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Pablo O'Higgins, pseudonimo di Paul Higgins Stevenson (Salt Lake City, 1º marzo 1904 – Città del Messico, 16 luglio 1983), è stato un pittore statunitense naturalizzato messicano.
Pablo O'Higgins nacque a Salt Lake City, il 1º marzo 1904 in una famiglia conservatrice repubblicana di origini irlandesi.[1][2]
Studiò alla East High School nella sua città natale[2][3]e dopo il diploma frequentò una scuola artistica a El Cajon, nella contea di San Diego.[1][4]
O'Higgins, all'età di vent'anni, si trasferì a Città del Messico[3] in un momento particolarmente difficile per il Messico, successivo di otto anni alla fine della rivoluzione, ma caratterizzato da scontri e violenze.[1]
O'Higgins andò ad osservare il cosiddetto "Rinascimento messicano"[5] murale di Diego Rivera,[2] José Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros,[3] e presto diventò un assistente di Diego Rivera.[2][3][4]O'Higgins collaborò con Rivera su tre dei suoi murali più importanti e strinse con lui una profonda amicizia.[3][4]Rivera disse che se avesse mai avuto un figlio, avrebbe voluto che fosse come O'Higgins.[1]
Come artista muralista e grafico diffusore degli ideali rivoluzionari alle masse, dai diritti dei lavoratori all'educazione laica gratuita per tutti e al ritorno delle terre ai contadini,[2]O'Higgins risultò attratto dalla politica instabile del Messico.[1]
Preferì nascondersi quando il Partito Comunista fu reso illegale in Messico e dopo un tentativo di omicidio su Lev Trockij.[1] Seguì in Russia una delle donne più affascinanti e controverse degli anni venti, la fotografa e comunista radicale Tina Modotti,[1] e nel 1933 studiò all'Accademia di arte di Mosca.[4]
O'Higgins finì sulla lista nera del procuratore generale degli Stati Uniti e su una lista di deportazione del governo messicano negli anni cinquanta.[2] Tutta la sua vita venne influenzata da un suo segreto: il coinvolgimento di suo padre come assistente procuratore generale nell'esecuzione, del 1915 nello Utah, del martire del lavoro Joe Hill.[1]
Oltre ad essere un muralista molto apprezzato in Messico, dove dipinse più di una dozzina di murali, O'Higgins è ben noto per aver cofondato nel 1937, assieme a Leopoldo Méndez, il famoso laboratorio di arti grafiche, il Taller de Gráfica Popular di Città del Messico, con lo scopo di realizzare opere artistiche denuncianti il fascismo.[1]
O'Higgins visse molti decenni in Messico, ma conservò la sua cittadinanza statunitense fino al 1961,[4] permettendogli di lavorare sia negli Stati Uniti che in Messico.[1]
Sviluppò forti legami con gli operai della Costa Occidentale negli anni quaranta: dipinse murali per la Ship Scalers Union a Seattle nel 1945 e per l'International Longshoremen's and Warehousemen's Union (ILWU) a Honolulu nel 1952.[2] O'Higgins insegnò alla California Labour School di San Francisco nel 1945 e nel 1949, trascorse molto tempo a Los Angeles, e insieme a Jules Heller e Arnold Mesches, aiutò a fondare il Los Angeles Graphic Arts Workshop nel 1947.[1][5]
Quando O'Higgins morì nel 1983, il governo messicano lo onorò con un funerale di stato nel suo famoso Palacio de Bellas Artes.[1]
O'Higgins fu l'unico artista messicano non nativo il cui lavoro venne incluso nella mostra Twenty Centuries of Mexican Art, a New York (1940).[4]
Le sue opere illustrarono i vari aspetti e i personaggi contemporanei e furono intrise di spirito nazionalistico e popolare, di quel realismo tipico della produzione messicana postrivoluzionaria;[5] le tecniche che preferì furono l'affresco e l'incisione, ritenute le più adatte ad una funzione didattica e di propaganda dei contenuti sociali.[5]
O'Higgins è un esempio per gli artisti interessati ad un'arte socialmente consapevole e incentrata sulla comunità. Il suo ritratto è incluso in un murale a Chicano Park, nella contea di San Diego, la più grande collezione di murales negli Stati Uniti: appare accanto a Diego Rivera, Frida Kahlo, Pablo Picasso, Emiliano Zapata, Che Guevara e alla Nostra Signora di Guadalupe. O'Higgins è ammirato non solo per la sua arte ma anche per il suo amore per il Messico e per la sua determinazione nel gettare un ponte tra i due paesi e le loro culture attraverso l'arte.[1][2]
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