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nervo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il nervo faciale (o facciale), costituisce il VII paio di nervi cranici e comprende due distinti nervi: il faciale propriamente detto e l'intermedio. Assieme ai nervi trigemino (V paio), glossofaringeo (IX paio) e vago (X paio) rappresenta uno dei quattro nervi cranici misti, cioè composti sia da fibre sensitive (afferenti) che da fibre motrici (efferenti).
Nervo faciale | |
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Nervi della faccia e del collo | |
Anatomia del Gray | (EN) Pagina 901 |
Sistema | Sistema nervoso periferico |
Innerva | muscoli mimici derivati dal secondo arco branchiale per l'innervazione motrice somatica; ghiandole sottomandibolare e sottolinguale, ghiandole della mucosa del naso e del palato per l'innervazione visceroeffettrice; 2/3 anteriori della lingua per la sensibilità gustativa; padiglione auricolare, meato acustico e parete laterale della membrana timpanica per l'innervazione sensitiva somatica |
Arteria | Ramo petroso dell'arteria meningea media |
Identificatori | |
MeSH | A08.800.050.050.275, A08.800.050.600.149, A08.800.800.060.275 e A08.800.800.120.250 |
TA | A14.2.01.099 |
FMA | 50868 |
La descrizione anatomica classica prevede la distinzione del nervo faciale in due nervi, in base al tipo di fibre nervose che contengono:
Essendo un nervo misto, possiede fibre motrici e sensitive, sia somatiche che viscerali, con i rispettivi nuclei distribuiti tra la regione caudale del ponte ed il bulbo.
Il nervo faciale propriamente detto e il nervo intermedio di Wrisberg emergono assieme da due radici distinte a livello dell'angolo ponto-cerebellare, nella fossetta sopraretrolivare, ventralmente e medialmente all'emergenza del nervo statoacustico. La radice mediale corrisponde al nervo faciale propriamente detto, mentre la radice laterale al nervo intermedio. Le due radici decorrono assieme lungo la fossa cranica posteriore, fino a raggiungere il meato acustico interno. Lo penetrano (associati al nervo statoacustico, che però si ferma nel meato acustico interno) e alla sua estremità cieca si continuano in un canale osseo proprio, detto canale del nervo faciale. Il decorso intraosseo, detto intrapetroso, è suddiviso in tre segmenti, percorrendo i quali il nervo faciale emette tre rami collaterali.
Il primo segmento, chiamato labirintico, è perpendicolare all'asse maggiore della piramide dell'osso temporale e termina con un ginocchio, dov'è collocato il ganglio genicolato[3]. A livello di questo ginocchio le fibre effettrici viscerali pregangliari originate dal nucleo muconasolacrimale dirette al ganglio pterigopalatino abbandonano le altre fibre per dare il primo ramo collaterale intrapetroso: il nervo grande petroso superficiale. Contiene, come già detto, fibre per l'innervazione parasimpatica delle ghiandole lacrimali e della mucosa del naso e del palato, oltre a poche fibre per la sensibilità gustativa del palato molle. Abbandona il nervo faciale attraversando lo iato del canale faciale (o iato del canale del nervo grande petroso) per portarsi in avanti, in basso e medialmente, lungo la fossa cranica media, in un solco proprio sulla superficie anteriore della piramide dell'osso temporale, ricoperto dalla dura madre, fino a raggiungere il foro lacero anteriore. Dunque lo perfora per unirsi, nella fossa infratemporale, al nervo petroso profondo e formare il nervo vidiano (o nervo del canale pterigoideo), che raggiungerà il ganglio pterigopalatino decorrendo lungo il canale pterigoideo[4][5][6]. Il decorso delle fibre postgangliari è già trattato descrivendo l'origine reale delle fibre effettrici viscerali.
Dopo avere dato il nervo grande petroso superficiale a livello del primo ginocchio, il nervo faciale continua il suo decorso lungo il canale faciale nel secondo segmento, detto timpanico, parallelo all'asse maggiore della piramide del temporale. Percorrendo questo segmento il nervo faciale, all'interno del suo canale, si fa posteriore, passando al di sopra della finestra ovale. Non emette rami e termina in un secondo ginocchio, meno accentuato del primo, al di sotto del canale semicircolare laterale. Ha origine qui l'ultimo tratto del decorso intrapetroso, ovvero il terzo segmento.
In prossimità del secondo ginocchio il nervo faciale si fa progressivamente verticale, procedendo in direzione caudale, nuovamente perpendicolare all'asse maggiore della piramide del temporale. Forma, in questo senso, il terzo segmento, detto anche mastoideo, tra la cavità del timpano anteriormente e il processo mastoideo posteriormente, condividendo strettamente il canale osseo assieme all'arteria stilomastoidea[7]. Lungo il terzo segmento vengono emessi gli ultimi due rami intracranici: il primo, in senso rostro-caudale, è il nervo stapedio, composto da poche fibre motrici somatiche destinate a innervare il muscolo stapedio, il secondo è la corda del timpano, composto da fibre sensitive viscerali e da fibre effettrici viscerali pregangliari, che abbandona il nervo faciale poco prima del foro stilomastoideo per portarsi all'interno della cavità del timpano. Lì forma un arco che passa tra incudine e martello, si porta verso la parete anteriore della cavità timpanica e la abbandona per il tramite della fessura petrotimpanica, trovandosi nella fossa infratemporale, posteriormente all'ATM, in corrispondenza del margine posteriore della spina angolare dell'osso sfenoide. Procede dunque verso il basso e in avanti, profondamente al muscolo pterigoideo laterale, accolto in una doccia scavata sulla parete mediale della spina angolare, fino a trovare, a livello del margine inferiore del muscolo pterigoideo laterale, le fibre del nervo linguale. Le fibre sensitive viscerali raggiungono, procedendo come nervo linguale, la sensibilità gustativa dei due terzi anteriori della lingua mentre le fibre effettrici viscerali, dopo aver percorso un breve tratto come nervo linguale, lo abbandonano a livello della faccia superiore della ghiandola sottomandibolare per terminare nel ganglio sottomandibolare, dove prenderanno sinapsi fibre eccitosecretrici postgangliari per l'innervazione parasimpatica delle ghiandole sottomandibolare e sottolinguale.
Il terzo segmento, e quindi il decorso intrapetroso, termina con il foro stilomastoideo. È a questo punto che il nervo faciale abbandona le poche fibre sensitive somatiche deputate alla sensibilità del padiglione auricolare, della cute del meato acustico esterno e della parete laterale della membrana del timpano. Vengono emessi altri due rami, composti da fibre motorie somatiche: uno è il nervo auricolare posteriore, che decorre indietro e in alto per raggiungere, dopo essersi anastomizzato con il nervo grande auricolare, i muscoli striati auricolari posteriori e il muscolo occipitale; l'altro è il tronco comune dei due nervi per l'innervazione del ventre posteriore del muscolo digastrico e del muscolo stiloioideo. Le fibre rimaste del nervo faciale propriamente detto penetrano in un unico tronco nel parenchima della ghiandola parotide, all'interno della quale, a livello del collo della mandibola, si divide nei suoi due rami terminali: il tronco temporofacciale e il tronco cervicofacciale. Dal tronco temporofacciale, che si porta verso l'alto, originano i rami temporale, zigomatico e buccale, che innervano i muscoli mimici al di sopra della commessura labiale, mentre dal tronco cervicofacciale originano i rami mandibolare e cervicale, che innervano l'uno i muscoli del labbro inferiore e del mento, l'altro il muscolo platisma[8].
È bene ricordare che la distribuzione di questa rete di nervi, che forma il cosiddetto plesso parotideo, è molto variabile, tuttavia differenze sulla innervazione terminale di tale plesso sono piuttosto rare.
Il nervo faciale può essere sede di tumori, che più spesso si sviluppano nell'angolo pontocerebellare. Molto frequente tra le patologie a carico di questo nervo risulta essere la paralisi facciale, che può essere centrale o periferica, a seconda che questa colpisca i centri nervosi centrali o periferici. Spesso anche tumori che coinvolgono il nervo statoacustico (VIII) possono danneggiare il faciale data la loro vicinanza soprattutto nella fossa cranica media.
Lesioni che coinvolgono i nuclei viscerali invece portano a difficoltà nella secrezione salivare, nella secrezione lacrimale o anche la disgeusia (difficoltà nel percepire e distinguere i gusti).
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