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macchina per scrivere della Olivetti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Lettera 32 è una macchina per scrivere portatile prodotta dalla Olivetti e commercializzata a partire dal 1963. Progettata dall' ingegner Adriano Menicanti, sotto la guida di Natale Cappellaro, la carrozzeria fu opera dell'architetto e designer Marcello Nizzoli e ideata come erede della Lettera 22, la 32 fu molto popolare tra giornalisti e studenti ed ebbe un grande successo commerciale in tutto il mondo.[1][2]
Lettera 32 prodotto di disegno industriale | |
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Dati generali | |
Anno di progettazione | 1963 |
Progettista | Adriano Menicanti, la carrozzeria è stata creata da Marcello Nizzoli |
Profilo prodotto | |
Tipo di oggetto | macchina da scrivere |
Idea | aggiornare le forme e perfezionare le funzioni della Lettera 22, replicandone il successo |
Concetti | leggerezza, trasportabilità, praticità, affidabilità. |
Produttore | Olivetti |
Prodotto dal | 1963 |
Note | sostituisce la Lettera 22 |
Con una dimensione di 35 cm di base per 34 cm di profondità e un'altezza di circa 10 (che divengono circa 12 con la leva dell'interlinea in posizione di lavoro), la Lettera 32 per i canoni dell'epoca era assai adatta al trasporto; anche il peso (di poco più di 5,5 kg) era funzionale in tal senso. La lettera 32 ottenne un enorme successo, più del modello che l'aveva preceduta, e nelle sue varie versioni fu prodotta in Italia a Ivrea, in Messico e in Jugoslavia. La sua base meccanica fu utilizzata per produrre anche i modelli della Olivetti Dora, Olivetti Lettera DL, Olivetti Valentine, ma anche le sorelle Olivetti Lettera 25 e Olivetti Lettera 35.[3]
La lettera 32 è una macchina per scrivere con leve di scrittura a pressione. Ogni volta che viene premuto un tasto di scrittura il martelletto corrispondente, tramite il meccanismo cinematico, va a battere sul nastro con inchiostro rosso o nero, dietro al quale sta il foglio di carta sul quale viene così impresso il simbolo corrispondente. Una levetta situata in alto a destra della tastiera può essere usata per controllare la posizione del nastro e selezionare la stampa in colore nero, rosso o senza inchiostro (in caso di copie con la carta carbone o per la preparazione di matrici a inchiostro per il ciclostile). Il nastro si avvolge a ogni pressione dei tasti e cambia automaticamente direzione di avvolgimento quando è terminato in uno dei due rocchetti nei quali è avvolto. Due sensori meccanici posti vicino a ogni rocchetto si spostano quando il nastro si tende (ciò indica che sta finendo) e invertono la sua direzione di avvolgimento.[4]
La versione italiana della macchina utilizza il layout QZERTY, anche se sono state prodotte versioni con disposizioni differenti di tasti a seconda della lingua a cui erano rivolte. I tasti alfanumerici sono 43 per un totale di 86 simboli. Oltre a questi, la tastiera include una barra spaziatrice, due tasti per impostare le lettere maiuscole, un tasto di blocco delle maiuscole, una levetta per poter oltrepassare i margini impostati, un tasto per retrocedere di un carattere, una levetta per impostare le tabulazioni e un tasto (rosso) per passare da una tabulazione all'altra.[1]
L'insieme dei caratteri a disposizione ha evidenti mancanze: non è presente il tasto col numero 1 che si ottiene utilizzando la lettera l (elle) minuscola oppure la I (i) maiuscola; allo stesso modo non è presente lo zero, che si ottiene digitando la O (o) maiuscola; mancano inoltre i tasti per le vocali accentate maiuscole usate nella lingua italiana, che andavano sostituite dalle lettere normali seguite dall'apostrofo. Questa tipologia di soluzioni era piuttosto comune nelle macchine per scrivere dell'epoca.
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