, Raffaello ne prese il posto. Diresse la costruzione di queste tre logge: gallerie sovrapposte di 13 campate, lunghe 65 metri e larghe 4. Probabilmente lavorò personalmente solo al secondo piano, che comunica con il nuovo appartamento papale che stava dipingendo allo stesso tempo (le Stanze di Raffaello).
Papa Gregorio XIII (1572-1585) decise di costruire una nuova ala nel Palazzo Apostolico (1574-1577). Questo nuovo palazzo - ora denominato Palazzo di Gregorio XIII - prende esattamente il design della facciata dell'ala esistente ma su un numero minore di campate (9 anziché 13). Il successore di Gregorio XIII, papa Sisto V (1585-1590), continuò la costruzione con la realizzazione di una terza ala (1589-1590). Quest'ultimo edificio, ora noto come Palazzo di Sisto V, è un grande edificio di 85 stanze in cui i pontefici risiedettero fino al 2013. Come detto, papa Francesco preferisce vivere nella Domus Sanctae Marthae. La facciata, che domina il cortile di San Damaso, è identica alle precedenti ma su un numero minore di campate (8).
Così il cortile di San Damaso sistemato alla sommità di quello che era il mons saccorum livellato per ampliare lo spazio innanzi al palazzo voluto da Bonifacio IX[11], è racchiuso su tre lati da tre ordini di palchi: a ovest vi è la facciata del vecchio palazzo papale abitato dal 1377, a nord la facciata del palazzo di Gregorio XIII e ad est la facciata del palazzo di Sisto V, dove vi sono, ancora oggi, gli Appartamenti papali. Queste logge servono:
Il cortile di San Damaso è il cortile principale del Palazzo Apostolico. Qui vengono accolti i capi di Stato e di governo, gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, i vescovi in visita ad limina, e più in generale tutti coloro che vengono ricevuti in udienza privata dal pontefice. È anche qui che, il 6 maggio, le nuove reclute della Guardia svizzera pontificia giurano solennemente. Al cortile di San Damaso si accede a piedi dal portone di bronzo e dalle scale di Pio IX e, in auto tramite un passaggio attraverso il cortile della sentinella, il cortile Borgia e il cortile del pappagallo.
L'appartamento delle udienze del Papa (precedentemente noto come "appartamento nobile") si trova al secondo piano del palazzo di Sisto V, sopra l'appartamento del cardinale segretario di Stato e sotto l'appartamento privato del Pontefice. L'Appartamento, detto anche Anticamera pontificia, è diretto dal Decano di Sala ed è custodito dagli Sediari pontifici che, tra l'altro, accolgono gli ospiti e gestiscono il cerimoniale. È in queste stanze che il Papa riceve quotidianamente i suoi visitatori e svolge una parte importante del suo ufficio di governo. Le figure più importanti (cardinali e capi dicastero della Curia romana, sovrani, capi di Stato e di governo, ambasciatori e vescovi in visita ad limina) sono accolti nell'ultima sala, la biblioteca privata del papa, le cui finestre si affacciano su Piazza San Pietro. Per fare questo, devono attraversare tutte le stanze dell'appartamento (ad eccezione della sala del Concistoro). Queste undici sale di rappresentanza si attraversano seguendo un percorso a ferro di cavallo dalle logge che si affacciano sul cortile di San Damaso e poi girano intorno al cortile sistino per terminare sulla facciata del palazzo che domina Piazza San Pietro. Tutte le sale furono ridecorate sotto il pontificato di Paolo VI e ricevettero, per la maggior parte, una nuova denominazione. Ecco l'elenco con il loro vecchio nome:
Venticinque anni dopo, una nuova ristrutturazione apparve essenziale. Verso la fine del pontificato di Giovanni Paolo II, le camere cominciarono a ricevere più mobili, questo rinnovamento fu completato all'inizio del successivo pontificato.
Gli Appartamenti papali privati si trovano al terzo piano del Palazzo di Sisto V, al di sopra dell'appartamento delle udienze. Fu papa Pio X (1903-1914) a trasferire il luogo di residenza dei pontefici dal secondo al terzo piano, iniziando così il concetto di appartamenti "privati", dove si chiede che il protocollo cerimoniale sia più leggero. Delle 1.400 stanze del Palazzo Apostolico, gli appartamenti papali non occupano più di una dozzina di stanze, il numero varia a seconda degli accordi e delle configurazioni volute dal nuovo papa. Questi appartamenti sono raggiungibili tramite la Scala Nobile o la terza loggia. Dopo il vestibolo c'è un grande ufficio, una replica esatta, un piano sopra, della biblioteca privata del papa. Poi viene il resto dell'appartamento che gira intorno alla stanza più grande, la cappella privata dei papi. La prima finestra sulla destra della facciata del palazzo che dà su Piazza San Pietro è quella della camera da letto del papa, di fronte alla quale vegliano giorno e notte due guardie svizzere. Il letto del papa è un semplice letto di ferro. La stanza successiva è il suo ufficio privato da dove, ogni domenica o giorno di festività solenne, recita l'Angelus con i pellegrini. La terza finestra è l'ufficio del segretario del papa. Adiacente alla sua stanza, il papa ha un bagno e una stanza dove si trova il gabinetto del paramedico. Dietro queste parti vi sono la sala da pranzo, la cucina, lo studio medico, che è l'ufficio dell'archiatra, e gli alloggi per il personale.
Sopra l'appartamento, papa Paolo VI (1963-1978) costruì un giardino pensile, dove il pontefice può prendere aria senza dover scendere nei Giardini Vaticani dato che dovrebbero essere chiusi al pubblico dalla gendarmeria. Questo piccolo "giardino pensile", sui tetti del Palazzo Apostolico, è in realtà una terrazza decorata con una fontana e alcuni arbusti coltivati in vaso.
L'appartamento papale è stato ristrutturato nei primi mesi del pontificato di papa Benedetto XVI, dopo la rimozione dei sigilli posti su tutte le serrature delle porte dopo la morte del suo predecessore. Durante l'udienza concessa ai lavoratori che avevano prestato opera a questo lavoro il papa disse loro bonariamente: "In meno di tre mesi, avete compiuto un enorme lavoro di ristrutturazione in questo appartamento. [...] Posso solo ammirare le cose che avete fatto".
Papa Francesco ha deciso di non soggiornare negli Appartamenti papali. A titolo personale, risiede e lavora presso la residenza nella Domus Sanctae Marthae, dove occupa una suite e ha una cappella privata. Tuttavia, ogni giorno va negli appartamenti papali per lavorare, specialmente quando riceve capi di Stato o di governo. Appare anche ogni domenica o festività alla finestra del suo ufficio del Palazzo Apostolico, per la recita dell'Angelus.
Altre residenze papali ufficiali sono state il Palazzo del Laterano, adiacente l'arcibasilica cattedrale di San Giovanni, e il Palazzo Pontificio con le ville pontificie di Castel Gandolfo, nei pressi di Roma, utilizzati per le ferie estive.
Prima del 1871, la residenza ufficiale del papa era il Palazzo del Quirinale. A seguito dell'invasione sabauda dello Stato Pontificio nel 1870, re Vittorio Emanuele II confiscò il palazzo nel 1871, facendone la sua residenza ufficiale; dopo l'abolizione della monarchia in Italia nel 1946, divenne la residenza del presidente della Repubblica.
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