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film del 1974 diretto da Franco Rossetti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nipoti miei diletti è un film del 1974 diretto da Franco Rossetti.
Nipoti miei diletti | |
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Una scena del film | |
Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1974 |
Durata | 100 min |
Genere | commedia, erotico |
Regia | Franco Rossetti |
Soggetto | Franco Rossetti |
Sceneggiatura | Franco Rossetti, Francesco Milizia |
Produttore | Gianni Minervini |
Casa di produzione | Pan Hubris Productions |
Fotografia | Roberto Girometti |
Montaggio | Giuseppe Baghdighian |
Musiche | Gianni Marchetti |
Costumi | Gaia Romanini |
Trucco | Manlio Rocchetti |
Interpreti e personaggi | |
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Toscana, 1935. La borghese Elisabetta Cenci-Lisi è la bellissima e formosa zia di tre ragazzi nel pieno della loro maturità sessuale. In Italia impera il regime fascista, la cui propaganda richiama con successo i giovani per l'arruolamento volontario per la guerra coloniale in Abissinia. La donna, da sempre dedita al culto della pace, ricorre all'arma della seduzione riuscendo a sviarli dalla loro scelta; l'uno all'insaputa dell'altro, vivono la loro storia d'amore con la zia, fino a quando i giovani, una volta appagate le loro pulsioni, non resistono alla nuova campagna per l'intervento italiano nella guerra civile spagnola.
Vedendoli partire con il treno tenterà invano di dissuaderli con un disperato spogliarello alla stazione.
Diversi esterni sono stati girati a Chiusi, in provincia di Siena, citato nei titoli di coda. La tenuta del personaggio interpretato da Adriana Asti si trova in località Dolciano.[1]
La scena finale in cui Adriana Asti si denuda è stata girata nella stazione di Roma San Pietro, a pochi passi dal Vaticano; l'episodio creò delle polemiche, anche a causa della presenza di alcuni religiosi.[2]
Il film uscì al cinema nell'aprile 1974, col divieto di visione ai minori degli anni 18 "per la tematica nel suo complesso e per le numerose scene improntate ad accentuato erotismo".
Per la distribuzione in DVD nel 2018, la Direzione Generale Cinema e audiovisivo del MiBACT, dispone che, previ tagli, "considerati il tempo trascorso e la tipologia dei minori di oggi", al film venga concesso il nulla osta per la visione senza limiti di età.[3]
«Davvero una sorpresa il film di Franco Rossetti, Nipoti miei diletti, un film che, almeno per il «buon gusto» della pubblicità, si presenta come un film di puro consumo, un ennesimo esempio di un «genere» oggi di moda. E invece no: Nipoti miei diletti (a colori), nonostante l'intreccio preveda un rapporto erotico (e non erotico-sentimentale) tra una zia e i suoi tre nipoti, evade con intelligenza dalla tradizione produttiva per imbastire nientemeno che un discorso satirico sul fascismo italiano del 1935, alla vigilia della guerra d'Africa. Anzi, il film si chiude con la partenza delle truppe italiane per la Spagna, a ingrossare le falangi franchiste. [...] Ora, all'interno di un racconto risolto senza inutili forzature e senza compiacenze in stile grottesco. Franco Rossetti elabora un convincente pamphlet antifascista, non generico, ma sulla base di molte e efficaci notazioni comico-satiriche che finiscono per offrire un'immagine sociologico-politica impietosa di un ambiente e di un momento storico. Ma il merito va soprattutto alla notevolissima interpretazione, mai compiacente ma ironicamente straniata, di Adriana Asti. [...]»
«Una buona occasione sprecata. Franco Rossetti regista e autore del soggetto non riesce a trovare il tono grottesco e lo stile graffiante che gli avrebbero permesso di penetrare criticamente nella provincia italiana fascista ai tempi trionfanti del regime. L'affresco politico e sociale si stempera in bozzetti a volte gustosi, più spesso banali. Tradito da una fiacca sceneggiatura, il film affonda in uno stagno di fatterelli, macchiette e ritrattini che si svolgono con pochi guizzi di fantasia per due ore abbondanti di proiezione. Adriana Asti si impegna volonterosamente in questo ruolo completo di prim'attrice, ma le sono state riservate troppe scene di seduzione che a volte la servono ingenerosamente.»
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