Orto botanico di Bologna
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L'Orto Botanico di Bologna è un giardino botanico gestito dall'Università di Bologna. Si trova in via Irnerio, all'interno della terza cinta muraria cittadina.[1]
Orto botanico di Bologna | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Bologna |
Indirizzo | Via Irnerio 42 |
Coordinate | 44°30′02.45″N 11°21′12.64″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Botanica |
Gestione | Università di Bologna |
Sito web | |
Storia
Riepilogo
Prospettiva
Fondato nel 1568 da Ulisse Aldrovandi[2], il giardino è uno dei più antichi d'Europa, in Italia quarto dopo quelli di Pisa, Padova e Firenze.[3] Sebbene le prime iscrizioni ad indicare un giardino di erbe medicinali a Bologna risalgano al 1365, il giardino che abbiamo oggi nasce dalla proposta del botanico Luca Ghini (1490-1556), che ha poi lasciato l'incarico per creare l'Orto botanico di Pisa, ed è diventato realtà grazie al suo successore Ulisse Aldrovandi (1522-1605). Questi primi giardini erano situati nel Palazzo Pubblico, in un cortile vicino all'odierna Sala Borsa[4], ma una parte venne trasferita nel 1587 in un sito più grande presso Borghetto San Giuliano (oggi Porta Santo Stefano), con una superficie di circa 5000 m². Nel 1653, sotto la direzione di Bartolomeo Ambrosini, il giardino contava un catalogo di circa 1500 specie.
Nel 1740 tutto il giardino viene trasferito a Porta Santo Stefano, a cui segue nel 1745 la costruzione di un ibernacolo, dove vengono mantenute le piante esotiche durante l'inverno. Alcune serre neoclassiche sono state aggiunte nel 1765, su progetto di Francesco Tadolini, e ancora si trovano in via San Giuliano. Una palazzina dell'orto botanico a San Giuliano conserva nel frontone un anemoscopio o "orologio a vento", probabilmente l'unico a Bologna, opera di Luigi Fabbri[5][6].
Nel 1803 il giardino è stato spostato nella sua posizione attuale. Il giardino ha subito un periodo di grave trascuratezza nei primi anni del Novecento, quando era stato coperto da un fitto bosco naturale, e nel 1944 i bombardamenti distrussero l'Orangerie di epoca napoleonica del giardino. Dalla fine della seconda guerra mondiale, tuttavia, il giardino è stato gradualmente ristrutturato.
Dopo anni di manutenzione ordinaria, ad aprile 2023 è iniziato un importante cantiere per la riqualificazione del percorso museale-espositivo e didattico-scientifico, sulla base del progetto previsto fin dal 2018 e promosso da Sistema museale di Ateneo - Unibo, Comune di Bologna e QN - Il Resto del Carlino, con il sostegno di Intesa Sanpaolo.[7][8]
Strutture
Riepilogo
Prospettiva
Il giardino di via Irnerio contiene circa 5.000 campioni rappresentanti oltre 1.200 specie diverse. Il suo sito è più o meno rettangolare, di circa 2 ettari di estensione[2], con le seguenti caratteristiche principali:
- Giardino frontale - soprattutto alberi, tra cui Albizia julibrissin, Ginkgo biloba, Ilex aquifolium, Liriodendron tulipifera, Metasequoia glyptostroboides, e anche Musa basjoo, Phyllostachys viridis, e una fontana.
- Giardino posteriore - la ricostruzione di una foresta di latifoglie tipiche locali, con serre, l'Orto dei Semplici, collezioni tematiche (compresi quelli di piante alpine e piante carnivore), e la foresta.
- Foresta - Carex pendula, Corylus avellana, Equisetum telmateia, Hedera helix, Lonicera xylosteum, Populus alba, Salix purpurea, Sambucus nigra, ecc.
- Laghetto / Zone umide.
- Serre tropicali - Bromeliaceae e orchidee, caffè, palme, spezie e piante medicinali, e vegetali di interesse economico.
- Serra piante grasse - circa 5.000 esemplari di piante succulente dal Centro e Sud America, Africa, Madagascar e Isole Canarie.
- Serra piante carnivore - piante carnivore dei generi Drosera, Pinguicola e Utricularia.
- Orto dei Semplici - un giardino di erbe tradizionali, organizzato secondo gli usi più comuni delle piante.
Galleria d'immagini
- Serra tropicale
- Serra delle piante carnivore
- Serra delle piante succulente "Giuseppe Lodi"
- L'Orto dei Semplici
- Il bosco
- Lo stagno
- Pannello informativo e, sulla destra, il giardino roccioso
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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