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Nella mitologia greca, l'Ofiotauro (dal greco Οφιοταυρος, Ofiotauros, composto di ὄφις, ofis, "serpente", e ταῦρος, tauros, "toro") era un essere mostruoso, il cui corpo taurino terminava con una coda di serpente.
L'unico frammento testuale pervenutoci riguardo alla creatura si trova nei Fasti di Ovidio. Qui viene detto che le viscere dell'animale, partorito dalla Terra, conferiscono, a chi le brucia, il potere di rovesciare gli dei. Lo Stige, avvertito dalle Parche, imprigionò l'Ofiotauro (per impedire che fosse ucciso) in un bosco circondato da un triplice strato di mura. Durante la Titanomachia, il mostruoso ibrido fu ucciso con un'ascia adamantina da Briareo, un alleato dei titani, ma prima che le interiora potessero essere bruciate Zeus inviò gli uccelli a trafugarle. Quello che gliele riportò fu il nibbio: allora, per ricompensarlo del servizio resogli, Zeus lo elevò al cielo ponendolo tra le stelle.[1]
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