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Nozze istriane è un'opera di Antonio Smareglia su libretto di Luigi Illica, rappresentata per la prima volta a Trieste il 28 marzo 1895 diretta da Gianni Pomè. Al debutto poté contare su due interpreti d'eccezione: il soprano Gemma Bellincioni, già prima Santuzza nella Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, e suo marito Roberto Stagno, celebre tenore palermitano, anch'egli apprezzatissimo nella parte di Turiddu nella première romana di Cavalleria.
Nozze istriane | |
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Libretto del 1908 | |
Lingua originale | italiano |
Genere | dramma lirico |
Musica | Antonio Smareglia |
Libretto | Luigi Illica (online) |
Atti | tre |
Epoca di composizione | 1894 |
Prima rappr. | 28 marzo 1895 |
Teatro | Trieste, Teatro Comunale |
Personaggi | |
È l'unica opera del grande compositore istriano entrata nel repertorio lirico-teatrale internazionale e riproposta con una certa frequenza al giorno d'oggi.
Le molte analogie del soggetto di Nozze istriane con Cavalleria rusticana, unitamente all'utilizzo degli stessi interpreti, indussero alcuni critici a ritenere che Smareglia avesse aderito alla poetica di stampo verista, allora imperante, di alcuni autori della Giovane scuola italiana (Mascagni e Leoncavallo in particolare). In effetti la vicenda, ambientata a Dignano, nei pressi di Pola, si ispira a un torbido dramma d'amore e gelosia culminante nella morte di uno dei protagonisti, tema ricorrente all'epoca e di tipico gusto verista. Smareglia riesce tuttavia a conferire al suo capolavoro un senso della misura, un'eleganza di toni e di timbri musicali, pur nella vivace descrizione della realtà istriana, ben lontani dalla cieca e brutale passionalità di una Cavalleria rusticana o dei Pagliacci.
Personaggio | Interprete[1] |
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Marussa | Gemma Bellincioni |
Lorenzo | Roberto Stagno |
Menico | Ruggero Galli |
Biagio | Rodolfo Angelini Fornari |
Nicola | Tito Scipione Terzi |
Luze | Elisa Marcomini |
Nel 1895 nel villaggio istriano di Dignano Marussa e Lorenzo sono due giovani compaesani innamorati. Marussa però ha un altro pretendente, il ricco Nicola. Il povero padre di Marussa, Menico, viene convinto da Biagio, il violinista del villaggio, a dare la figlia in sposa a Nicola. Marussa non vorrebbe ma viene ingannata e si convince che Lorenzo non l'ami più e abbia un'altra donna, così si organizza il matrimonio con Nicola. Parlando con Luze però Marussa si rende conto che lei e Lorenzo sono vittime di una macchinazione e tra i due torna l'armonia. Nella sua stanza, poco prima delle nozze, Marussa implora Nicola di liberarla dall'impegno. Nicola rifiuta e Lorenzo (che aveva ascoltato nascosto) compare all'improvviso e attacca Nicola con un coltello: ma Nicola sfodera il suo coltello ed è più veloce, ed uccide Lorenzo. Alle grida disperate di Marussa accorrono gli invitati e l'opera si chiude così tragicamente.
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