Nuova letteratura sarda

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Nuova letteratura sarda

Nuova letteratura sarda (NLS) è una definizione dell'insieme dell'attività letteraria nella Sardegna dei decenni a cavallo del 2000.

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Salvatore Mannuzzu
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Giulio Angioni
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Milena Agus
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Flavio Soriga
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Salvatore Niffoi
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Marcello Fois
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Bianca Pitzorno

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Sulla denominazione

Le espressioni Nuova letteratura sarda,[1] Nouvelle vague letteraria sarda e altre,[2][3] sono denominazioni usate per indicare le opere letterarie di autori sardi contemporanei, a partire da circa gli anni ottanta del Novecento. Solitamente si descrive non tanto come un movimento o aggregazione, ma come un fiorire di opere di autori di romanzi e altri testi (e spesso anche di cinema[4][5], teatro e altre produzioni artistiche[6]), che condividono costanti di temi, generi e stili, oltre ad avere per lo più la Sardegna come localizzazione, o addirittura come protagonista delle narrazioni[7].[8] Queste opere si dicono anche formare un tipo di fiction con caratteristiche derivanti per lo più, ma non solo, dal contesto e dalla storia sarda nell'attuale mondo globalizzato.[9]

La nuova letteratura sarda dei circa tre decenni a cavallo del 2000 è considerata una delle più rimarchevoli letterature regionali coeve in italiano.[10] Come scrive Walter Pedullà: "Di narratori, poeti e memorialisti sardi avevamo letto e apprezzato parecchi, ma ci era sfuggito che messi insieme i testi degli scrittori di Sardegna che scrivono in italiano formano un corpus letterario di prim'ordine"[11]. Questa nuova letteratura a volte è scritta anche in lingue minoritarie interne all'isola (cioè in sardo e negli altri idiomi della Sardegna, quali il corso-gallurese, il catalano-algherese e il genovese-carlofortino-tabarchino).[12][13][14]

Le denominazioni di 'primavera',[15] o di 'nouvelle vague',[16] o semplicemente 'nuova letteratura sarda' si devono anche a una sorta di sorpresa[17] di fronte alla nuova qualità, quantità e successo internazionale di parecchie di queste opere,[18][19] tradotte in molte lingue,[20] ed è intesa come l'espressione di una valutazione positiva del fenomeno, anche in quanto inatteso. Ma non sempre.[21][22] Sono state attribuite e commentate soprattutto due caratteristiche alla produzione letteraria e più largamente culturale della Sardegna degli ultimi tempi: in negativo, le si attribuiscono delle forme di autoesotismo, cioè di uso degli stereotipi etnici e storici sui sardi e sulla Sardegna (come anche nel caso dei più fortunati romanzi di Michela Murgia e di Salvatore Niffoi, ambientati in una Sardegna mitica e arcaica dove sembrano dominare magia, vendetta e altri arcaismi), per venire incontro alle vere o presunte aspettative di lettori specie non sardi;[23][24] in positivo, si riconosce a diversi dei nuovi scrittori sardi la capacità di collocarsi, nel mondo globale di oggi, con un'attitudine postcoloniale, nel senso che si dà a questo termine nella Letteratura post coloniale.[25][26]

Iniziatori, predecessori e prosecutori

La nuova letteratura sarda ha preso avvio, secondo un'opinione largamente condivisa,[27][28][29][30] da un trio formato da Giulio Angioni, Sergio Atzeni e Salvatore Mannuzzu, e quindi continuato da autori quali Marcello Fois, Salvatore Niffoi, Alberto Capitta,[31] Giorgio Todde, Michela Murgia, Flavio Soriga, Milena Agus,[32], Francesco Abate, Alberto Masala, Giacomo Mameli, Nicola Lecca, Paolo Maccioni,[33] Alessandro De Roma, Paola Soriga, Fabrizio Marongiu, Cristian Mannu[34], Gesuino Némus[35], Sesto Giuseppe Santoli e diversi altri, compreso un terzetto di scrittori per l'infanzia formato da Bianca Pitzorno, Bruno Tognolini e Alberto Melis.

Nonostante la sua novità recente,[36], la nuova letteratura sarda è anche considerata come il risultato attuale, in ambito europeo,[37][38] della precedente produzione letteraria di diverse personalità eminenti, quali Grazia Deledda, Nobel per la letteratura nel 1926, Emilio Lussu, Giuseppe Dessì, Gavino Ledda, Salvatore Satta, Maria Giacobbe, Giuseppe Fiori e altri.[39]

Sergio Atzeni (1952-1995)[40][41] dapprima giornalista in proprio e impiegato dell'ENEL, sindacalista e membro del PCI, in seguito non più interessato alla politica attiva, lascia l'isola, viaggia per l'Europa e si ferma a Torino, dove vive di traduzioni e prende a scrivere narrativa in modo deciso.[25] Tutte le opere di Atzeni sono ambientate in Sardegna. La sua lingua è una mistura di italiano standard e parlate della Sardegna. In alcuni suoi romanzi (come Il quinto passo è l'addio e Bellas mariposas) ha ripreso modi del realismo magico soprattutto sudamericano,[42] in ciò seguito da altri autori sardi, quali Alberto Capitta, Giorgio Todde e Salvatore Niffoi, il quale nel 2006, con il romanzo La vedova scalza, ha vinto il Premio Campiello.

Giulio Angioni[43][44] (1939-2017) antropologo affermato (Scuola antropologica di Cagliari),[45] noto soprattutto come autore di una ventina di romanzi e altre produzioni letterarie.[46][47] Angioni ha scritto in italiano e in sardo, da quando nel 1978 inaugurò, in A fogu aintru, la prosa contemporanea in sardo, mentre si è poi segnalato anche per i poemetti in sardo e in italiano Tempus (2008) e Oremari (2012).[48] Ha adottato anch'egli uno stile linguistico che passa dall'italiano standard all'italiano regionale sardo e ad altre varietà, in una commistione che ha ispirato altri scrittori suoi conterranei.[49] I migliori romanzi di Angioni sono ritenuti Le fiamme di Toledo, Assandira, Millant'anni, La pelle intera,[50][51] Doppio cielo, L'oro di Fraus[52][53] e Sulla faccia della terra.

Salvatore Mannuzzu (nato nel 1930) ha pubblicato da Einaudi una decina di romanzi, a partire dal più noto, Procedura del 1988, vincitore del Premio Viareggio. Nel 2000 Antonello Grimaldi ne ha tratto il film Un delitto impossibile. Procedura è considerato (con il coevo L'oro di Fraus di Giulio Angioni) all'origine di un sottogenere detto 'giallo sardo',[54][55][56][57] oggi individuato anche in autori quali Marcello Fois[58] e Giorgio Todde, i quali hanno anche dato vita al Festival di Gavoi, L'isola delle storie, insieme con altri autori isolani quali Giulio Angioni, Flavio Soriga, Paola Soriga, Antonello Soriga e altri.[59]

Della nuova letteratura sarda degli ultimi decenni fa parte notevole, anch'essa in qualità e quantità nuove, la produzione in sardo e altre lingue minoritarie della Sardegna, che nel recente passato ha avuto esponenti come Michelangelo Pira e Francesco Masala. Soprattutto nuova, sebbene non inedita in passato, la narrativa in prosa. Tra gli autori in sardo, di solito scrittori anche in italiano, si segnalano principalmente i poeti e prosatori Benvenuto Lobina, Giulio Angioni, Francesco Carlini, Paola Alcioni, Anna Cristina Serra, Nanni Falconi, Gianfranco Pintore e il gallurese Franco Fresi.[60][61]

Da notare anche le capacità inedite dell'attività editoriale isolana, con case di edizione di media grandezza a distribuzione nazionale e internazionale, quali il Maestrale,[62] Ilisso,[63] CUEC, EDES, e la biblioteca digitale Sardegna Digital Library ad accesso libero.[64]. La casa editrice il Maestrale, in particolare, farà conoscere al pubblico italiano autori oggi di ampia e riconosciuta fama (tra questi Flavio Soriga, Francesco Abate, Salvatore Niffoi, Luciano Marrocu, Giorgio Todde, Marcello Fois).[65]

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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