museo italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Museo diocesano d'Arte Sacra di Pienza nasce dal Museo della Cattedrale, istituito nel 1901 dal canonico Giovan Battista Mannucci e che aveva sede nel Palazzo dei Canonici, ubicato nella Piazza Pio II sulla sinistra della Concattedrale di Santa Maria Assunta.
La sede del nuovo Museo, inaugurato nel 1998, è stata individuata nel Palazzo Vescovile che s'affaccia sulla piazza, ma che ha il suo ingresso su Corso Rossellino, l'asse viario principale della cittadina valdorciana.
Il percorso espositivo si sviluppa in undici sale, lungo il quale le opere d'arte e la suppellettile ecclesiastica, proveniente dal Duomo e dal territorio diocesano, sono esposte secondo un rigoroso criterio cronologico.
Prima sala
Nella prima sala sono presentate le opere d'arte più antiche, databili dal XII al XIV secolo, tra cui si segnala:
Crocifisso (XII secolo), proveniente dalla chiesa di San Pietro in Villore a San Giovanni d'Asso: la croce dipinta, restaurata nel 2017, è databile all'ultimo quarto del XII secolo ed è stato ipotizato possa appartenere allo stesso anonimo pittore che eseguì anche quella di Sant'Antimo, forse un artista di origine spoletina.[1] In effetti le corrispondenze non mancano: sono molto simili, se non uguali, la scelta di rappresentare i Dolenti a figura intera, i tipi fisionomici, il grafismo accompagnato all'uso di colori luminosi e vivaci.[2]
Polittico con la Madonna col Bambino, tra i santi Marcellino, Laurentino, Leonardo e Agostino e sulle cuspidi Due arcangeli, san Pietro, Gesù Cristo redentore benedicente e san Paolo (1330 circa), di una scuola di Ugolino di Nerio, proveniente dalla chiesa di San Lorenzo di Monterongriffoli;
Polittico con la Madonna col Bambino, san Giovanni Battista e san Giovanni evangelista (1340 circa), attribuito a Niccolò di Segna, proveniente dalla pieve di San Giovanni Battista a San Giovanni d'Asso;
In questa seconda sala sono conservate in particolare le opere del XIV e XV secolo:
Madonna della Misericordia (1364) di Bartolo di Fredi, proveniente dal Battistero di Pienza;
Trittico a sportelli con la Madonna in trono con Gesù Bambino, l'Adorazione dei pastori, la Crocifissione e l'Annunciazione (fine XIV secolo), proveniente dal duomo;
Madonna con Gesù Bambino (1410-1420) di Andrea di Bartolo, proveniente dalla chiesa di San Sigismondo a Montefollonico;
Croce stazionale (1430), in rame dorato e smalti, opera di Goro di Neroccio;
tabernacolo con la Madonna dell'Umiltà, santi e l'Annunciazione (1440 circa) del Maestro dell'Osservanza, proveniente dal duomo.
Terza sala
In questa sala sono esposti gli splendidi arazzi fiamminghi del XV secolo che costituivano l'arredo tessile della Cattedrale. Di particolare rilievo storico-artistico:
arazzo con la Crocifissione (terzo quarto del XV secolo), attribuito a Giachetto di Benedetto da Arras;
arazzo con la Resurrezione della figlia di Giairo e la Guarigione dell'emorroissa (1470 -1490), attribuibile alla manifattura di Bruxelles o di Tournai;
La quarta sala 4 è dedicata all'esposizione del manufatto più importante e prezioso tra quanti sono ospitati nel Museo pientino:
Piviale di Pio II (1310 - 1340) con la raffigurazione delle Storie della Madonna, di santa Margherita d'Antiochia e santa Caterina d'Alessandria, ricamato in seta policroma, argento e perle, di manifattura inglese: questo paramento venne donato al papa da Tommaso Paleologo, despota di Morea, e da questi alla cattedrale pientina nel 1462;
Quinta sala
Nella sala sono esposte, di particolare rilievo:
Sacra conversazione e Annunciazione (1462), tavola di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, proveniente da Spedaletto;
Resurrezione miracolosa di un monaco benedettino (XV secolo), tavola di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, proveniente monastero olivetano di Sant'Anna in Camprena;
Reliquiario a croce (XIV secolo), in filigrana d'oro, di bottega serbo-bizantina;
(XIV secolo);
Reliquiario a croce detta Croce del Corallo (1450 - 1460), di anonimo orafo tedesco;
Reliquiario a busto di Sant'Andrea (1462 - 1463), opera dell'orafo fiorentino Simone di Giovanni Ghini, donato da papa Paolo VI nel 1964 a Pienza in cambio del reliquiario bizantino ottenuto da Pio II e da questi affidato al Duomo pientino, restituito nel 1964 alla chiesa ortodossa di Patrasso.
Pastorale (1470 circa), in argento e smalti con il nodo lavorato a tempietto abitato da angeli che reggono targhe con lo stemma Piccolomini, commissionato dallo stesso Pio II ad una bottega orafa fiorentina.
Sesta sala
La sesta sala conserva:
tre pannelli di predella con il Processo a san Sebastiano, la Crocifissione di Gesù Cristo e il Martirio di san Sebastiano (1470-1480 circa), attribuiti a Neroccio di Bartolomeo de' Landi, proveniente dalla Pieve della SS. Annunziata a Montisi;
Madonna col Bambino (1490 circa), tavola di Guidoccio Cozzarelli, proveniente dalla Chiesa di San Leonardo di Montefollonico;
Madonna col Bambino (1490 circa), tavola di Bernardino Fungai, proveniente dalla Chiesa di San Francesco di Pienza;
Corali miniati (1460-1462), provenienti dalla cattedrale di Pienza, commissionati dal papa Pio II. Il complesso di questi codici constava in origine di otto antifonari, sei graduali e due salteri. Le loro miniature si debbono essenzialmente a pittori senesi, come Sano di Pietro, Pellegrino di Mariano e un anonimo miniatore fiorentino.
due sportelli di ciborio con raffigurati San Pietro e San Paolo (metà del XVII secolo), attribuiti a Bernardino Mei, provenienti dalla chiesa di San Giovanni Battista a San Giovanni d'Asso.
Croce stazionale (inizio del XVII secolo), attribuita a un seguace di Giambologna, proveniente dal Seminario diocesano di Pienza.
Nona sala
La sala presenta:
Busto di santa Caterina da Siena (XVI secolo), busto ligneo policromato di (o di Santa Brigida di Svezia), di esecuzione cinquecentesca, donato alla Cattedrale di Pienza;
Statua di san Giovanni Battista (fine XVI secolo), statua in alabastro, proveniente dalla Chiesa di Sant'Anna in Camprena;
Statua di santa Caterina d'Alessandria (seconda metà del XV secolo), in alabastro, proveniente dal Duomo.
Decima sala
La Sala è caratterizzata da varie presenze pittoriche, anche di differenti scuole figurative, fra i quali si segnalano:
Ritratto del vescovo Francesco Maria Piccolomini (1590 circa), opera di Ventura Salimbeni;
Sacra Famiglia con i santi Francesco d'Assisi e Caterina da Siena (1610 circa), tela di Vincenzo Rustici, proveniente dalla Pieve di San Laurentino e San Pergentino di Cosona;
bozzetto, dipinto a olio su carta, attribuito a Francesco Rustici detto il Rustichino, che riproduce la pala d'altare della Cappella del Conservatorio di San Carlo Borromeo di Pienza, opera dello stesso autore (1620 circa);
San Carlo Borromeo (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuita al fiammingo Giovanni Bilivert, proveniente dal Conservatorio di San Carlo Borromeo di Pienza;
Adorazione dei Magi (1620 circa), attribuita a Jacopo Vignali, proveniente dal Conservatorio di San Carlo Borromeo di Pienza.
Undicesima sala
La sala conclude il percorso storico-artistico del Museo pientino:
Madonna col Bambino (fine XVII secolo), opera di Giuseppe Nicola Nasini, proveniente dal Conservatorio di San Carlo Borromeo di Pienza;
Gabriele Fattorini, Maestro di San Pietro in Vìllore, Croce dipinta, in La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati, XVIII edizione di Restituzioni.Tesori d'arte restaurati, catalogo di mostra, Milano, 2018, pagg. 143 - 155.
Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Milano 2005, pp. 267 - 268