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produttore cinematografico e imprenditore greco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Moris Ergas (in greco: Μόρις Έργκας; Salonicco, 10 luglio 1922 – Roma, 8 febbraio 1995) è stato un produttore cinematografico e imprenditore greco naturalizzato italiano.
Ergas nacque a Salonicco, nella Macedonia Centrale, il 10 luglio del 1922 da una benestante famiglia ebraica. Compì gli studi superiori presso un liceo di Belgrado[1], in Serbia, ma allo scoppio della seconda guerra mondiale, essendo egli ebreo, decise di fuggire verso il Montenegro a seguito dei bombardamenti tedeschi dell'aprile del 1941. Arrestato nel luglio dello stesso anno presso le Bocche di Cattaro (Montenegro), fu trasportato verso l'Albania dove venne internato in un campo a Kavajë (a circa 20 km da Durazzo). A causa delle disastrose condizioni del campo, il gruppo di prigionieri fu imbarcato e trasferito in Italia, dapprima a Bari e in seguito al campo d'internamento di Ferramonti di Tarsia[1], dove giunse nell'ottobre del 1941.
Al termine del conflitto, e in seguito alla liberazione dall'internamento, si stabilì a Roma, dove divenne, tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni settanta, un affermato produttore cinematografico.[1] Tra i film più importanti da lui prodotti, Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini, Chi lavora è perduto (In capo al mondo) di Tinto Brass, Kapò di Gillo Pontecorvo, La steppa di Alberto Lattuada, Adua e le compagne e La visita, ambedue di Antonio Pietrangeli.
Si sposò molto giovane con Jenny Cittone, da cui ebbe due figlie: Marina e Renata. Separatosi dalla moglie, intrattenne una relazione sentimentale con l'attrice Silvana Pampanini, a seguito della quale divorziò legalmente dalla prima moglie. Ebbe poi una lunga e tumultuosa relazione con l'attrice Sandra Milo[1], che destò molto clamore sui giornali scandalistici del tempo, soprattutto a causa delle loro furibonde liti pubbliche. Da questa relazione, durata oltre un decennio, nacque una figlia, Deborah[2] (che poi diventerà una giornalista televisiva). Nei primi anni ottanta si ritirò dal mondo della produzione cinematografica italiana per dedicarsi all'attività di costruttore edile e di promotore dell'esportazione della cinematografia cecoslovacca.[1] Ha avuto quattro nipoti, tre femmine e un maschio. La più piccola Lesley (nome d'arte Reina) si occupa di produzione video ed è una giovane cantante. Si sposò, poco prima di morire, con Maria, che lo aveva accudito durante gli ultimi anni della sua vita.
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